mercoledì 30 ottobre 2024
Di fronte alla Mauritania sarebbero una cinquantina le vittime senegalesi morte di freddo e disidratazione. E c'è un solo sopravvissuto al naufragio avvenuto al largo delle coste libiche
Tragedie in mare: 12 morti in Libia, orrore in Senegal

Ancora morti in mare. Ancora vittime dei viaggi dei trafficanti attraverso il Mediterraneo per raggiungere l’Italia e l’Europa. Ma non è l’unica rotta letale. Perchè nelle stesse ore si è consumata l’ennesima tragedia annunciata anche nell’Atlantico di fronte alla Mauritania. Una cinquantina di persone a bordo di un’imbarcazione con 150 migranti, partita dal Senegal 7 giorni fa, sono morte di freddo e disidratazione. Tra gli 84 sopravvissuti arrivati sempre martedì in Mauritania ci sono un morto e un’altra vittima nel porto di Nuackchott. Anche la Manica è sempre più un cimitero, al pari del Mediterraneo: due corpi sono stati rinvenuti ieri pomeriggio sulla spiaggia di Equihen, nel nord della Francia, a poche ore dalla morte di un altro migrante non lontano da lì, nel tentativo di attraversare la Manica verso le coste britanniche. Sono in tutto circa 32.000 i migranti che solo quest’anno hanno tentato di attraversare il canale tra Francia e Inghilterra, considerato tra i più pericolosi al mondo.

L’ultima tragedia del Mediterraneo risale invece a martedì scorso: dodici migranti egiziani hanno perso la vita in seguito al ribaltamento del barcone su cui viaggiavano. Solo un sopravvissuto è stato salvato ed è ora in Libia. Il naufragio è avvenuto al largo delle coste libiche, segnala il sito del quotidiano libico Libya Review. Secondo la Crossings Foundation for Migrant Aid and Humanitarian Services, l’imbarcazione che trasportava 13 migranti è affondata a 60 chilometri a est di Tobruk ed erano partiti da Sharqia e Gharbia in Egitto. Il loro obiettivo era quello di raggiungere l’Italia. Il Mediterraneo continua a essere una rotta pericolosa per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa.

Quest’ultima tragedia aumenta il numero delle vittime inghiottite dal Mediterraneo. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), nel 2024 più di 2.500 persone sono morte nel tentativo di attraversare il mare. L’assenza di rotte migratorie sicure e l’inasprimento delle politiche europee alle frontiere hanno costretto molti migranti a tentare queste pericolose traversate, con la Libia che rimane un punto di transito chiave.

Anche la più lunga e pericolosa rotta dell’Atlantico continua a mietere vittime. In circa quei 1.500 chilometri che dividono le coste del Senegal e del Gambia dall’arcipelago delle Isole Canarie si sviluppa infatti la rotta migratoria più battuta da coloro che dall’Africa Occidentale cercano di raggiungere l’Unione Europea.

«Cinquanta persone sono morte di freddo e disidratazionedopo 5 giorni di navigazione» si legge su X, nel profilo di Jezebel Jones, un’attivista umanitaria. «La piroga era strapiena, molti erano seduti sul bordo della barca, con i piedi nell’acqua. Quando sono morti li hanno gettati in mare. Dei 48 arrivati sulla costa, ne sono morti altri 2». È stato il rappresentante del Senegal in Mauritania in collaborazione con la polizia a dare le informazioni della tragedia. «Una seconda vittima è deceduta qualche ora più tardi al porto di Nuakchott».

Lungo la stessa rotta, al largo dell’arcipelago delle Canarie, un caicco con a bordo 85 persone si è ribaltato domenica scorsa, mentre veniva soccorso da una motovedetta dei guardacoste spagnoli. Sono solo 27 i sopravvissuti mentre sono stati recuperati i corpi di 9 persone, fra cui un ragazzo fra i 12 e i 15 anni: 48 risultano dispersi mentre proseguono le ricerche.

Il caicco era stato localizzato alla deriva a 7 km al largo della spiaggia di Las Playas. Secondo la ricostruzione del Centro di coordinamento, nelle fasi concitate del salvataggio, in difficili condizioni di visibilità e con un vento a 20 nodi, i migranti si sono sbilanciati in massa su un lato dell’imbarcazione dove si era avvicinata la motovedetta. «Erano partiti sei giorni fa dal nord della Mauritania, avevano il motore in panne e da due giorni erano senza cibo e acqua», ha detto il delegato del governo, Anselmo Pestana, riferendo le testimonianze di alcuni dei sopravvissuti, tutti uomini originari del Mali, Senegal e Mauritania.

Caminando Fronteras, l’Ong che dal 2001 offre appoggio alle comunità di migranti nel Mediterraneo denuncia “la mattanza” continua lungo la rotta verso l’arcipelago spagnolo. Sulla base delle denunce di scomparse dei familiari, si stimano oltre 5.000 persone morte nei primi 5 mesi: una media di 33 al giorno.

Intanto, nel Mediterraneo, la nave Ocean Viking della Ong Sos Mediterranee ha soccorso ieri mattina 25 persone, tra cui 5 minori non accompagnati, da un’imbarcazione di legno in difficoltà nell’area in cui le zone Sar tunisina e maltese si sovrappongono. Partiti da Sabratha, in Libia, afferma la Ong, hanno trascorso oltre 4 giorni in mare con una sola bottiglia d’acqua a testa. Sos mediterranee protesta per il porto assegnato dalle autorità italiane: Civitavecchia. «Sono stati in mare per quattro giorni, in balia di vento e onde», dice Sos Mediterranee, chiedendo alle autorità un porto più vicino «per evitare altri 2 giorni e mezzo in nave che prolungano il loro già estenuante viaggio».

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