Il post su Facebook di don Biancalani
Nell'estate italiana 2017 si può portare un gruppo di migranti dalla pelle scura in una piscina? Secondo don Massimo Biancalani, parroco delle due comunità di Vicofaro e Ramini, a Pistoia, sì, si può. Anzi si deve, perché quei ragazzi nigeriani, gambiani, senegalesi meritavano un premio visto che per diversi giorni avevano fatto i camerieri volontari nelle serate organizzate per raccogliere fondi a favore della onlus di cooperazione internazionale "Gli amici di Francesco".
Si può, dunque, accompagnare una decina di ventenni africani a trascorrere qualche ora di divertimento. L'«errore», semmai, è farlo sapere in giro, e postare su Facebook una foto con i ragazzi che sguazzano spensierati nella vasca, accompagnando le immagini con un post - un po' provocatorio, per la verità, ma genuino: «E oggi piscina!!! Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici!».
In men che non si dica il profilo del parroco di Vicofaro di Pistoia si riempie di insulti e vituperi irripetibili, dall'ormai classico «scimmie» al prevedibile «in piscina a spese nostre», fino gli odiosi e gratuiti accenni alla pedofilia. Insomma, in molti, nell'estate italiana del 2017, non sopportano che un gruppo di migranti osi svagarsi come migliaia e migliaia di connazionali italiani.
La briscola l'ha calata però il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha aggiunto alla lista degli improperi un commento sarcastico. Definisce «questo Massimo Biancalani» un «prete anti-leghista» - e fin qui passi -, «anti-fascista» - e anche qui può andare - ma poi aggiunge «anti-italiano», con la postilla «fa il parroco a Pistoia. Non è un fake! Buon bagnetto». E gli odiatori del web si sono accodati, forti di tanta autorevole legittimazione, tanto che il profilo di don Massimo proprio per la violenza dei post è stato bloccato per 24 ore da Facebook. Un black-out che ha impedito al parroco, sanguigno e combattivo quanto basta, di controbattere agli insulti e alle diffamazioni.
Quando il suo profilo è ritornato agibile, don Biancalani ha aggiunto un altro tassello alla storia, grazie al quale si dimostra chiaramente che dalla violenza su Facebook è facile passare all'azione violenta. Qualche zelante cittadino infatti ha tagliato le gomme delle biciclette che usavano i migranti per spostarsi dalla parrocchia di Vicofaro, dove sono ospitati.
Fortunatamente don Massimo a Pistoia è piuttosto conosciuto e stimato e numerosi sono stati anche i messaggi di riconoscenza per la sua opera di accoglienza nelle due case parrocchiali: venti ragazzi in prima accoglienza, inviati dalla Prefettura, e altri 20, tutti giovanissimi, raccolti dalla strada perché usciti per vari motivi dai programmi di assistenza.
Oggi si è fatto sentire anche il vescovo della città toscana, monsignor Fausto Tardelli, dopo che in privato aveva già espresso la sua vicinanza a don Biancalani e che ora lo difende pubblicamente con forza e passione. Il vescovo «non è disposto a permettere che un sacerdote della sua diocesi venga attaccato e insultato». Tutti possono esprimere critiche sull'operato di un prete, aggiunge, «ma nessuno si deve permettere di offendere, insultare, minacciare. Ciò non è cristiano ma neanche umano».
Monsignor Fausto Tardelli condanna anche «le espressioni razziste e le offese gratuite rivolte contro quanti sono accolti nelle strutture della Chiesa». Infine un severo richiamo alle comunità parrocchiali, all'interno delle quali «si coltivano sentimenti xenofobi, razzisti o anche solo di chiusura». Questo «non è comprensibile», bisogna «farsi un bell'esame di coscienza perché evidentemente non abbiamo capito molto del Vangelo».