Islamici in piazza, a Roma e a Milano, nel pomeriggio di sabato per dire no al terrorismo, no alla violenza nel nome di Dio e della religione. Per condannare gli attentati di Parigi e in ogni luogo. A Roma la manifestazione ha preso il via poco dopo le 15 in piazza Santi Apostoli. E' stata promossa dalle comunità islamiche italiane per dire "no al terrorismo". "Musulmani d'Italia. Not in my name" si legge sullo striscione che campeggia sul retro del palco allestito in piazza, dove si sono dati appuntamento fedeli e guide spirituali e culturali dell'islam moderato. La manifestazione è stata preceduta da un minuto di silenzio. In piazza anche diversi esponenti del mondo politico e sindacale: tra gli altri i presidenti delle commissioni esteri di Senato e Camera, Pier Ferdinando Casini e Fabrizio Cicchitto, il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, il segretario della Cgil, Susanna Camusso, l'esponente di Sinistra Italiana, Stefano Fassina. Molti manifestanti hanno portato con loro cartelli con chiari messaggi contro il terrorismo: "#ionosonoterrorista", "L'Isis e un cancro del corpo islamico". Milano (Fotogramma)"La comunità islamica è unita nell'orrore". Così l'Imam Yaya Pallavicini, vice presidente del Coreis, spiega il senso della manifestazione contro il terrorismo organizzata dai musulmani d'Italia contro il terrorismo a Roma. "Siamo qui per dare un segnale di chiarezza e ringraziamo la presenza di persone delle istituzioni che sono vicine alle preoccupazioni del popolo italiano e dei musulmani onesti che denunciano l'abuso della nostra religione per una guerre che non ha senso", ha aggiunto l'imam, spiegando che "i nostri fedeli sono inorriditi e preoccupati di essere confusi con qualcosa che non ha nulla a che vedere con la nostra identità". "Stiamo dimostrando che abbiamo superato la paura e lo choc degli attentati, perché l'obiettivo dei terroristi è farci vivere nella paura. Assieme possiamo battere questo cancro dell'umanità". Così dal palco di "Not in My Name" a Roma il presidente Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii) e imam di Firenze Izzedin Elzir.Milano (Fotogramma)
Parole di stima per l'impegno contro la violenza fatto dai musulmani d'Italia sono state espresse dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Non possiamo accettare, scrive Mattarella, nel messaggio inviato al segretario generale del centro islamico culturale d'Italia, Abdellah Redouane, in occasione della manifestazione di oggi pomeriggio, "che le fedi vengano strumentalizzate e piegate da strategie disumane, che producono odio e cercano di spezzare le reti del vivere insieme e del dialogo".
Anche a Senigallia, la città di Laura Appolloni e Massimiliano Natalucci, la donna rimasta ferita e scampata con il suo amico alla strage del Bataclan a Parigi, la comunità musulmana locale si è ritrovata in piazza Roma per condannare il terrorismo jihadista e "ogni atto di violenza". La manifestazione si è aperta con un minuto di silenzio in onore dei morti. Accanto ai cittadini musulmani, esponenti della Consulta degli immigrati, della Scuola di pace, della Diocesi. Il sindaco Maurizio Mangialardi, che era insieme al consigliere comunale straniero aggiunto Rahman Aminur, ha detto: "questa manifestazione sigla un rinnovato patto di cittadinanza dell'intera comunità locale, in nome della convivenza pacifica e del rispetto della libertà di culto, dei diritti". "L'unica alternativa possibile per non cedere al terrore è andare avanti tutti insieme, isolando ogni radicalismo. Sono questi gli anticorpi migliori". E stata esposta una grande bandiera della pace.