La ministra dell'Interno Lamorgese con il collega francese Castaner (Ansa)
Un documento in 5 punti è stato condiviso dai quattro ministri dell'Interno di Italia, Germania, Francia e Malta al termine del summit sull'immigrazione che ha avuto luogo alla Valletta, con il supporto del commissario Ue agli Affari interni e del ministro dell'Interno della Finlandia, Paese che ha la presidenza di turno della Ue.
Ecco i 5 punti del testo condiviso da Malta, Italia, Germania e Francia:
1. un meccanismo di redistribuzione con tempi rapidissimi - al massimo 4 settimane - dei migranti soccorso nel Mediterraneo che sbarcano, sia in Italia sia in un altro Paese.
2. una volta ridistribuiti, il Paese di accoglienza si farà carico della richiesta di asilo e delle eventuali operazioni di rimpatrio delle persone non aventi diritto di asilo.
3. un meccanismo di rotazione dei porti di approdo, su base volontaria
4. si tratta di un progetto pilota da verificare, una volta che verrà applicato
5. l'obiettivo dell'accordo è che possa essere esteso al maggior numero di Paesi comunitari
Al centro il meccanismo di redistribuzione con tempi rapidissimi - al massimo 4 settimane - dei migranti che sbarcano in Italia o in un altro Paese
"Abbiamo raggiunto un accordo per un documento comune" che sarà discusso nel Consiglio Giustizia e Affari interni che si terrà a Lussemburgo i prossimi 7 e 8 ottobre con altri 24 Paesi Ue. Aveva anticipato il ministro dell'Interno maltese, Micheal Farrugia, al termine del vertice di Malta. "Conto che altri Stati membri si uniscano quando discuteranno di questo al Consiglio Giustizia e Affari interni l'8 ottobre. I progressi sono possibili se c'è volontà politica", aveva aggiunto il commissario europeo agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos.
Nel corso del vertice sull'immigrazione a Malta è stato raggiunto tra i Paesi partecipanti un accordo per i ricollocamenti dei richiedenti asilo in "tempi molto rapidi" ha ribadito la ministra dell'Interno italiana Luciana Lamorgese. L'accordo, ha detto il ministro, prevede che "entro quattro settimane" i migranti richiedenti asilo vengano ricollocati in altri Paesi che si faranno carico delle procedure di verifica dei requisiti e degli eventuali rimpatri.
Luciana Lamorgese appare soddisfatta: "L'Italia non è più sola: arrivare in Italia vuol dire arrivare in Europa". La neoministra ottiene quello che il governo italiano auspicava: un meccanismo di rotazione 'su base volontaria' dei porti di sbarco e, soprattutto, la ridistribuzione di tutti i migranti, non solo dei richiedenti asilo. "Con questo accordo, ogni Stato avrà la sua quota di migranti - ha spiegato la ministra -. Lo Stato farà i colloqui e le interviste. Laddove ai migranti viene riconosciuto che sono aventi titoli, tutto a posto. Laddove non vengono riconosciuti i requisiti per provvedere al riconoscimento" dello status di rifugiato, "sarà lo Stato ricevente che provvederà al rimpatrio".
Insomma, sarà il Paese che accoglie i migranti, e non quello di primo sbarco, ad occuparsi di tutte le procedure di identificazione. Si tratta di una 'base d'accordo' che verrà sottoposta all'attenzione di tutti i ministri degli interni europei l'8 ottobre i Lussemburgo perché, ha ricordato il commissario europeo Dimitris Avramopoulous, "è una responsabilità di tutti e dobbiamo affrontarla insieme". L'obiettivo dell'Italia è di raggiungere un "sistema automatico" di ripartizione, ma su questo c'è ancora da negoziare. La distribuzione dei migranti "su base obbligatoria - ha spiegato Lamorgese - avverrà con percentuali che saranno stabilite a seconda del numero dei Paesi Ue che aderiranno all'accordo".
È la prima volta da quando la proposta del Parlamento europeo di revisione del regolamento di Dublino si è arenata al Consiglio, nel dicembre 2017, che si fa un concreto passo avanti, anche se con un accordo tra soli quattro Stati.
