lunedì 5 agosto 2024
Il deputato di FdI torna sulla sua intervista al La Stampa, in cui aveva contestato l'esito del processo sull'attentato del 1980, parlando di un teorema costruito contro la destra
Mollicone rilancia: Le sentenze hanno riscritto la storia

Ansa

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Federico Mollicone non arretra, anzi, rilancia. Dopo aver sollevato un polverone con la sua intervista a La Stampa sulla strage di Bologna, il deputato di FdI è tornato sull'argomento, confermando le sue dichiarazioni e insistendo sulla necessità di «un'interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia» per sapere se nello «sciame di processi» legati alla vicenda «siano state rispettate le garanzie di accusa e difesa e il cosiddetto giusto processo».

Mollicone resta convinto che con le sentenze sulla bomba alla stazione di Bologna «si sia andati un po' oltre la realtà giudiziaria» e «si sia arrivati a una riscrittura della storia d'Italia ancora non dimostrata e non dimostrabile, perché è una verità storica e non giudiziaria. Fermo restando - ha però aggiunto - la solidarietà ai parenti delle vittime e la ricerca della verità che dobbiamo fare da parlamentari e da cittadini». In realtà, sembrano sfumare le dichiarazioni più controverse emerse nella prima intervista e che avevano suscitato perplessità anche da parte di esponenti della maggioranza. Soprattutto il passaggio in cui il parlamentare del partito della premier ha parlato di «un'obiettivo di parte della magistratura» per «accreditare il teorema per cui nel dopoguerra gli Usa, con la loggia P2, il neofascismo e perfino il Msi avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi, condizionato la storia repubblicana». Ma in ogni caso, ha ripetuto oggi Mollicone, «La Stampa ha riportato in maniera fedele l'intervista».

È l'ennesima grana che Giorgia Meloni si ritrova in casa, dopo che lei stessa aveva riconosciuto la matrice ideologica dell'attentato del 2 agosto del 1980 e lo stesso, in modo ancor più esplicito, aveva fatto il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ribadendo il «rifiuto» del governo «di ogni forma di odio e intolleranza» e di «fascismo o totalitarismo». Senza contare l'assist alle opposizioni, che hanno avuto modo di inferire ancora una volta sulla compagine del capo dell'esecutivo e sulla nostalgia di alcuni suoi rappresentanti. Mollicone è intervenuto anche su questo punto: «Ho avuto attacchi molto duri, attacchi personali, intimidazioni vere e proprie - ha spiegato - si è creata una bolla polemica sul nulla, che sono sicuro si riassorbirà. Basta essere onesti intellettualmente e leggere le risposte che ho dato». Poi è tornato sui processi: «Ne faccio innanzitutto un problema tecnico legislativo giudiziario. A prescindere dalla sentenza, se in quel processo sono state rispettate le garanzie, se tutte le prove sono state ammesse, e se tutti i testi di accusa e difesa sono stati ammessi. Perché questo purtroppo non è accaduto».

Dopo l'intervista tutti i leader dell'opposizione erano insorti, a cominciare dalla segretaria dem Elly Schlein e dal presidente 5s Giuseppe Conte. Entrambi hanno chiesto a Meloni di prendere una posizione, ma la premier ha preferito non intervenire e ieri ha anche evitato di prendere parola per le commemorazioni di un'altra strage, quella dell'Italicus. Un segnale evidente della volontà di non alimentare ulteriori polemiche nella speranza che l'incendio si estingua da sé. Del resto la maggioranza ha già abbastanza problemi, con le scaramucce interne sulle nomine Rai (ma non solo), e le scadenze che attendono l'esecutivo al ritorno dalla pausa estiva. Sermpre oggi, però, è stato il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a riprendere il tema cercando di chiarire la posizione di Palazzo Chigi: «Diciamo che le polemiche non servono a nessuno. Le risposte le hanno già dati i miei colleghi di partito. Credo che sia totalmente chiara qual è la posizione di Fratelli d'Italia, del nostro governo in relazione agli accadimenti storici».


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