Tina Anselmi
Giorgia Meloni ha inserito Tina Anselmi nel suo “Pantheon”. Matteo Romanello, sindaco di Marcon, in provincia di Venezia, l’ha invece declassata, preferendo intitolare il nuovo plesso della scuola primaria a Piero Angela. Romanello – che è transitato dalla Lega allo stesso partito di Meloni, Fratelli d’Italia, anche se non c’è “ufficialità” del passaggio – ha sostanzialmente bocciato la scelta del Consiglio d’istituto che aveva fatto cadere l’opzione su “ Tina” la partigiana, insegnante, prima donna ministro. Pur riconoscendo come la figura di Tina Anselmi sia di «rilevante importanza» il sindaco si è espresso con «parere non favorevole» sulla possibilità di dare il suo nome alla scuola del paese. La motivazione? Si ritiene «opportuno individuare una personalità non avente carattere politico, considerato che l’intitolazione di una scuola dovrebbe avere una valenza soprattutto educativa, piuttosto che ideologica». Il sindaco ricorda inoltre si essere stato lui stesso a «suggerire al consiglio di istituto di intitolare la struttura a una donna. Ho stima di Tina Anselmi ma personalmente, visto che si tratta di una scuola pubblica, credo sarebbe più opportuno far ricadere la scelta su una personalità che si è dedicata alla formazione culturale dei giovani».
L’istituto sarà inaugurato il prossimo anno. Meglio Piero Angela – ha spiegato – perché «sarà un istituto all’avanguardia, anche dal punto di vista tecnologico. E Angela ha sempre lanciato dei messaggi improntati sul futuro, sul valore della conoscenza e sul rispetto dell’ambiente».
Le reazioni non si sono fatte attendere, prime fra tutte quelle di Castelfranco, paese originario di Tina Anselmi. « Piero Angela ha molti meriti, e credo non ci sia nulla di male a volergli intitolare una scuola. Credo però – ha obiettato Gianna Anselmi, sorella di Tina - che nessuno possa mettere in discussione quanto fatto da mia sorella per i giovani. È stata un’insegnante e, anche nell’ultima parte della sua vita, amava le nuove generazioni e ha sempre partecipato volentieri agli incontri ai quali la invitavano gli studenti». Il sindaco di Castelfranco è un leghista, Stefano Marcon, ed è anche presidente della provincia. «Non entro nel merito della scelta compiuta dal mio collega, ricordo soltanto che il presidente del Consiglio ha voluto la nostra concittadina Anselmi nel suo universo femminile di suo riferimento. Basterebbe questo per spiegare chi è stata “Tina”. Che noi, qui a Castelfranco, vogliamo valorizzare non solo in quanto concittadina, ma per la statura politica, culturale, istituzionale, sociale e morale che ha avuto. Abbiamo in cantiere una serie di importanti iniziative per ricordarla e valorizzarla. Abbiamo già tenuto tre convegni ma ne faremo altri nelle prossime settimane. L'obiettivo è che il nome di Tina Anselmi resti sempre associato al nostro Comune, per cui le dedicheremo l’auditorium, che con la arrocchia ci stiamo adoperando per realizzare».
Maria Pia Garavaglia, veneta come Tina Anselmi, compagna d’impegno politico e sociale, già parlamentare e con incarichi di Governo, oggi presidente dell’Associazione nazionale partigiani cristiani, confessa tutto il suo disagio per quanto accaduto. «Ci siamo compiaciute quando la primo ministro ha citato Tina, senza cognome, tanto era certamente identificabile. Tina Anselmi è stata una partigiana per tutta la vita perché come presidente della Commissione P2 si è dedicata ancora una volta ed ancora con rischi propri a difendere il nostro sistema democratico» la ricorda Garavaglia. Ebbene, «collocare Tina Anselmi in un contesto di ideologia è fare un torto alla persona e alla storia, che sono ormai scolpite nella nostra Costituzione».
Mettere a confronto, anzi, in contrasto Tina Anselmi con Piero Angela «è ancora più vergognoso» secondo Garavaglia, « perché certamente Piero Angela avrebbe contestato le affermazioni del sindaco. Angela, infatti, da uomo di cultura, avrebbe ricordato che Tina è stata insegnante, che come ministro della Sanità ha garantito non solo la salute ma anche la ricerca in Italia. Il sindaco ha fatto un’operazione tremendamente ideologica in un momento nel quale cerchiamo attraverso il dialogo di far abbassare lo spirito conflittuale, talvolta rancoroso e comunque pieno di ansia che in questi tempi serpeggia nella nostra comunità nazionale». Per Garavaglia, dunque, «non aver assegnato il nome di Tina Anselmi ad una scuola, cioè all’ambiente in cui si devono insegnare i valori per i quali Tina a 17 anni ha messo in gioco la sua vita, è un grave errore storico. Da correggere al più presto».
Tina Anselmi: partigiana, insegnante e ministra
Tina Anselmi è nota soprattutto per essere stata la prima donna ministro della Repubblica italiana: tra il 1976 e il 1978 fu titolare del dicastero del Lavoro e previdenza sociale; tra il 1978 e il 1979 di quello della Sanità. Ma il suo impegno politico risaliva alla Resistenza, quando fu partigiana in Veneto. Dopo la guerra, laureata in Lettere, lavorò come insegnante. Iscritta alla Democrazia cristiana fu deputata per 6 legislature. Morì a 89 anni nel 2016.