mercoledì 7 febbraio 2024
Aveva 77 anni. Era stata senatrice per la DC, che poi aveva lasciato. Un minuto di silenzio al Senato. Le battaglie per il figlio Luca destinatario di una tenera lettera del nonno dalla prigionia
Maria Fida Moro

Maria Fida Moro - Ansa

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È scomparsa Maria Fida Moro. Aveva 77 anni compiuti il dicembre scorso. Era ricoverata in una clinica romana a seguito di complicazioni di patologie di cui soffriva da tempo. Portava il nome della nonna, Fida Stinchi, madre di Aldo Moro. Primogenita di quattro figli dello statista assassinato dalle Brigate rosse , era stata anche senatrice, eletta nelle fila della Democrazia cristiana nel 1987. L’Aula del Senato questa mattina ha osservato un minuto di silenzio in sua memoria. «Le rivolgiamo un pensiero deferente», le parole del presidente, Ignazio La Russa. Esprime cordoglio anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Il suo rapporto con la politica è stato tormentato e segnato da insuccessi e denunce per le responsabilità che attribuiva per la morte del padre, tirando più volte in ballo l’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga. Lasciato il gruppo della Dc nel 1990 passò come indipendente a quello di Rifondazione comunista. Avvicinatasi in seguito per un breve periodo ad Alleanza nazionale, nel 1999 è stata candidata per la lista di Rinnovamento Italiano-Dini alle elezioni europee. Ha aderito poi al Partito radicale, prima della sua ultima esperienza, nel 2016, da candidata al Campidoglio in una lista centrista a sostegno del dem Roberto Giachetti.

Ha scritto vari libri, il più celebre, nel 1982, autobiografico, La casa dei cento natali, che le valse il premio speciale Viareggio. Aveva anche fondato, nel 2013 un movimento ispirato ai valori della Dc, insieme al figlio Luca che era stato destinatario, piccolissimo, di una lettera tenerissima di Aldo Moro dalla prigionia: «…è il nonno, forse ricordi, che ti portava in braccio come il S.S. Sacramento, che ti faceva fare la pipì all’ora giusta, che tentava di metterti a posto le coperte e poi ti addormentava con un lungo sorriso, sul quale piaceva ritornare. Il nonno che ti metteva la vestaglietta la mattina, ti dava la pizza, ti faceva mangiare sulle ginocchia…».

Proprio per tutelare suo figlio aveva dato vita a una lunga battaglia per il riconoscimento dei benefici di vittima del terrorismo, e nel marzo dello scorso anno aveva visto coronate da successo le sue richieste: «Oggi 17 marzo - disse - la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni mi ha comunicato che la Camera dei Deputati si è mossa fattivamente per l’applicazione della legge 206 del 2004 in favore di Aldo Moro. Legge della quale ho chiesto l’applicazione per quasi vent’anni di seguito ed avevo perso la speranza».

E Giorgia Meloni esprime «profondo dispiacere per la scomparsa di una donna tenace e animata da impegno civile, che si è battuta con determinazione per i diritti dei parenti delle vittime del terrorismo. Buon viaggio Maria Fida», scrive su. X la presidente del Consiglio.
Porta il cordoglio della Cisl il segretario Luigi Sbarra e vicinanza alla famiglia per la «scomparsa di una donna che non hai mai cessato di ricercare la verità sulla morte del padre«.
«È stata una donna coraggiosa ed entusiasta che ha amato l'impegno politico nonostante le traversie ed il dolore che hanno segnato drammaticamente la sua famiglia. Prego per lei con grande tristezza», scrive l'ex presidente della Camera Pierferdinando Casini. «Esprimiamo dolore e profondo cordoglio per la scomparsa, dopo una lunga malattia, di Maria Fida Moro, in una vita segnata inevitabilmente dal rapimento ed omicidio del padre», scrive in una nota il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, ricordandone la breve militanza nelle file di An. Si associa nel ricordo il capogruppo alla Camera Tommaso Foti. Il cordoglio anche di Forza Italia, da parte dei capogruppo Maurizio Gasparri e Paolo Barelli. «Profondamente addolorato» si dice Lorenzo Cesa: «Negli ultimi anni - ricorda - ho avuto l'onore di conoscerla meglio e non ho potuto che apprezzarne le qualità umane, la sua generosità la sua affabilità. Con Maria Fida abbiamo girato in lungo e in largo l'Italia e agli incontri aveva sempre parole di forte incoraggiamento ai giovani, li sollecitava a credere in loro stessi ed a impegnarsi per la creazione di una società più giusta più umana», conclude il segretario dell'Udc, che saluta anche Luca, suo figlio, che spesso l'accompagnava. «Ha battagliato per una vita, con tratti talvolta intransigenti, per tenere nel dibattito politico e culturale italiano la straordinaria lezione di suo padre, Aldo Moro. Ora, per chi crede, lo riabbraccia nell'infinità. E ci piace pensare che lo faccia nella luce, perché - come scrisse il padre - sarebbe bellissimo», scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato. «La notizia della morte di Maria Fida mi coglie a New York, al Palazzo di vetro dell'Onu, dove Aldo Moro pronunciò un importante discorso il 21 giugno 1967. Parlò di Israele e della questione palestinese, parlò di un problema "umano, sociale e politico, la cui soluzione esige generosità, immaginazione e coraggio". La storia ci ripropone oggi la stessa richiesta di "generosità, immaginazione e coraggio". L'impegno civile di Maria Fida Moro è stato contraddistinto dalla volontà di preservare la grande lezione di politica di suo padre, raccogliamo questo testimone in un passaggio della storia che ha bisogno della saggezza di statisti come lui fu», dichiara il leader di Noi moderati Maurizio Lupi.

Risiedeva a Fiano romano. I funerali si terranno domani alle 15 in forma strettamente privata.

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