venerdì 12 novembre 2021
Il presidente Mattarella inaugura oggi nel capoluogo piemontese il PalaSermig, nel quartiere povero e multietnico di Porta Palazzo, su un terreno concesso dal Comune
Ernesto Olivero, fondatore del Sermig. Oggi s'inaugura il PalaSermig, sport e solidarietà

Ernesto Olivero, fondatore del Sermig. Oggi s'inaugura il PalaSermig, sport e solidarietà - Giorgio Boato

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Il Capo dello Stato inaugura oggi a Torino il PalaSermig, l’"Arsenale dello sport" di Torino. È una struttura sorta nell’area di via Carmagnola 23, a pochi metri dalla sede del Sermig, nel quartiere povero e multietnico di Porta Palazzo, su un terreno concesso dal Comune. La riqualificazione urbana curata dell’Arsenale della Pace creerà in un rione considerato ai margini un polo sportivo in grado di raccogliere l’attenzione di Torino.

«Abbiamo voluto costruire un palazzetto come si deve – spiega Ernesto Olivero, fondatore del Sermig – perché continuiamo a puntare sui giovani, anche attraverso lo sport. L’obiettivo è offrire queste opportunità a chi non può permettersele. Ma con una differenza, qui si vince con i nostri valori. Lo sport per noi è battere e non abbattere l’avversario o imbrogliare, è competizione sana. Beninteso, affrontiamo seriamente le partite. Ci sforziamo, però, di non reagire al male con il male e all’insulto con l’insulto, di non discriminare nessuno. Se c’è un talento forte, ci sono tutte le caratteristiche perché al PalaSermig possa emergere».

Come è nato il progetto?
Quando abbiamo preso l’Arsenale quasi 40 anni fa siamo stati circondati dai bambini del quartiere, ma entrare non era sicuro, era tutto un cantiere. Allora un gruppo dei nostri usciva a giocare con loro. Creando l’Asd Sermig da 10 anni abbiamo scelto di essere una presenza nel quartiere per riempire di gioco organizzato le domeniche pomeriggio dei giardini e togliere spazio agli spacciatori. Ora qui accoglieremo persone che non hanno risorse perché possano imparare a giocare a calcio a 5, a pallavolo e basket. È un palazzetto da 400 posti, costruito su uno dei due campi scoperti pre-esistenti nell’area, uno spazio aperto e inclusivo sorto dove negli anni, oltre alle foglie, per giocare abbiamo dovuto raccogliere le siringhe. E abbiamo scoperto piedi talentuosi che non potevano iscriversi a nessuna società perché la famiglia doveva destinare le magre risorse alle spese di prima necessità. Oltre il 58% dei minori meno agiati devono rinunciare a fare sport e sono il 14% in più dei minori di famiglie benestanti. Il dato peggiorerà dopo la pandemia. La struttura, aperta al pubblico e al gioco non agonistico, verrà utilizzata per l’attività sportiva dell’Asd Sermig, tra cui allenamenti e partite delle categorie primi calci, pulcini, esordienti, under 15 e under 17, nonché della prima squadra in C1. Oggi sono 150 i tesserati nel Futsal e nel volley, richiestoci da bambine e ragazze.

Ma non proponete solo lo sport a Porta Palazzo...
Ci siamo impegnati ad aiutare i ragazzi anche nei compiti e con le ripetizioni, instaurando un rapporto sempre più stabile finché è nata Felicizia, la città dei bambini, battezzata con una parola meravigliosa nata dalla sintesi, in apparenza sbagliata, che una bimba cinese ha fatto di due parole, felicità e amicizia. Il Presidente Mattarella ne è diventato cittadino onorario il 26 novembre 2018.

Cosa lo ha spinto a venire a inaugurare il nuovo impianto?
Siamo felici che il Capo dello Stato abbia scelto ancora una volta di essere con noi. È la sesta volta che viene al Sermig. Per noi è un’occasione per crescere nella responsabilità. Quando poi ha scoperto che il quartiere dove è sorto il palazzetto era degradato, ha accettato subito per il messaggio di speranza e rinascita che lancia.

Cosa può fare lo sport per i giovani dei quartieri poveri?
È uno strumento incredibile per diffondere tra i più piccoli i valori del rispetto, della convivenza, dell’amicizia, dell’attenzione e del rispetto dell’altro. Li prepariamo con allenatori specializzati pazienti e forti che oltre al gioco di squadra insegnano a giocare per vincere correttamente. E nelle nostre squadre c’è il mondo: italiani, ivoriani, egiziani, marocchini, nigeriani, venezuelani, dominicani, albanesi e rumeni provano che stare insieme è possibile.

Chi vi ha aiutato a costruire il PalaSermig?
Gli amici con le loro donazioni, una banca, una fondazione bancaria e un italiano emigrato negli Usa dove ha fatto fortuna. Un amico comune ce lo ha presentato e ci ha elargito un’offerta molto generosa per terminare il nuovo complesso.




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