lunedì 2 luglio 2018
Ecco come si spiega la bufala nata dietro alle foto taroccate dei bambini morti in mare in Libia
Manipolare le foto dei bimbi morti in mare è insensato e inopportuno
COMMENTA E CONDIVIDI

Si sta parlando tanto in Rete delle foto dei bambini annegati durante la traversata delle acque libiche. Le foto sono state scattate da Mahmud Turkia e sono state acquisite e rilasciate dall'agenzia fotografica Getty e da Agence France-Presse che le hanno introdotte nei circuiti internazionali, dopo le opportune verifiche giornalistiche.
Dopo che si è avuto notizia del naufragio, lo scorso 29 giugno, sui social si sono alternati post di indignazione, mista a commozione nell'osservare i corpi di tre creature la cui vita è stata spezzata troppo presto. Tuttavia, soprattutto domenica 1 luglio, si è incredibilmente rafforzato il «partito dei complottisti», convinti che le stesse immagini riguardanti gli effetti del naufragio dei migranti fossero in realtà fake (false, finte).

La conseguenza è stata il moltiplicarsi sui social e su Internet di foto taroccate con annessi commenti tesi a deridere la morte dei tre bambini annegati nel Mediterraneo. Si tratta di fotomontaggi di dubbio gusto e oltraggiosi a livello morale, poiché insistono nel falsificare, ri-montare a proprio piacimento quella che è stata una tragedia in mare. Va ricordato che 30 donne e 70 uomini - di cui non si conosce nemmeno il loro nome - sono morti dopo aver nuotato per un’ora prima che arrivassero i soccorsi delle guardia costiere libica.

Perché questi fotomontaggi sui social sono insensati oltre che inopportuni?

Fermo restando che prima di tutto di fronte alla morte, avrebbero senso il silenzio e la preghiera: vediamo ora perché questi fotomontaggi sui social sono insensati dal punto di vista scientifico e tecnico, oltre che inopportuni.

David Puente e altri siti di debunking (vale a dire la pratica di mettere in dubbio o smentire - basandosi su metodologie scientifiche - affermazioni false, esagerate, antiscientifiche) hanno evidenziato almeno tre punti per dimostrare come siano state taroccate le foto relative alla tragedia del 29 giugno in mare diffuse da Afp e Getty.

Il primo punto riguarda la carnagione chiara dei bambini: a tal proposito viene ignorato il fenomeno della "saponificazione", con l’elevata probabilità di alterazione del colore della pelle a seguito del naufragio dei migranti.

Il secondo punto da tenere in considerazione è rappresentato dal braccio teso di una delle vittime annegate: in questo caso viene ignorato il fenomeno chiamato “rigor mortis”, o più semplicemente “rigidità cadaverica”.

Il terzo punto critico riguarda il fotomontaggio che ha come sfondo il palcoscenico di un teatro. In questo caso, è visibile ad occhio nudo come - evidenzia il sito Bufale.net - i livelli di luminosità delle figure incollate siano del tutto incompatibili con le luci dello sfondo scelto.

Un ulteriore prova documentale utile per ragionare sul naufragio del 29 giugno è il video - sul sito dell'agenzia di stampa Lapresse - che mostra il recupero dei tre bambini morti e l'approdo delle persone sopravvissute.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: