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Per la morte di una ragazza di 22 anni, giunta a Roma dalla provincia di Siracusa accompagnata dal fidanzato per sottoporsi a un intervento di rinoplastica, sono indagati dalla Procura due medici di un centro medico privato, che è stato posto sequestro dai carabinieri dei Nas. Intanto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, consiglia ai cittadini di controllare i titoli dei professionisti medici e di non affidarsi solo alla pubblicità diffusa attraverso i social network.
Lo scorso 4 novembre la ragazza, Margaret Spada si sarebbe sentita male subito dopo la somministrazione dell’anestesia locale nell’ambulatorio romano. Ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, è poi spirata il 7 novembre. Le indagini sono coordinate dal pm Erminio Amelio, che ha delegato ai Nas il controllo della struttura e della documentazione sanitaria, sia nel centro privato sia all’ospedale dove la giovane è deceduta. Una indagine potrebbe essere aperta anche dall'Ordine dei medici di Roma, ha anticipato il presidente Antonio Magi: «Al momento non siamo stati informati ufficialmente dalla Procura o da altri soggetti istituzionali. Non so nemmeno il nome del collega coinvolto, né se è iscritto all'Ordine di Roma. Siamo in attesa di notizie anche su quello che è accaduto e su cui, ovviamente, apriremo un fascicolo».
Da una prima verifica, pare che nel centro privato non sia stata trovata alcuna informazione sull’intervento, né consenso informato, né cartella clinica. Anche l’esterno dell’edificio all’Eur che ospita il centro medico risulterebbe privo di insegne che ne segnalino la presenza. Il titolare del centro e il figlio, entrambi medici, sono stati iscritti sul registro degli indagati della Procura per omicidio colposo. Tra i materiali sequestrati dalla Procura figura anche un video di pochi secondi, girato dal fidanzato della giovane, che ha ripreso i momenti in cui i medici cercavano di rianimare la paziente che si era sentita male.
«Per chiarire le cause della morte sarà necessaria l’autopsia» osserva Alessandro Vinci, legale dei familiari della ragazza: l'esame si svolgerà venerdì all’istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata di Roma, alla presenza anche di un consulente degli indagati. L'avvocato Vinci si è fatto interprete dei sentimenti dei parenti: «La famiglia, i genitori, la sorella in questo momento sono circondati dall'affetto di tante persone e sono chiusi in un silenzio di dolore che non è spiegabile a parole. Chiedono di conoscere circostanze e cause per la morte della figlia». La giovane aveva scelto una struttura italiana, che doveva dare maggiori garanzie rispetto ai centri esteri, aggiunge, e i genitori ne erano al corrente. «Margaret – ha concluso il legale – aveva scelto la struttura dove effettuare l’intervento dopo alcune ricerche su Internet». In particolare pare che la giovane avesse scelto l’ambulatorio dopo aver visto un video pubblicitario su Tik Tok.
A questo proposito, il presidente Anelli mette in guardia su questo tipo di comunicazione e invita a consultare il sito Internet della Fnomceo stessa: «Quando si sceglie un professionista andrebbero verificati i titoli anche se lo abbiamo visto sui social. Sul portale della Fnomceo nella sezione anagrafica è possibile inserire il nome e il cognome e si possono trovare i dati per verificare se quella persona è un medico iscritto all’Ordine». Sul tipo di comunicazioni da diffondere in rete, ha predisposto una raccomandazione il gruppo di lavoro della Fnomceo sulla Ict (Information and Communications Technology) coordinato da Giacomo Caudo (presidente dell’Ordine dei medici di Messina).
Il parere (“Raccomandazioni sull’uso di social media, di sistemi di posta elettronica e instant messaging nella professione medica e nella comunicazione medico-paziente”) è stato elaborato da Eugenio Santoro (Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” Irccs di Milano), e da Guido Marinoni (Ordine di Bergamo), Guerino Carnevale (Ordine di Catania) e Francesco Del Zotti (Ordine di Verona). Le raccomandazioni (disponibili sul portale Fnomceo) invitano a «rispettare, anche sui social così come nella vita reale, i principi del Codice di Deontologia Medica».
Al medico si suggerisce, se vuole essere presente sui social, di aprire due profili (uno personale e l’altro professionale) così come usare cautela nell’accettare le richieste di amicizia dei pazienti, e assicurarsi della validità scientifica dei contenuti dei propri post, prestando attenzione alla diffusione di notizie non fondate ed esplicitando eventuali conflitti di interesse. Oltre a rispettare la privacy e l’anonimato dei pazienti, il parere invita a non dare consigli clinici individuali.
Il parere non è ancora la posizione ufficiale della Fnomceo, tuttavia nel presentarlo il presidente Anelli aveva dichiarato che «queste proposte di raccomandazioni possono costituire un’utile base di partenza e offrire alla Consulta e al Board di Deontologia interessanti spunti di discussione nell’ambito dei lavori di revisione del Codice».