Il ministro Sangiuliano - Ansa
Giorgia Meloni osserva in silenzio lo scontro sulla Rai. Nessuna parola ufficiale. Nessun commento. Nessuna presa di posizione. Ma chi conosce e parla con la premier sa che quello che sta succedendo tra viale Mazzini e Saxa Rubra non le piace per niente. Non le piace lo scontro maggioranza-opposizione acceso sul lavoro giornalistico di Rainews e del direttore Petrecca. E nn le piace la rivolta dei giornalisti della testata. Sono ore di tensioni.
Ricostruiamo gli ultimi passaggi. Petrecca (il direttore ha depositato un esposto al consiglio di disciplina dell'Ordine dei giornalisti per gli attacchi sul "caso Francia") in una riunione di redazione - raccontano a Saxa - avrebbe riferito di una telefonata del ministro Sangiuliano in cui si sarebbe lamentato per le domande «inappropriate» che gli sarebbero state rivolte dai cronisti della TgR che lavorano per Rainews24. Le parole "rubate" a Petrecca agitano Rainews: «Dobbiamo dire loro di cambiare registro». La polemica politica è inevitabile. «Chiediamo alla Rai di fare luce su questo nuovo caso», attacca di prima mattina la capogruppo Pd in commissione Cultura della Camera, Irene Manzi. I colleghi dem in Vigilanza collegano la questione al "caso Francia" e chiedono di indagare se non abbia «avuto un ruolo lo stesso ministro» che «sembrerebbe avere una abitudine a fare pressioni sui direttori».
Per i parlamentari di FdI in Vigilanza gli attacchi delle opposizioni deriverebbero però dalla «profonda invidia per i reiterati successi della sua azione ministeriale». Ora parla proprio Sangiuliano. «Mai fatto in vita mia. Non mi sono mai lamentato con Paolo Petrecca, un amico e un collega che stimo», spiega il ministro della Cultura e chiarisce che non si lamenta dei giornalisti e bolla come «cose inventate» le voci uscite dalla redazione di Rainews24. E la storia che lui si sarebbe infuriato per alcune "domande inappropriate" e non gradite da parte di cronisti dei Tg regionali? «Assolutamente no, ho massimo rispetto per i colleghi dei Tg Rai, con i quali ho lavorato per tanti anni, sono un liberale e pensare di imporre censure non fa parte del mio modo di essere», contrattacca Sangiuliano. E ancora: «Io non ho mai chiamato direttori di giornali o telegiornali, se non per proporre questioni o iniziative legate al mio ministero. Mai fatto pressioni o preteso alcunché».
Poi torna indietro a quando era direttore del Tg2 e attacca le opposizioni: «Sul mio telefonino ho conservato le chat con diversi ministri di altri governi: i due di Conte, gialloverde e giallorosso, e anche quelli precedenti a guida Pd... Messaggi pesanti nei miei confronti, lamentele, pressioni per i servizi che mandavamo in onda al Tg2. Ci metto un attimo a tirarli fuori. Voglio solo dire che chi oggi mi accusa e dà lezioni di moralità, non ha titoli per parlare». La questione non è chiusa. Nelle prossime ore potrebbe approdare in Vigilanza la relazione richiesta all'Ad Rai Roberto Sergio sulla copertura informativa delle elezioni francesi.