La sede Inps di Napoli - Ansa / Ufficio stampa carabinieri
C'era chi possedeva orgogliosamente una Ferrari e chi invece era proprietario di diverse abitazioni. Chi dichiarava falsamente di avere diversi figli e chi gestiva una sala da ballo. Ma forse, fra le migliaia di casi sconcertanti individuati nei mesi scorsi dai Carabinieri, la palma di quello più sfacciato riguarda una imprenditrice di Isernia titolare di una società di autonoleggio e proprietaria di 27 autoveicoli, che grazie a una montagna di dichiarazioni fasulle su reddito, attività lavorativa e residenza, è riuscita a lungo a percepire anche il reddito di cittadinanza.
Controlli decuplicati nell'anno in corso
La vicenda affiora dal corposo dossier del comando interregionale dell'Arma "Ogaden" , che fra il 1° maggio e il 17 ottobre di quest'anno, ha passato al setaccio le posizioni dei percettori della misura di sostegno in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata, in collaborazione con il comando Carabinieri Tutela del Lavoro. Secondo l'Inps allo scorso 30 aprile risultavano percettori del sussidio nelle 5 regioni suddette 387.076 nuclei familiari. L'Arma ne ha controllati il dieci per cento per verificare la reale sussistenza dei requisiti previsti dalla legge. Il risultato? «Abbiamo scovato quasi 5mila posizioni irregolari, per un danno all'erario complessivo sui 20 milioni di euro», racconta il tenente colonnello Christian Angelillo, comandante del reparto operativo di Napoli. Per la precisione, riferiscono i dati, i Carabinieri hanno controllato i requisiti di 87.198 persone appartenenti a 38.450 famiglie beneficiarie (9,9% del totale). E durante le verifiche sono state riscontrate 4.839 irregolarità (il 12,6% dei controlli effettuati) e denunciate 3.484 persone (9,1% rispetto al numero dei nuclei familiari controllati). Non solo: 1.338 percettori (ossia il 38,4% dei circa 5mila) erano soggetti già noti alle forze di Polizia per vari motivi e 90 di loro (il 2,6%) con precedenti e condanne per gravi reati associativi. L'ammontare del denaro percepito irregolarmente è di 19 milioni e 112.615 euro. E fra i denunciati, il 60,2% è composto da uomini (2.097) e il restante 39,8% da donne (1.387). Oltre la metà, il 59,4% dei deferiti ha la cittadinanza italiana e il restante 40,6 quella straniera. Nel 2021, sono già oltre 40 i milioni di erogazioni percepite indebitamente, con 9.247 persone denunciate alla magistratura, a fronte di 156.822 persone controllate dall'Arma. Rispetto agli anni precedenti, le verifiche sono più che decuplicati, se si pensa che nel 2019 avevano riguardato 10.778 soggetti e nel 2020 18.131, riscontrando rispettivamente 459 e 1.408 irregolarità.
Arma dei Carabinieri
Ferrari, barche e sale da ballo
Nelle pieghe dell'indagine, sono diverse le situazioni eclatanti e paradossali. A Potenza, fra i denunciati c'è il titolare di una sala da ballo. Ad Avellino un percettore del sussidio viaggiava in Ferrari e era proprietario di immobili e terreni. A Taranto un 71enne senza occupazione era cointestatario, con mogli e figli, di 17 vetture (comprese una Bmw, 3 Jeep e una Mini Cooper) e una moto Kasawaki Ninja. Un altro assistito era inserito in un nucleo familiare con redditi, nell'ultimo triennio, di 324mila, 143mila e 164mila euro.
