giovedì 26 settembre 2024
Sul tavolo del governo le modifiche alle procedure dei click day. Ma spuntano anche misure per rendere più stringenti i controlli alle navi umanitarie che fanno salvataggi di migranti in mare
Un salvataggio in mare di una nave delle Ong

Un salvataggio in mare di una nave delle Ong - .

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La bozza del nuovo decreto legge su flussi e migranti è uscita ieri sera dal pre-Consiglio dei ministri e dovrebbe approdare oggi in Cdm. E nell’ultima versione - secondo conferme ricevute da Avvenire da fonti qualificate- oltre alla revisione delle procedure riguardanti i flussi di ingresso dei lavoratori stranieri, hanno trovato posto pure alcune misure che riguardano l’attività di salvataggio compiuta in mare dalle navi delle organizzazioni non governative. Misure di quale genere? Su questo, le fonti interpellate non si sbottonano, confermando solo che una norma potrebbe riguardare dei termini per rendere più stringenti i controlli, con l’intento - viene spiegato - di evitare rischi per i migranti durante i trasbordi fra le onde.

Il contenzioso legale con le ong e il processo a Salvini

Le voci su un possibile inserimento last minute di una ulteriore stretta sulle regole alle quali debbono attenersi le navi delle Ong circolavano da un paio di giorni. Ma mercoledì, fonti di maggioranza interpellate dal nostro quotidiano lo avevano escluso. La materia è delicata e gli uffici legislativi dei ministeri interessati hanno continuato a effettuare valutazioni fino a ieri sera, optando infine, a quanto pare, per la formulazione delle suddette misure. Per il governo, il tema è rovente, anche per via del contenzioso legale a colpi di provvedimenti di fermo disposti dal Viminale delle navi delle Ong e di controdenunce per «detenzione illegittima » depositate dalle stesse (come per la nave di Geo Barents, bloccata nel porto di Genova). In più, com’è noto, il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini è alle prese con il processo di Palermo sul caso Open arms (che ha causato nuovi attriti fra il governo e la magistratura). Ieri lui stesso, parlando con la stampa estera, ha fatto sapere che non si dimetterà in alcun caso: «Rimarrò in carica qualunque sia la sentenza, che mi auguro sia di assoluzione».

La revisione delle procedure per i flussi regolari

Come anticipato ieri da Avvenire - a parte le misure sulle ong di cui abbiamo detto -, la gran parte del decreto legge oggi al vaglio del Cdm conterrà le annunciate norme di rimodulazione delle procedure in materia di ingresso in Italia dei lavoratori stranieri. La quota triennale fissata dal governo (452mila lavoratori) non dovrebbe essere toccata, perché le modifiche riguarderebbero le procedure di immissione e vaglio delle domande (click day, controlli di sicurezza, etc), da articolare su base regionale. Una revisione messa in cantiere da giugno, dopo l’esposto in commissione Antimafia della premier Giorgia Meloni sul pericolo di infiltrazioni criminali nel meccanismo di presentazioni delle domande in alcune Regioni (come la Campania). L’ipotesi sarebbe quella di poter programmare più click day, per ciascun settore, dall’agricoltura al turismo, con un maggior numero di finestre temporali, su base regionale, in grado di rendere più efficace il sistema. La bozza della revisione è il punto finale di un confronto avuto nei giorni scorsi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, con le organizzazioni sindacali, dei datori di lavoro e delle associazioni di volontariato. Altre norme potrebbero riguardare la tutela e l’assistenza alle vittime di caporalato e il contrasto ai trafficanti.

La telefonata fra Meloni e Scholz

Il nodo delle «questioni migratorie» e dei flussi verso l’Europa resta cruciale per la premier Giorgia Meloni, che ieri ne ha discusso col cancelliere tedesco Olaf Scholz, in un colloquio telefonico in cui - informa una nota di Palazzo Chigi -il leader di Berlino «ha illustrato le ragioni alla base della recente decisione tedesca di reintrodurre i controlli di frontiera con gli Stati membri confinanti e le ulteriori iniziative introdotte dalla Germania per contrastare gli arrivi irregolari». Meloni e Scholz hanno «concordato di mantenere uno stretto raccordo sul tema in vista dei prossimi Consigli Europei», con l’obiettivo di «consolidare il nesso tra dimensione interna ed esterna della politica migratoria Ue» rafforzando i partenariati con i Paesi di origine e transito dei migranti, ma anche i «ritorni, la lotta ai trafficanti di esseri umani e la migrazione legale».

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