Atmosfera di Natale a Bruxelles - Ansa
C'è un dettaglio inedito e curioso nella vicenda del ritiro da parte della Commissione europea delle contestatissime «Linee guida per la comunicazione inclusiva» diffuse a uso interno e che disponevano di non citare il Natale nei documenti istituzionali perché "non tutti sono cristiani". Nella versione in italiano del comunicato nel quale la commissaria all'Uguaglianza Helena Dalli, che ha firmato il testo, afferma che il testo «non è un documento maturo e non soddisfa tutti gli standard di qualità della Commissione» annunciando che «lavorerò ulteriormente a questo documento» la commissaria conclude con una frase - «mi scuso per l'offesa involontaria che la pubblicazione di questo documento ha causato ad alcuni» - assente nella versione inglese. Come se i problemi del testo ora ritirato riguardassero solo l'opinione pubblica del nostro Paese.
Scuse (certo apprezzabili, visto lo scivolone) o non scuse, la notizia è che la Commissione Ue ha fatto dietrofront: non solo il Natale non si tocca, ma sono proprio tutte le Linee guida che vengoni rimangiate dal governo europeo dopo che erano trapelati sui media di tutto il mondo alcuni contenuti pensati per evitare la benché minima ombra di discriminazione ma dagli esiti grotteschi, come l’invito a non usare nelle comunicazioni istituzionali nomi propri di origine cristiana o l’indicazione di evitare il tradizionale «signore e signori» quando si esordisce in un discorso pubblico, preferendo un generico «cari colleghi».
L’ossessione della neutralità, che finisce a sua volta per offendere e discriminare, è così diventata un boomerang per l'immagine della Comissione, che ha deciso di riportare in cantiere le linee guida perché non adeguate allo scopo che si erano prefissate. L’ha annunciato la stessa commissaria per l'uguaglianza, Helena Dalli, che le aveva firmate facendosi orgogliosamente ritrarre a fine ottobre con il documento in mano (mai pubblicato su siti istituzionali) e impegnandosi a riformularlo.
«La mia iniziativa di elaborare linee guida come documento interno per la comunicazione da parte del personale della Commissione nei loro compiti – scrive la commissaria – aveva lo scopo di raggiungere un obiettivo importante: illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione europea verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei. Tuttavia, la versione delle linee guida pubblicata non serve adeguatamente a questo scopo». La commissaria Ue prende atto con onestà che «le linee guida richiedono chiaramente più lavoro» impegnandosi a lavorare «ulteriormente su questo documento». E si scusa. Ma solo con gli italiani..
Sul tema è intervenuto anche il cardinale Pietro Parolin. Il segretario di Stato della Santa Sede, in una intervista a Vatican News, ha detto che "la tendenza purtroppo è quella di omologare tutto, non sapendo rispettare le giuste differenze, alla fine si rischia di distruggere la persona".QUI L'INTERVISTA COMPLETA