Il palazzo comunale di Cormano - Fotogramma
È polemica a Cormano (hinterland nord di Milano) per la decisione della Giunta di centrodestra guidata dal sindaco Luigi Gianantonio Magistro, di annullare le cerimonie previste il 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica. A denunciare la decisione l’Anpi locale che l’ha definita «incomprensibile e sbagliata». Non è stato possibile raggiungere il sindaco al telefono per avere la sua posizione.
La scelta di non festeggiare il 2 giugno è piombata sulla cittadina totalmente inaspettata ed è stata motivata dalla Giunta con la volontà di evitare strumentalizzazioni a ridosso delle elezioni comunali della prossima settimana e quindi in un periodo di par condicio. Il referendum del 1946 che vide la vittoria della Repubblica sulla Monarchia guidata da Umberto II di Savoia, veniva solitamente festeggiato con la consegna di alcune benemerenze civiche ai cittadini.
Per protestare per questa scelta in piazza Scurati è stato indetto stamani un presidio «per celebrare – si legge sul sito della sezione locale dell’Anpi – la nascita della Repubblica democratica e antifascista».
Il sindaco sarà presente al mattino alla cerimonia ufficiale per la Festa della Repubblica in prefettura a Milano. Però per il Pd, che sarà al presidio alle 10:30, «non è mai accaduto che non si celebrasse il 2 giugno a Cormano, Festa della Repubblica Italiana» ed «è uno scandalo nascondersi dietro la campagna elettorale e non celebrare la festa della Costituzione italiana».
«È davvero incredibile. Evidentemente la giunta e il sindaco uscente di destra pensano che i valori che si celebrano con la Festa della Repubblica non li riguardino», ha attaccato il capogruppo regionale della Lombardia, Pierfrancesco Majorino.
Sconcerto, a mezza voce, viene anche espresso anche da altri sindaci della zona che non si capacitano di questa decisione. «Se c’è una festa condivisibile da tutti è proprio quella della Repubblica», ha commentato un primo cittadino di centrodestra.
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