Un fermo immagine del video che mostra la nave Geo Barents minacciata dalla guardia costiera libica - @MSF_ITALIA
Purtroppo è sempre la stessa storia: quando una nave Ong incrocia la cosiddetta guardia costiera libica il rischio è quello di essere minacciati o addirittura attaccati. È quello che successo alla nave Ong Geo Barents di Medici senza frontiere da poche ore in zona Sar libica, lungo la rotta del mediterraneo centrale, a salvare migranti che tentano di fuggire dalle atrocità dei centri di detenzione libici.
«Il team di Msf a bordo della Geo Barents è stato testimone di un respingimento da parte della Guardia costiera libica di un'imbarcazione in difficoltà in acque internazionali – informa la Ong Medici senza frontiere - Mentre ci avvicinavamo per aiutare le persone e portarle in salvo, hanno minacciato di sparare».
In un tweet i medici volontari condividono un filmato realizzato a bordo della nave di ricerca e soccorso. Nel video viene riportata anche la registrazione della conversazione telefonica tra lo staff della Geo Barents e la Guardia costiera libica, a cui l'interprete riferisce in arabo il fatto che uno dei migranti si è appena "lanciato in acqua".
Dall'altra parte, gli agenti avrebbero risposto intimando più volte alla nave di "restare alla larga" dall'imbarcazione in difficoltà, affermando che in caso contrario avrebbero "aperto il fuoco", un monito accompagnato anche da insulti.
#GeoBarents
— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) January 24, 2023
❗️Il nostro team ha assistito oggi all'intercettazione da parte della Guardia Costiera Libica di un'imbarcazione in difficoltà in acque internazionali.
Mentre ci avvicinavamo per aiutare le persone e portarle in salvo, hanno minacciato di sparare. pic.twitter.com/ul4fw2KRVu
il soccorso di 69 migranti
Poche ore dopo un'altra barca in difficoltà è stata avvistata dalla nave Ong. L'operazione di soccorso ha permesso così di mettere in salvo 69 persone: tra loro ci sono 9 donne e 25 minori (di cui due bambine di 5 anni). L'imbarcazione era stata segnalata da Sea Bird2 (l'aereo della Ong Sea Watch, ndr)
in acque internazionali vicino alla Libia.