lunedì 20 maggio 2024
La giovane avrebbe lasciato da solo il piccolo sul letto a castello della cabina, dove poi è stato trovato senza vita
Un'immagine della nave Silver Whisper

Un'immagine della nave Silver Whisper - ANSA

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L’orrore in crociera. Un’ordinaria vacanza in mare è stata interrotta improvvisamente perché una donna dell’equipaggio di una nave di lusso è stata fermata per omicidio volontario. L’accusa è pesantissima: avrebbe lasciato morire il suo bambino partorito venerdì scorso, per poi nasconderlo nella cabina che condivideva con alcune colleghe. Il corpicino è stato trovato avvolto in alcuni lenzuoli. L’allarme è scattato domenica sera quando la Silver Whisper, che batte bandiera delle Bahamas, ha attraccato all’Argentario, a Porto Santo Stefano, vicino a Grosseto. Icarabinieri hanno raggiunto l’imbarcazione con una motovedetta e sono saliti a bordo per compiere le prime indagini.

La donna, 28enne filippina addetta alle pulizie delle cucine, secondo quanto si è saputo, avrebbe tenuto nascosta la gravidanza per poi partorire senza chiedere aiuto. Le colleghe si sarebbero accorte dell’accaduto troppo tardi, quando ormai per il piccolo non c’era più niente da fare.

I carabinieri hanno perquisito la cabina e altri locali della nave, effettuando anche rilievi fotografici. Sono state acquisite le prime testimonianze e le indagini ora proseguono a terra: si tratterà di capire se davvero nessun altro era al corrente della situazione o se, al contrario, qualcuno abbia aiutato o “coperto” la ragazza. Secondo indiscrezioni, qualcuno avrebbe udito alcuni vagiti, senza però avvisare il comandante. La donna non ha potuto dare molte spiegazioni perché quando i militari l’hanno raggiunta era in evidente stato confusionale: è stata portata al pronto soccorso di Grosseto ed affidata alle cure dei medici. Ieri mattina la procura di Grosseto ha deciso di metterla in stato di fermo.

La salma del bambino intanto è stata composta all’obitorio del “Misericordia”: la procura potrebbe decidere di disporre l’autopsia. Secondo i primi accertamenti, il bambino non sarebbe stato soffocato, ma sarebbe morto di stenti. Probabilmente la madre, impegnata nei turni di lavoro, non l’avrebbe allattato quanto necessario. Nel frattempo la nave, terminati i controlli, ha potuto riprendere la navigazione. Comprensibile lo sconcerto a bordo, tra passeggeri e componenti dell’equipaggio.

Stuprata una 19enne

Anche un’altra crociera si è trasformata nella scena di un delitto: una 19enne in gita è stata stuprata da altri passeggeri, tre adulti francesi e un minorenne. Tutto comincia qualche giorno fa, con la classe di giovani studenti che si imbarcano a Civitavecchia. La nave poi tocca Marsiglia e lì salgono i tre francesi. Poi, una sera, uno dei tre invita con una scusa la ragazza nella sua cabina. E lì si consuma la violenza. Una volta scappata via dalla cabina la ragazza ha trovato il coraggio di raccontare tutto al comandante della nave che a sua volta ha chiamato la polizia. La nave, in navigazione da Marsiglia, viene fatta fermare a Genova: è la polizia di frontiera che ascolta il comandante e la ragazza che verrà subito dopo ricoverata al Galliera. Nell’ospedale genovese i medici hanno confermato la violenza subita.

La procura viene informata e la nave viene bloccata in porto. La polizia, che aveva raccolto il racconto della ragazza, avvia immediatamente le indagini: ascolta testimonianze di passeggeri e equipaggio, poi visiona le immagini delle telecamere di sorveglianza. E i filmati mostrano la sequenza temporale dei fatti: la polizia vede il ragazzo francese e la ragazza che entrano in cabina, seguiti subito dopo da altri due giovani uomini e dal minorenne.

I tre adulti e il ragazzino vengono immediatamente individuati, identificati e fermati: il pm di turno dispone gli arresti e per i primi tre scattano le manette. Resta al vaglio la posizione del minorenne, che nel racconto della ragazza avrebbe partecipato alla violenza.

Una volta accertati i fatti ed eseguiti tutti gli accertamenti polizia di frontiera ha consentito la ripartenza della nave che ha già ripreso il mare. La ragazza rimane ricoverata al Galliera, dove è stata raggiunta dai familiari. Invece per i tre, in manette, è scattata l’accusa di violenza sessuale aggravata.

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