Ansa
La tragedia di Firenze apre l'intervento di Elly Schlein nella direzione nazionale del Pd di oggi, dopo il minuto di silenzio in ricordo delle vittime e un pensiero per «le loro famiglie e i soccorritori». «Non si può continuare a morire di lavoro», scandisce la segretaria davanti ai vertici del partito, anche se «iI cordoglio non basta» e «serve una spinta per portare risorse sulla sicurezza». La leader democratica invoca «una cultura nuova, che consideri la sicurezza un investimento. Più volte nel corso di quest'anno mi sono rivolta all'esecutivo per far fare un passo avanti al Paese - aggiunge -. Lo faccio anche oggi. Il Pd ha delle proposte e partono dall'idea di le tutele del settore pubblico anche al settore privato». Ad ogni modo, nonostante «questo governo» abbia portato «il subappalto a cascata nel codice», Schlein apre comunque un dialogo con Palazzo Chigi, con l'obiettivo di «lavorare insieme per dare risposte» e «aumentare i controlli».
Politica estera
Nella relazione c'è anche tanta politica estera, a cominciare dalla morte di Navalny, per cui la segretaria accusa direttamente i vertici della Federazione russa: «È doveroso in queste ore soffermarsi su questa morte. La responsabilità è chiara, è politica ed è del regime di Putin. E il nostro sostegno va a chi in Russia sta protestando per la morte di Navalny. Il regime di Putin non tollera voci e le reprime. Per questo oggi saremo in Campidoglio». Spazio anche al fronte, correlato, della guerra in Ucraina, su cui la segretaria chiede di «sostenere con determinazione il popolo» aggredito, «con ogni forma di assistenza necessaria». Anche se «allo stesso tempo - prosegue - pretendiamo dall'Ue un maggior sforzo diplomatico e politico per far cessare il conflitto e raggiungere una pace giusta e duratura per l'Ucraina. Vorremmo un più incisivo impegno dell'Italia». C'è poi il Medio Oriente con la richiesta di fermare l'attacco israeliano a Rafah («sarebbe un'ecatombe»). E infine il caso Salis, con «Il nostro governo che non ha mosso un dito per l'imbarazzo dell'amicizia e dell'alleanza con Orban. Non è accettabile vedere una cittadina italiana ridotta in catene e al guinzaglio. Lo stato di diritto vale per tutti i paesi europei».
Flussi, riforme e terzo mandato
Dopo un breve passaggio sulla gestione dei flussi migratori e l'annuncio che domenica parteciperà alle manifestazioni per l'anniversario della strage di Cutro, Schlein torna poi al fronte interno e alle critiche contro l'Autonomia differenziata: «Ci opporremo con fermezza. Non si è mai vista una patriota che spacca in due l'Italia». «Quella riforma va fermata», prosegue, perché «senza un euro il disegno è quello della secessione della Lega» e «non danneggia soltanto le regioni del Sud», ma mina «l'unità nazionale». Nel mirino anche l'altra riforma cara al governo, il premierato: «Un pasticcio», voluto dagli «apprendisti stregoni di questa destra» che si stanno esercitando nel complesso tentativo di «miscelare due riforme sgangherate».
La novità arriva dal nodo del terzo mandato, per il quale, fa sapere il responsabile enti locali, Igor Baruffi, verrà costituito un gruppo di lavoro dedicato. Allo studio una proposta che non si fermi alla possibilità di rielezione per chi ha già svolto due mandati da sindaco o da governatore di Regione, ma preveda anche garanzie per l'assemblea legislativa. «Abbiamo avanzato la disponibilità a un confronto di merito non schiacciato sul tema dei mandati, ma che preveda un sistema di pesi e contrappesi, rafforzando la funzione delle assemblee elettive - spiega Baruffi -. È un appello che facciamo a tutte le forze politiche, soprattutto a quelle di maggioranza. La segretaria ha avanzato l'idea di un gruppo di lavoro da metter in campo da qui a giovedì. Se è solo un braccio di ferro fra Lega e FdI se ne assumeranno la responsabilià». «Nel nostro interno ci sono sensibilità diverse - conferma poi la stessa Schlein -, ma noi siamo abituati a discutere e a confrontarci».
Sempre sulla politica interna, immancabile anche un riferimento al matrimonio egualitario, recentemente introdotto dalla Gracia: «È il momento anche per l'Italia», si limita a commentare.
Le alleanze
Infine le alleanze, sulle quali Schlein non fa che ribadire quanto già espresso in più occasioni lanciando un messaggio esplicito al M5s: «Dobbiamo dire una cosa chiara: noi siamo testardamente unitari sulle cose concrete. La nostra gente ci chiede di costruire una alternativa alla destra e non ci può essere alternativa senza il Pd. Questo se lo devono mettere tutti chiaro in testa. Abbiamo l'ambizione di costruire un'alternativa, di far cadere il governo», ma, precisa, «non pensiamo di essere autosufficienti, anzi spalanchiamo le porte».