Luigi Amicone - Ansa
Un infarto nel cuore della notte ha stroncato Luigi Amicone, giornalista e storico direttore della testata Tempi. Aveva 65 anni. Appassionato, da sempre impegnato in politica, mai moderato. Ma anche capace di ascoltare e di confrontarsi senza risultare banale. Non si può non parlare di lui senza raccontare il suo impegno politico, che ha radici negli anni ’70, all'Istituto tecnico industriale milanese Molinari, in cui entrò in contatto con ambienti vicini ad Avanguardia operaia. Ma questi non facevano per lui e un incontro con don Giorgio Pontiggia prima e con don Luigi Giussani dopo gli cambiarono la vita.
Durante gli anni si fa portatore di molte battaglie: contro il referendum sul divorzio e sull'aborto. Si oppone con forza a quel clima di giustizialismo emerso dopo la stagione di "Mani Pulite". E ancora contro l’eutanasia, i matrimoni gay. In Comune a Milano dice "no" all’idea del riconoscimento all’anagrafe del doppio papà per i figli dell’utero in affitto. Nella scorsa consiliatura a Milano è stato esponente di punta di Forza Italia, assai critico però con il centrodestra a guida Lega, di stampo sovranista, anche se lui non ha mai nascosto la sua ammirazione per Trump, Putin e anche Orban.
Durante la recente campagna elettorale, Amicone non aveva risparmiato critiche al centrodestra per la scelta di candidare Luca Bernardo, senza crederci troppo, diceva sempre. Tanto da attaccare apertamente Matteo Salvini per le sue strategie: "Forse ha confuso Milano con Milano Marittima…". Era così: ironico e tagliante allo stesso tempo ma anche appassionato di Milano e delle idee in cui credeva.
Il funerale si terrà giovedì alle 10.45 nel Duomo di Monza