martedì 28 maggio 2024
Provvedimento in Gazzetta ufficiale. La premier Meloni aveva detto ieri: sbarchi diminuiti. Il Viminale ha chiesto ancora 6 mesi: permane lo stato d'eccezionalità, attesi aumenti dei flussi in estate
Migrante sbarcato a Ravenna nei giorni scorsi e trasferito nei centri d'accoglienza

Migrante sbarcato a Ravenna nei giorni scorsi e trasferito nei centri d'accoglienza - Ansa

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Finalmente, dopo più di un mese e mezzo, è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la proroga per altri 6 mesi dello stato di emergenza per gli sbarchi di immigrati, approvata dal Consiglio dei ministri il 9 aprile. Un inspiegabile ritardo denunciato da Avvenire nei giorni scorsi, uno dei due “gialli” di cui avevamo scritto. Ricordiamo che questo stato d’emergenza era stato dichiarato dal Governo l’11 aprile 2023 per la durata di sei mesi. Poi prorogato il 5 ottobre per altri sei mesi. Decisioni prese per i numeri da record degli sbarchi lo scorso anno. Malgrado il calo del 2024, alla scadenza della proroga il Governo ne ha decisa un’altra, per altri sei mesi.

Ora, dopo la pubblicazione, il provvedimento è realmente efficace. Coincidenza, la pubblicazione è arrivata proprio nel giorno in cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha rivendicato i successi del governo. «Buone nuove sul fronte dell’immigrazione illegale. Grazie al lavoro lungo e complesso che stiamo portando avanti, gli sbarchi in Italia continuano a diminuire. A oggi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono diminuiti quasi del sessanta per cento».

Dati confermati dal ministero dell’Interno che ha comunicato come sono finora 19.592 le persone migranti sbarcate sulle coste da inizio anno, rispetto alle 47.851 dello stesso periodo del 2023 mentre nel 2022 erano state 18.469. Eppure è proprio il Viminale ad aver chiesto la proroga dello stato d’emergenza così come si legge nel provvedimento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale che cita la nota n. 28027 del 29 marzo 2024 con la quale «nel rappresentare l’eccezionalità della situazione in atto, è stata richiesta la proroga dello stato di emergenza di rilievo nazionale».

Nella nota, si legge ancora, il ministero «ha rappresentato la complessa evoluzione dello scenario di crisi internazionale, destinato ad innescare crescenti ondate migratorie che potrebbero giungere sulle coste del Mediterraneo attraverso la Libia, nonché la previsione di un nuovo sensibile incremento degli ingressi di cittadini stranieri in Italia a fronte della stabilizzazione di condizioni meteo-marine favorevoli con l’approssimarsi della stagione estiva».

Interessanti le parole “crescenti ondate migratorie” che sembrano smentire gli annunci del Governo e il riferimento solo alla Libia e non alla Tunisia, da dove sta arrivando il maggior numero di immigrati. Un quadro confermato dalle frasi successive. Il documento di proroga infatti sottolinea che «gli interventi per il superamento del contesto di criticità sono tuttora in corso e, quindi, l’emergenza non può ritenersi conclusa». Ricorda inoltre che «in virtù delle misure derogatorie e semplificatorie, introdotte a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza e proseguite per effetto della sua successiva proroga, è stato possibile realizzare ex novo o ampliare in maniera celere ed efficace strutture dedicate all’accoglienza dei migranti, e che la conferma delle misure suddette risulta necessaria per far fronte alle nuove eventuali criticità che dovessero presentarsi».

Ricordiamo che la dichiarazione di stato di emergenza è molto utile ai prefetti che trovano molta difficoltà a trovare soluzioni di accoglienza. Gran parte dei bandi vanno deserti, sia per l’abbassamento delle cifre giornaliere, sia per il rifiuto di molte associazioni di accettare le nuove condizioni che non prevedono più interventi di integrazione ma solo vitto e alloggio. Così i prefetti, messi alle strette, grazie allo stato di emergenza, usano gli affidamenti diretti, molto criticati. Ora con la nuova proroga si prova ad affrontare la stagione estiva con sicuro aumento degli sbarchi, come dice lo stesso provvedimento.

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