LAMORGESE: NO ALLA REVISIONE DEGLI ACCORDI CON LA LIBIA
"Gli accordi con la Libia li teniamo, stiamo lavorando bene con la Guardia Costiera, che fa un gran lavoro" ha aggiunto il ministro Lamorgese nel rispondere ai cronisti che le chiedevano se l'intesa raggiunta a Malta potesse portare a una revisione dell'accordo con Tripoli.
"È ovvio - ha aggiunto la titolare del Viminale - che il nostro obiettivo è che arrivino in Italia in sicurezza e anche per questo dovremmo pensare ad un sistema di quote e a corridoi umanitari".
CHE COSA SI È DISCUSSO A MALTA NEL SUMMIT SUGLI SBARCHI NEL MEDITERRANEO
L'assegnazione del porto di Messina alla nave Ocean Viking è arrivata alla vigilia di un summit a Malta sul tema dei soccorsi in mare e degli sbarchi nel Mediterraneo centrale.
Si trattava della prima uscita internazionale del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese: "Speriamo che i lavori vadano bene. Abbiamo buone prospettive ma ne parliamo dopo" aveva annunciato il titolare del Viminale, prima del vertice. Presenti a La Valletta oltre all'Italia, i ministri dell'Interno di Malta, Francia, Germania, Finlandia e il commissario europeo Dimitris Avramopoulos.
Secondo gli esperti di migrazione dell'Ispi, dal vertice di Malta ci si attendeva un primo accordo tra “Paesi volenterosi” che, riconoscendo la difficoltà di cambiare le regole Ue in senso più solidale, si dichiarassero disponibili ad agire al di fuori dei trattati per ricollocare i migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale e sbarcati in Italia o a Malta.
Nonostante il mare alto e le condizioni meteo che si sono aggravate la nave Ocean Viking ha potuto attraccare al porto di Messina, dopo che nella serata di domenica il ministero dell'Interno ha assegnato il Place of safety POS all'imbarcazione Sos Mediterranée e Medici senza frontiere.
BREAKING: Italian maritime authorities have assigned #Messina as place of safety for the 182 survivors onboard #OceanViking.
— MSF Sea (@MSF_Sea) September 22, 2019
That on the eve before #EU leaders meet in #Valletta, #Italy opens a port to people rescued at sea, is a sign of hope that deadly policies can be reverted pic.twitter.com/mZAZPjy1qD
Va ricordato che la nave battente bandiera norvegese si trovava da quattro giorni in mare con a bordo 182 persone migranti soccorse in tre diversi salvataggi davanti alle coste delle Libia, in attesa di ricevere indicazioni per l'approdo dalle autorità competenti.
La Commissione europea coordinerà la ripartizione dei migranti salvati dalla nave Ocean Viking.
La richiesta di coordinamento è arrivata a Bruxelles nel fine settimana. Cinque Paesi si sono offerti per l'accoglienza dei migranti. Si apprende da una portavoce dell'Esecutivo comunitario.
ACNUR: GLI STATI RIPRENDANO I SOCCORSI IN MARE, SERVE UN SISTEMA DI SBARCO EUROPEO COERENTE
"È necessario ripristinare un'adeguata capacità di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. Multe, blocchi e sequestri contro le Ong devono finire": lo ha scritto l'Alto Commissario Onu per i Rifugiati, Filippo Grandi, in un intervento sul Financial Times, in vista del mini-summit odierno a Malta sulla migrazione.
"Abbiamo bisogno di un sistema di sbarco europeo coerente, sostegno agli Stati che accolgono le persone soccorse, un processo di asilo snello, equo ed efficiente, e un ricongiungimento familiare più rapido", spiega Grandi, evidenziando come, anche da parte dei leader politici, la risposta alla crisi migratoria in questi anni sia stata "troppo spesso la nuda ostilità".
I numeri del fenomeno migratorio nel Mediterraneo "sono fortemente diminuiti dal loro picco del 2015, eppure gli Stati non hanno usato questa tregua" per mettere in piedi "canali di migrazione regolari e sicuri che ridurrebbero il pericolo e alleggerirebbero la pressione sui sistemi di asilo", denuncia Grandi, affermando che il rimpatrio dei migranti in Libia, dove in migliaia sono "abusati e sfruttati", non sia una soluzione percorribile. "Voltare le spalle a coloro che chiedono aiuto non salverebbe l'Europa, bensì abbandonerebbe i valori europei fondamentali", conclude.