mercoledì 20 gennaio 2016
​Maurizio Patriciello interviene sulle ultime dichiarazioni del governatore della Campania, che nega che il problema sia legato anche ai rifiuti industriali e riduce la tragedia della Terra dei fuochi a una questione di piromani.  
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​È un gioco al massacro. Mi viene il dubbio  che sia tutto calcolato. Tutto previsto. Tutto voluto. Non lo so. Di certo c’è che per ogni passo avanti, se ne fanno due indietro. Perché? Le risposte sono tante e tanto diverse tra loro. La faccenda ambientale in Campania – ormai è chiaro a tutti – è più complessa e ingarbugliata di quanto si possa immaginare.

Nelle foto: Terra dei fuochi, emergenza senza fine. Patriciello scopre altre discariche abusive

Il governatore della Campania ha dichiarato che «la maggior parte dei roghi non coinvolge gli scarti industriali, ma i rifiuti: in ogni caso sarebbe bene che lo Stato avviasse un’azione repressiva forte contro quelle persone che vanno ad accendere i fuochi, anche se naturalmente un’azione preventiva sarebbe migliore». Dopo anni di proteste, audizioni, documenti, articoli, libri, convegni, telecamere, cortei si ritorna alle origini: il vero problema sarebbe sempre e solo l’inciviltà dei cittadini. Se sui roghi bruciano le immondizie delle case, infatti, la soluzione è a portata di mano: basta arrestare i piromani. Strano che nessuno ci abbia pensato prima. L’angosciosa domanda, quindi, sulle produzioni in regime di evasione fiscale, non ha più motivo di essere posta. Eppure...

Eppure sabato 16 gennaio, il governatore non era dello stesso avviso. Come ricorderete, Matteo Renzi, quel giorno è venuto a Caserta. Per l’occasione sono stato invitato per un incontro personale. Sono giunto all’appuntamento con tre volontari: un medico, un avvocato, un esperto di smaltimento dei rifiuti. L’incontro è stato piacevole e cordiale.A Renzi abbiamo ribadito che le cosidette "ecoballe" accumulate in Campania durante le varie emergenze rifiuti, sono solo una parte del dramma di cui soffre la Terra dei fuochi. I 450 milioni di euro promessi al dottor De Luca per il loro smaltimento, quindi Renzi abbiamo ribadito che le cosidette "ecoballe" accumulate in Campania durante le varie emergenze rifiuti, sono solo una parte del dramma di cui soffre la Terra dei fuochi.

I 450 milioni di euro promessi al dottor De Luca per il loro smaltimento, quindi, non hanno «sanato la ferita», come il premier si è premurato di affermare. «La Terra dei fuochi è il risultato dei veleni provenienti da tanti siti industriali del centro e nord Italia e interrati nelle nostre fertili campagne. Anche dalla tua regione, Presidente». Renzi annuisce e farfuglia anche qualche nome. La camorra nostrana ha fatto affari milionari con gli industriali disonesti. Superfluo ricordare che tanti politici in questa brutta storia ci hanno sguazzato. Continuo. «La Terra dei fuochi è anche il risultato di tante industrie – soprattutto di pellami e tessuti – che, sul nostro territorio, lavorano e producono in nero». Se gli scarti di questa nefasta lavorazione non potranno essere smaltiti legalmente, dovranno, per forza, bruciare da qualche parte. Abbiamo toccato il dolorosissimo nodo dell’evasione fiscale. Sappiamo di esserci inoltrati in un pericolosissimo campo minato. A questo punto interviene De Luca e, con fare preoccupato, dice: «Non è pensabile intervenire adesso sulle industrie che lavorano in nero. In un momento di crisi come questo, vuol dire lasciare disoccupata tanta gente». Di disoccupati me ne intendo abbastanza. Il quartiere in cui sono parroco è abitato soprattutto da disoccupati, che solo nella chiesa trovano un aiuto e la forza di continuare a sperare. La mia parrocchia è un vero dispensario. «Presidente, non è questo che chiediamo, ci mancherebbe. Di lavoro, però, non si può, non si deve più morire. Noi vogliamo che si vada incontro a questi fratelli, aiutandoli a lavorare senza nuocere a nessuno, a cominciare da se stessi. Come, non lo so, spetta a voi trovare le strade. Ma non è più possibile chiudere gli occhi su questo dramma». Se non proprio le parole, il succo è questo. Ci salutiamo. Renzi ha ascoltato molto e parlato poco. Lunedì, a sorpresa, la dichiarazione di De Luca: «La maggior parte dei roghi non coinvolge gli scarti industriali, ma i rifiuti». Quali rifiuti? Sui roghi brucia di tutto. I piromani sono scaltri, bruciano in campagna, dove i sentieri stretti non lasciano passare le autobotti dei vigili del fuoco. Bruciano di notte, quando la gente dorme. Bruciano dove più scarsa è l’attenzione. Accade che quando arrivano i pompieri – se arrivano – il rogo si è già trasformato in cenere. Che cosa sia finito in fumo, le autorità non lo sapranno mai. Lo sanno bene invece i volontari che quegli scarti avevano già visto e fotografato il giorno prima. Non so perché, dopo la chiacchierata con Renzi, il governatore abbia cambiato  idea. So solo che le sue parole ci hanno fatto tanto male.

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