sabato 25 novembre 2017
Sos Mediterranée: «Ricevute istruzioni dalla centrale operativa. Ci hanno impedito i soccorsi». Il giurista Vassallo: «Gli accordi con la Libia non possono derogare le Convenzioni internazionali»
Roma ferma in mare la nave Aquarius. Migranti riportati in Libia
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Il mare come un muro per i migranti, anche quelli intercettati in acque internazionali, anche quelli più vicini alle navi Ong, le poche ormai rimaste in area Ricerca e soccorso (Sar). I profughi vengono "soccorsi" e portati a bordo dalla Guardia costiera libica e dalle navi della marina libica. È successo ieri pomeriggio ma non è la prima volta. Il tweet della organizzazione non governativa Sos Mediterranée, in mare con la nave Aquarius (che ha salvato oltre 300 persone negli ultimi due giorni) fotografa la situazione in quel tratto di mare, ieri, attorno alle 13 circa. «#Aquarius ha ricevuto istruzioni da #MRCC Roma (la centrale operativa della Guardia costiera italiana a Roma, ndr) di rimanere in standby mentre #GCL (Guardia costiera libica, ndr) e Marina libica coordinano intercettazione 3 gommoni in difficoltà in acque internazionali Aereo militare #UE monitora situazione. Rifugiati e migranti in fuga #Libia saranno riportati indietro».


Ci sono 3 gommoni in difficoltà in acque internazionali, ma nessuno può intervenire. La nave Ong ha ricevuto l’ordine di fermarsi mentre un aereo militare europeo monitora dall’alto. I migranti devono essere riportati in Libia. Dove saranno rinchiusi nei centri di detenzione. Questo è l’ordine.

«La sicurezza del nostro equipaggio è fondamentale. Noi non siamo armati – sottolineano i medici di Msf a bordo della nave Aquarius in un altro tweet – sappiamo che tutte le unità che operano sotto la bandiera della Guardia costiera libica sono armate. Sarebbe pertanto molto pericoloso tentare un salvataggio in queste circostanze se non autorizzato». Nelle stesse ore anche la Ong tedesca Lifeline lancia l’allarme dal Mediterraneo e accusa l’Ue: «Una nave militare ci ha impedito di fare ricerca e soccorso in mare – twittano –. Ci è stato ordinato col pretesto di non ostacolare un’esercitazione in corso. L’azione illegale degli Stati membri Ue cambia strategia». A fine giornata la Guardia costiera libica conferma di aver salvato 660 migranti nelle ultime 48 ore e di averli portati alla base di Abu Sitta a Tripoli e accolti da personale dell’Acnur e dell’Oim.


Secondo Fulvio Vassallo, già docente di Diritto d’Asilo all’Università di Palermo, i migranti sono stati «riconsegnati» alle motovedette libiche «dai comandi italiani di Mrcc e dall’unità di coordinamento italo-libico presente a Tripoli», questo perché «sono stati intercettati in acque internazionali nella fase antecedente l’arrivo delle motovedette libiche», ed erano in quel momento «sotto esclusiva giurisdizione italiana ed avrebbero avuto diritto di essere sbarcati in un "place of safety"», cioè in un luogo sicuro. «Gli accordi con la Libia non possono derogare le Convenzioni internazionali», spiega Vassallo secondo cui l’intesa del 2 febbraio con il governo di transizione non «legittima questi che sono veri respingimenti collettivi anche perché cogestiti da Mrcc (il cui quartier generale è a Roma, ndr) con l’unità mista interforze italo libica», la cui esistenza e i cui compiti sono stati rivelati nei giorni scorsi da "Avvenire" e che si trova a Tripoli dove è ormeggiata la nave Tremiti della Marina militare italiana.


Intanto la Commissione europea ha stanziato altri 40 milioni per l’emergenza migranti in Italia. Le risorse europee dovrebbero finanziare i servizi offerti a migranti e richiedenti asilo quali assistenza medica, interpretariato e mediazione culturale negli hotspot di prima accoglienza. I soldi saranno inoltre destinati per anche per le operazioni di sorveglianza delle frontiere e ricerca e soccorso in mare. «Con questa decisione, la Commissione mantiene il suo impegno di sostenere l’Italia», ha detto il commissario all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos. Con i 39,92 milioni promessi adesso, i fondi d’emergenza dell’Ue destinati all’Italia ammontano complessivamente a 189 milioni, che si aggiungono ai 634,25 milioni di risorse già allocate per il periodo 2014-2020 nei capitoli di spesa dedicati a migrazioni e sicurezza interna.

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