Domiciliari e parenti dei boss
Nonostante il divieto espresso fissato nella legge, non sono pochi i detenuti percettori del reddito, alcuni condannati per associazione mafiosa, altri attualmente ai domiciliari. Uno, in provincia di Lecce, disponeva di una grossa imbarcazione da diporto. A Bari un pluripregiudicato, arrestato di recente per furto e soggetto a sorveglianza speciale, aveva ottenuto il reddito omettendo di comunicare la misura a suo carico, così come un anziano boss della Sacra Corona Unita, sottoposto nel Brindisino ai domiciliari. Nella sola provincia di Napoli sono scattate denunce per 80 persone vicine alla criminalità organizzata: omettendo di dichiarare la verità, avevano incassato oltre 850mila euro complessivi. Fra loro, si legge nel dossier dell'Arma, elementi di spicco del panorama criminale: cinque legati al clan Amato-Pagano; alcuni scissionisti di Secondigliano; altri del clan Cifrone o di quello Balzano; affiliati al gruppo Grimaldi/Vanella Grassi, ai clan Nuvoletta, Orlando, Polverino e De Rosa-Pianese. Fra loro, mamme, mogli e nipoti dei boss, che avevano percepito indebitamente somme fra i 6.500 e i 19mila euro.
Figli fantasma e stranieri viaggiatori
Infine, un altro capitolo riguarda chi dichiarava di far parte di super-famiglie (anche di 15-20 componenti) residenti nella medesima abitazione, ma «in realtà per l’anagrafe irreperibili o inesistenti». E i militari dell'Arma hanno anche smascherato diversi cittadini stranieri, ad esempio in provincia di Barletta, che avevano dichiarato di essere residenti in Italia da oltre un decennio, mentre invece si erano cancellati e resi irreperibili anni prima e poi erano «artatamente ricomparsi e reiscritti soltanto ai fini della presentazione della domanda» per ottenere il sussidio. Qualcuno rientrava in Italia una volta al mese solo per incassare l'importo.
Politica divisa: M5s difende la misura, altri partiti chiedono paletti
Non appena la notizia della maxi operazione rimbalza sul web e nei tg, nei palazzi della politica va in scena l’ennesimo botta e risposta fra chi difende il reddito di cittadinanza e chi invece ne chiede l’abolizione. Un coro di voci pentastellate, a partire da quella del leader Giuseppe Conte, si leva per ribadire quanto, al netto di frodi e imbrogli, la "madre di tutte le misure" targate 5s resti necessaria: «Truffatori e delinquenti che l’hanno percepita, senza averne diritto, fanno un torto al Paese e a chi ha veramente bisogno di questo strumento in un momento di grande difficoltà economica – argomenta Conte –. Come M5s abbiamo sollecitato e ottenuto nuovi interventi nella legge di bilancio per controlli più rigidi e una prevenzione più efficace...». Tuttavia, da altre forze di maggioranza arrivano frecciate al curaro: «C’è chi ha in garage una Ferrari, chi possiede una barca. E non mancano camorristi, rapinatori, parcheggiatori abusivi. Non certo i requisiti ideali per ricevere aiuto dallo Stato, ma così funziona il reddito di cittadinanza – considera il presidente di Italia Viva Ettore Rosato –. Non era così con il reddito di inclusione, da noi approvato e che esisteva prima della famosa "abolizione della povertà" da parte dei grillini di Conte. La mediazione degli assistenti sociali evitava la maggior parte di truffe». Secondo la Lega, con l’ex sottosegretario all’Economia Claudio Durigon, «l’ennesimo caso dimostra che questa misura, così com’è, non funziona e comporta un danno erariale di milioni di euro per lo Stato. La Lega ha chiesto una riforma strutturale, con controlli preliminari e non più successivi». Dall’opposizione, parla la presidente di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni, criticando la «follia targata M5s-Pd» che va «abolita» e rimpiangendo i «48 milioni di euro in tre anni finiti nelle tasche sbagliate». A suo parere, «Draghi persevera nell’errore, sostiene il Rdc e lo ha rifinanziato in manovra». E dopo un colloquio col premier, insiste sulla necessità di «paletti», perché «quei soldi devono andare ai più sfortunati, come chi prende pensioni di invalidità basse».