Riccardo Nencini - .
«Terribile». Una sola parola usa Riccardo Nencini per commentare la vicenda dello scrittore Antonio Scurati “oscurato” dalla Rai nel suo monologo sul 25 aprile e Giacomo Matteotti . Nencini, ex segretario del Nuovo Psi, è un biografo dell’eroe socialista trucidato da una squadraccia fascista. Dopo un libro dal titolo emblematico (Solo), ne è in uscita un altro a sua firma (Muoio per te), per Mondadori, «con documenti inediti di politica estera».
Perché definisce Matteotti «solo»?
Perché la sua figura è scomoda un po’ per tanti. Per la destra, per ovvie ragioni. Per i Popolari, che sconfessando Sturzo, diedero il loro voto a favore (con grande pentimento successivo di De Gasperi) al primo governo Mussolini, ma anche per i comunisti che, considerando imminente la svolta rivoluzionaria, non si resero disponibili al governo di grande coalizione, che Turati e Matteotti proponevano con i Liberali di Giovanni Amendola e i Popolari, che avrebbe salvato l’Italia dal fascismo.
Perché giudica «terribile» l’esclusione di Scurati?
Perché se inviti un ospite, peraltro premio Strega, deve poter esprimere il suo pensiero.
La parte storica del monologo è ineccepibile. Le critiche si riferiscono all’invettiva contro Giorgia Meloni.
Senza entrare nel merito, mi pare che non le mancassero strumenti per replicare e dare la sua versione, come poi ha fatto d’altronde. Poteva essere l’occasione per lei per pronunciare, sulla vicenda Matteotti e sul fascismo in generale, delle parole chiare e definitive che finora sono mancate, e anche stavolta non ho sentito.
Senza entrare nel merito, mi pare che non le mancassero strumenti per replicare e dare la sua versione, come poi ha fatto d’altronde. Poteva essere l’occasione per lei per pronunciare, sulla vicenda Matteotti e sul fascismo in generale, delle parole chiare e definitive che finora sono mancate, e anche stavolta non ho sentito.
Meloni ha pubblicato il monologo, criticandone il carattere oneroso che, nella versione della Rai, sarebbe la vera ragione dell’esclusione.
Francamente non mi pare una motivazione credibile.
Ma Meloni è presidente del Consiglio in carica, democraticamente eletta.
È verissimo, ma è altrettanto vero che, una volta eletta, ha giurato fedeltà a una Costituzione che Aldo Moro in Assemblea costituente definì inequivocabilmente antifascista. Di Sandro Pertini, un altro grande socialista, si ricorda una famosa frase che citava: «Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi al prezzo della mia vita perché tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente». Una bella frase, che va all’essenza della democrazia. La cosa peggiore che poteva fare la Rai, in una fase come questa di fughe a ripetizione, era censurare Scurati.
Meloni sostiene che è la destra a esser stata censurata per lunghi anni.
Ma non può essere una ragione per censurare a sua volta. Non le hanno fatto un favore, peraltro. Ma forse qualcuno ha voluto essere più realista del re.