Foto d'archivio
Regolarizzare piccole difformità o irregolarità strutturali, per tutelare i piccoli proprietari di immobili che spesso per questo motivo – che interessa circa l’80% del patrimonio edilizio italiano – non possono né ristrutturare né tanto meno vendere la propria casa. Su questa linea si sta muovendo il ministero delle Infrastrutture e Trasporti con un pacchetto di norme per intervenire sulla casa, così come chiesto e auspicato anche dalle amministrazioni territoriali, dalle associazioni e dagli enti del settore edilizio. Un intervento che perà dal Pd viene subito bollato come l’ennesimo «condono».
Gli interventi
Si tratta di una serie di misure che mirano a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali. In particolare: difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente; difformità edilizie interne, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche (tramezzi, soppalchi, etc.); difformità che potevano essere sanate all'epoca di realizzazione dell'intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo. E ancora per permettere i cambi di destinazione d'uso degli immobili tra categorie omogenee.
Queste linee di indirizzo sono state presentate nel corso della riunione sul piano casa, tenutasi stamane al Mit alla presenza del vicepremier e ministro Matteo Salvini con il Dipe (dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) e circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore. La ratio, fa sapere il ministero, «è tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa».
Le reazioni
Una ipotesi di intervento sul sistema edilizio che non piace però soprattutto al Pd. «Il ministro Salvini nella gestione delle politiche sulla Casa è assolutamente disastroso. Abbiamo bisogno di un piano nazionale Casa a sostegno dell'affitto e per il rilancio dell'edilizia residenziale pubblica», sottolinea il responsabile Casa del Pd Pierfrancesco Majorino, per cui servono risorse «per recuperare e riqualificare in modo da dare risposte concrete a giovani coppie lavoratori e cittadini che o in affitto nel privato o attraverso le case popolari devono poter trovare una risposta diversa». Un tema su cui, aggiunge, il ministro Salvini «è assolutamente immobile. In compenso rilancia un dannosissimo condono di cui proprio non si sentiva la necessità».
Novità che non vengono considerate un condono dall’Ance, l’associazione dei costruttori edili, ma che sono minimali rispetto a ciò che servirebbe al settore. «Non si tratta di un condono, il provvedimento mira a risolvere piccole difformità di natura formale all'interno delle case, difformità ante 1977 – spiega il vicepresidente dell'Ance, Stefano Betti - è un provvedimento interessante nel breve termine, ma è una goccia nel mare rispetto alle soluzioni che bisogna trovare nel medio e lungo termine».