Emanuele Orsini, unico in corsa alla presidenza di Confindustria - Fotogramma
Con il passo indietro a sorpresa, alla vigilia, del presidente di Erg Edoardo Garrone, la strada verso la presidenza di Confindustria è in discesa per Emanuele Orsini. Sarà lui, l’imprenditore emiliano, il candidato unico alla votazione dei 187 aventi diritto nel Consiglio generale che designerà il successore di Carlo Bonomi: è il primo emiliano espressione non dei grandi industriali ma ancora una volta di quella piccola e media industria che è la dorsale dell'economia italiana. L'elezione sarà poi il 23 maggio, in assemblea.
Si chiude così una corsa per cui erano in quattro: oltre a Garrone e Orsini, infatti, si erano candidati anche Antonio Gozzi e Alberto Marenghi. Il primo, presidente di Federacciai e di Duferco Italia, era stato escluso il 14 marzo dalla commissione di designazione, mentre l'imprenditore mantovano aveva annunciato il 12 marzo il suo passo indietro per dare «un segnale di unità e di compattezza», sottolineando la necessità di «ricomposizione» e «convergenza».
Dopo mesi di tensioni, anche Garrone ha scelto di affidarsi a una lettera, inviata ai suoi colleghi, per esprimere il proprio «apprezzamento per il lavoro svolto con grande equilibrio, competenza e trasparenza» dai “saggi” che si sono «trovati a dover assumere decisioni difficili e scelte impegnative in coerenza alle regole che ci siamo dati». Ma nell’annunciare il suo passo indietro il presidente di Erg ha anche voluto «manifestare tutto il rammarico per gli inqualificabili attacchi che hanno ricevuto».
Archiviate le polemiche e gli scontri, è lo stesso Garrone che cerca di ricompattare l’ambiente: «Prima di inviare questa lettera – ha scritto – ho informato Emanuele della mia scelta, dei motivi che l’hanno determinata, della forte responsabilità a lui affidata e della certezza che il successo delle decisioni che prenderà con autonomia e responsabilità e nel solco dei valori e fini condivisi sarà il successo di tutti noi. Per una Confindustria forte occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente». Garrone ha poi aggiunto di «immaginare una Confindustria in cui il presidente non si debba mai candidare nel corso del suo mandato a ruoli politici esterni, una Confindustria che non accetti scambi con la politica»; e più tardi ha detto di aver voluto evitare «una vittoria di Pirro all’ultimo voto».
Dopo la missiva di Garrone, è arrivata anche una lettera di Orsini: fa riferimento ai «valori» sottolineati dal rivale e assicura che «sono gli stessi che mi hanno ispirato quando mi sono proposto per guidare il nostro sistema». Orsini, già dal maggio 2020 vicepresidente con delega a credito, finanza e fisco, è nato a Sassuolo il 29 agosto 1973 da una famiglia che vanta una lunga tradizione imprenditoriale. Il padre Carlo è stato determinante nella sua formazione e lui ne ha seguito le orme alla guida della “Sistem Costruzioni”, oggi leader nell’edilizia in legno e logistica industriale.