Sul fronte influenza e Covid si attendono più casi dell'anno scorso - Ansa
Nell’autunno-inverno 2024-25 sono attesi 14,5 milioni di casi di influenza e altre patologie legate ai virus respiratori, secondo quanto si può prevedere sulla base dell’ondata influenzale che si è appena conclusa in Australia. Si tratta di numeri in linea con lo scorso anno, ma la stagione sarà «più vivace» osserva il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università degli Studi di Milano, che consiglia, soprattutto per gli over65 e i fragili, di ricorrere alla «doppia vaccinazione: contro l’influenza e contro il Covid-19». Peraltro la preoccupazione della popolazione almeno verso il Covid-19 è nettamente calata: secondo una ricerca condotta Human Highway per Assosalute (l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica) il 51,6% degli italiani ora considera il Covid-19 «una normale influenza virale», mentre nel 2023 era il 27% della popolazione. Già oggi si registrano 150mila infezioni da virus respiratori. Infatti non solo non ha mai cessato di circolare il Sars-CoV-2 (che «in agosto ha fatto registrare un aumento dei casi, seguito da una diminuzione», ricorda Pregliasco, dimostrando di essere poco legato ai fattori climatici), ma sono presenti anche altri patogeni. «Se tra i principali virus in circolazione per l’influenza segnalo l’AH1N1 e l’AH3N2 – osserva Pregliasco – per quanto riguarda il Covid-19 la variante che si diffonderà nei prossimi mesi è la Xec, che è immunoevasiva. Ci aspettiamo quindi in autunno una presenza importante del Sars-CoV-2».
«Il rischio delle patologie respiratorie per le persone anziane e fragili è sottovalutato» avverte Pregliasco, osservando i dati sulla copertura vaccinale contro l’influenza negli over65: «Si è passati dal 65,3% nel 2020/21 al 53,3% della scorsa stagione». E purtroppo l’andamento negativo si è esteso alle vaccinazioni contro altre patologie: «Si sono abbassate – lamenta Pregliasco – anche le coperture verso il morbillo, il cui vaccino è obbligatorio nell’infanzia, che infatti ha fatto registrare un aumento dei casi». Di qui l’invito a procedere con la vaccinazione delle categorie per le quali è raccomandata: anziani sopra i 65 anni e persone fragili (cioè portatori di patologie croniche dell’apparato respiratorio e/o cardiovascolare, e molte altre, come il diabete, secondo il consiglio medico). «Il consiglio per la popolazione anziana e a rischio – continua Pregliasco – è di ricorrere alla doppia vaccinazione, contro l’influenza e contro il Covid-19».
Contro l’influenza i vaccini sono aggiornati ogni anno: «Quelli disponibili ora – chiarisce Preglisco – coprono contro i ceppi circolanti, già individuati a febbraio: A/H3N2 e A/H1N1, oltre al tipo B Victoria. In più ora è disponibile un vaccino spray adatto ai bambini (negli Stati Uniti è addirittura un farmaco di automedicazione)». Sul lato Covid, «la variante (sempre del gruppo Omicron) che si sta diffondendo è la Xec, che si prospetta più immunoevasiva. Di qui l’opportunità di un richiamo vaccinale: sebbene il Covid-19 sia meno aggressivo, rimane comunque pericoloso e potenzialmente letale per le persone fragili e anziane. Per queste è opportuno l’antivirale Paxlovid, per evitare complicanze; per tutti comunque l’antinfiammatorio è la cura per infezioni respiratorie». Ma ci sono molti altri virus respiratori: «In totale – rivela Pregliasco – ci sono circa 262 virus e loro sottotipi che causano infezioni respiratorie, rendendo il monitoraggio e la prevenzione ancora più complessi». Ai classici ceppi dell’influenza, si è aggiunto il Sars-CoV-2 ma non sono spariti il virus respiratorio sinciziale (responsabile del 70% delle bronchioliti nei bambini nei primi due anni di vita), il metapneumovirus, il rinovirus e molti virus parainfluenzali. Oltre ad alcuni batteri che causano infezioni polmonari. Contro l’influenza, sottolinea Pregliasco, è raccomandabile la vaccinazione anche dei bambini (fino a 6 anni è gratuita), che diventano facilmente diffusori del virus, che può essere pericoloso per i parenti più anziani e fragili. I consigli per affrontare la stagione della maggior diffusione delle infezioni respiratorie non sono nuovi, ma sempre validi: «Oltre a valutare l’opportunità della vaccinazione – ripete Pregliasco –, occorre mantenere le buone abitudini igieniche di lavarsi le mani e ventilare gli ambienti. Poi non “criminalizzare” l’uso della mascherina da tenere al bisogno, per proteggere i più fragili. Evitare gli antibiotici, che non servono contro le infezioni virali, e accrescono le probabilità di sviluppare pericolosi batteri resistenti. Non trascurare un tampone, per la possibilità di una diagnosi differenziale e per un uso dell’antivirale per il Covid-19. In più una automedicazione responsabile per la gestione dei sintomi influenzali».