Sergio nominato nuovo ad della tv pubblica - ANSA
Tutto come da copione, nelle nomine così come nelle polemiche annesse. Anche per i primi addii di volti storici della tv pubblica, come quello di Fabio Fazio. Ieri infatti il Cda della Rai ha nominato Roberto Sergio amministratore delegato, ma sul filo di lana, solo grazie al voto decisivo della presidente Mariella Soldi, che in caso di parità - esattamente quanto avvenuto - vale doppio. A favore si sono espressi il leghista Igor De Biasio e la forzista Simona Agnes, contro Francesca Bria in quota Pd, mentre il rappresentante dei dipendenti Riccardo Laganà e l’esponente del M5s Alessandro Di Majo si sono astenuti. Come primo atto il nuovo ad ha iniziato a costruire la sua squadra, annunciando di voler nominare Paola Marchesini direttore del suo staff e di voler affidare a Giampaolo Rossi il ruolo di direttore generale corporate. Decisioni che , però, non piacciono sia alla politica che al sindacato interno. Dal Pd, in particolar modo, si attacca la «logica spartitoria della destra» e si chiede una legge sul conflitto di interessi. Mentre l’Usigrai considera le decisioni del Cda «un gioco assurdo che non tiene conti degli interessi dell’azienda».
Tuttavia a tenere banco, nel primo giorno da al vertice della azienda di Sergio, è soprattutto la notizia annunciata domenica da Fabio Fazio che non sarà in Rai per la nuova stagione di Che tempo che fa. Fazio, il cui programma traslocherà da settembre su Discovery al canale 9, anche se non si sa se avrà lo stesso titolo, dopo aver spiegato domenica durante la diretta di essere in Rai da 40 anni ma di «non essere per tutte le stagioni», ieri si è tolto qualche sassolino dalla scarpa.
Nella sua rubrica settimanale su Oggi, difatti, Fazio ha sottolineato come «la politica tutta si sente legittimata dal risultato elettorale a comportarsi da proprietaria nei confronti della cosa pubblica con pochi riguardi per il bene comune e con una strabordante ingordigia. E non solo per quel che riguarda la televisione». Mentre però per il vicepremier Matteo Salvini il caso Fazio «non è un questione di Stato», ma «una libera scelta di un libero conduttore», l’addio di Fazio viene definito una perdita per la tv pubblica da più parti. «Mi spiace Fazio lasci, ma è una sua scelta professionale», dice il presidente del Senato Ignazio La Russa; una scelta che però a sinistra viene tacciata come segno di «pessima gestione» che si ripercuoterà sulla Rai stessa. Anche all’interno della tv pubblica il non rinnovo del contratto a Fazio non piace, a partire da Bruno Vespa che considera «una grande perdita per la Rai» il suo passaggio a Discovery.
Il nuovo ad, tuttavia, tira dritto e annuncia le priorità del suo mandato: contratto di servizio e piano industriale, accanto ai palinsesti. Per ora, visti i tempi che stringono per la messa in produzione in autunno dei programmi, Sergio ha confermato la nuova stagione di Report, CartaBianca, Chi l’ha Visto?, In mezz’ora e Che ci faccio qui. Confermati poi anche Linea Verde, I fatti vostri e Tv talk e Ossi di seppia.