lunedì 10 giugno 2024
La bellezza senza tempo di un paese con una natura meravigliosa e delle tradizioni fortissime. Il rito della "caccia agli aceri" fra i templi shintoisti, in autunno, unisce fascino e spiritualità

Quando si pensa al Giappone, e alla sua unica capacità di esprimere un’unione perfetta tra uomo e natura, spesso viene in mente il simbolo più noto di questo eterno matrimonio: i fiori di ciliegio, i famosi “Sakura”. Fiori che, nella breve vita della loro fioritura alle porte delle primavera, attirano centinaia di migliaia di giapponesi e turisti stranieri al cospetto di queste nuvole bianche e rosa per godere di uno dei più noti spettacoli naturali del mondo.

Esiste, tuttavia, un altro momento dell’anno forse meno popolare a livello internazionale, ma che è in grado di regalare una bellezza senza tempo, che nulla ha da invidiare alla più famosa fioritura dei ciliegi in primavera: si tratta dell’autunno, e specialmente del momento in cui le foglie degli aceri giapponesi infiammano, con il loro colore rosso vivo, le pareti delle montagne e i giardini dei templi sparsi lungo tutto il paese. Così come in primavera i giapponesi si godono la tradizione dell’”hanami”, ovvero il “guardare i fiori” mentre si trascorre del tempo immersi nella natura con le persone a noi care, sul finire di novembre si celebra la porzione finale del ciclo annuale di vita della natura con “la caccia agli aceri”, in giapponese “Momijigari”. Tale caccia, naturalmente, può dirsi tanto più di successo quanto più intensi sono i colori dell’autunno nei luoghi in cui si decide di andare.

È per questo che da ottobre a novembre (a seconda della latitudine di questo lungo paese) migliaia di giapponesi si recano sulle montagne, nei templi della capitale storica Kyoto, e in tutti quegli angoli di Giappone dove il furore cromatico di madre natura sia in grado di dare la più spettacolare manifestazione di sè. I templi più famosi avviano persino un programma specifico di illuminazione notturna per offrire ai visitatori una suggestione in più, e non è raro vedere qualche giapponese indossare il suo più bel kimono per recarsi in questi templi, posare lo sguardo sulle rosse e appuntite foglie d’acero che ancora per poco resteranno appese ai rami, e simbolicamente ringraziare la natura per tutti i doni ricevuti nel corso dell’anno, o forse semplicemente per prenderne congedo prima della pausa rigeneratrice dell’inverno.

Il Giappone è un paese a maggioranza buddhista, ma la totalità della sua cultura è molto influenzata dai principi della religione originaria del paese del Sol Levante, che è lo shintoismo, cultura spirituale che fa del rapporto armonioso tra uomo e natura una delle sue colonne portanti. La “caccia agli aceri” non è dunque solo la voglia di vedere qualcosa di bello, o l’occasione di scattare foto memorabili, ma è soprattutto un modo di onorare un’antica tradizione e un carattere culturale profondo che è fortemente presente persino nell’iper-tecnologico Giappone moderno: l’espressione di una relazione di amicizia e vicinanza con gli elementi della natura. Tra le migliaia di luci delle grandi metropoli nipponiche, i treni proiettile e le più avveniristiche trovate tecnologiche che hanno trasformato la vita delle civiltà urbane occidentali, il Giappone riesce dunque ancora a conservare la sua anima tradizionale, e quando si prende una pausa per l’hanami primaverile o per il momijigari autunnale, e grazie alla bellezza priva di sbavature che sanno esprimere i luoghi della sua tradizione, è in grado di ricordare al viaggiatore che abbia la fortuna di vedere quello spettacolo il valore dell’equilibrio, del senso della misura, e, in ultima analisi, dell’importanza di ricordarsi di esprimere amore e gratitudine verso ciò che “sustenta et governa” le nostre vite, come diceva San Francesco nel Cantico delle Creature: la mai troppo amata Madre Terra.


Chi è

Stefano Tiozzo, nato a Torino nel 1985, fotografo paesaggista, documentarista, storyteller e scrittore. Laureato in Odontoiatria e protesi dentaria, dopo nove anni di professione abbandona la medicina per dedicarsi a tempo pieno alla sua vocazione che diventa la sua specializzazione: viaggi e natura. Il suo canale YouTube è uno dei principali canali di viaggio in Italia, conduce workshop fotografici in tutto il mondo, con un focus particolare sui viaggi nell'Artico, dedicati principalmente alla caccia all'aurora boreale. Tiene regolarmente corsi di fotografia e negli anni ha collaborato con diversi brand, numerosi enti locali del turismo italiani e per la Commissione Europea. Ha pubblicato tre libri per Ts Edizioni, il best seller “L’anima viaggia un passo alla volta” (2020), “Una scelta d’amore” (2021) e “L’altra faccia della Russia” (2022). Nel 2019 ha fondato “Seva project”, un progetto di documentario ambientale volto a finanziare progetti di riforestazione nel Sud del mondo, giungendo a piantare oltre 8000 alberi.

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