Martedì 8 ottobre, nello stesso giorno in cui la Camera dei deputati dava il via libera al 'taglio' di 345 parlamentari, sulla Gazzetta Ufficiale veniva pubblicato il concorso per 60 coadiutori parlamentari, riservato a laureati o diplomati (con voto non inferiore ai 39/60esimi o 65/100esimi) fra i 18 e i 45 anni. Bizzarrie della politica, costituite da tagli sbandierati, e contemporanee assunzioni, necessarie - si sostiene - quanto onerose. Molto meno sbandierate, ma pubblicate sui siti istituzionali. Passando alla Camera, il 13 settembre è scaduto il termine il concorso pubblico all’ambitissimo posto di consigliere parlamentare. I posti messi al bando sono 38, un numero ben inferiore rispetto ai 250 si cui si era parlato all’inizio. Di questi, 30 sono consiglieri parlamentari della professionalità generale e 8 consiglieri con competenze tecnico- informatiche. Le domande pervenute sono oltre 15mila. Ma questo per consiglieri parlamentari è solo il primo di quattro concorsi pubblici annunciati dalla Camera dei deputati, che prevede a breve di coprire fino a 300 posti tra consiglieri, segretari, documentaristi e assistenti. I costi non sono difficili da calcolare: si parte - per un assistente parlamentare - da un minimo di 35mila euro annui lordi, ma a fine carriera si arriva a oltre 130mila.
Il fatto è che, tagli o non tagli, il Parlamento dovrà lavorare esattamente come prima: potranno diminuire le figure (meno costose e più precarie) dei collaboratori dei singoli parlamentari, «ma la struttura ai livelli attuali rischia di non reggere», certifica il deputato Stefano Ceccanti, del Pd, costituzionalista ed esperto in materia. «Sarebbe opportuno -suggerisce - procedere ogni due o tre anni con mini concorsi, ma dopo 15 anni in cui è tutto fermo è necessario svecchiare il personale e implementarlo, dagli insostenibili livelli attuali». Risultato: per 345 parlamentari che saltano servono 360 dipendenti in più di Camera e Senato.