sabato 7 luglio 2018
Migliaia di adesioni tra piazze e social all'iniziativa di Libera, Gruppo Abele, Arci, Anpi, Legambiente per una politica di accoglienza. Adesione dell'Ac. Salvini sarcastico, la replica di don Ciotti
Il vescovo ausiliare di Roma Sud, don Paolo Lojudice (a sinistra), don Luigi Ciotti (al centro)

Il vescovo ausiliare di Roma Sud, don Paolo Lojudice (a sinistra), don Luigi Ciotti (al centro)

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Da quota 2000 al rifugio Gran Paradiso, all'isola di Lampedusa. Passando per i campi di formazione sui beni confiscati di Libera, alla Goletta Verde di Legambiente in navigazione verso la Campania. Sono stati tantissimi i cittadini che hanno risposto all'invito lanciato da don Luigi Ciotti di Libera e Gruppo Abele, Arci, Legambiente, Anpi e dal giornalista Francesco Viviano, cui ha aderito anche l'Azione cattolica. La richiesta per tutti era di indossare oggi una maglietta rossa per ricordare i tanti bambini migranti morti in mare e, in generale, di chi ha perso la vita nelle traversate, una #magliettarossa per "Fermiamo l'emorragia di umanità". E l'hashtag della giornata è tra i primi della classifica di Twitter.

«Di rosso era vestito il piccolo Aylan - spiega don Luigi Ciotti, fondatore di Libera - la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l'indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati qualche giorno fa davanti alle coste libiche. Di rosso arrivano tanti bambini, vestiti così dalle madri nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l'attenzione dei soccorritori».

Don Ciotti ha scelto Roma, insieme a Stefano Ciafani presidente nazionale Legambente e Giuseppe Demarzo coordinatore Numeri Pari, dove è sceso in piazza dell'Immacolata, a San Lorenzo, che stamattina si è riempita di cittadini vestiti di rosso. Con lui anche il vescovo ausiliare del settore Sud, don Paolo Lojudice, che ha infilato sul clergyman la maglietta rossa. Presente una delegazione dei circa cento rifugiati sudanesi del Darfur che il Campidoglio ha sfrattato il 5 luglio da una palazzina in via Scorticabove a San Basilio, gestita da una cooperativa fallita, coinvolta in Mafia Capitale. «Dov'è la nostra protezione internazionale?» la scritta sul loro striscione. Tra i manifestanti anche Piero Fassina di Liberi e Uguali.

A Napoli sono stati illuminati di rosso il colonnato di Piazza del Plebiscito ed il Maschio Angioino a Napoli. Manifestazione anche a Torino, in via Garibaldi. A Palermo magliette rosse sul tavolo della conferenza stampa di presentazione del 394° Festino di Santa Rosalia, patrona di Palermo, cui hanno partecipato tra gli altri nella Curia arcivescovile il sindaco Leoluca Orlando e l'arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice.

Politici e personaggi del mondo dello spettacolo hanno postato foto con la maglietta d'ordinanza: i cantanti Fiorella Mannoia e Vasco Rossi, i gli scrittori Roberto Saviano («i migranti indossano magliette rosse sperando di essere visibili in caso di naufragio. Oggi mettiamoci nei loro panni. #apriteiporti"») e Carlo Lucarelli, il medico di Lampedusa Pietro Bartolo. Il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, è salito sul palco dell'assemblea indossando una maglietta rossa. Lo stesso il governatore dm del lazio Nicola Zingaretti. «Dalla parte dei bambini, dalla parte di chi ci chiede asilo, sempre» il tweet di Rosy Bindi che accompagna la sua foto in maglietta rossa con l'ashtag #restiamoumani. Lo stesso ha fatto il senatore Piero Grasso, leader di Leu, in una foto di gruppo da Forlì. Migliaia le adesioni di cittadini, associazioni, circoli, parrocchie.

In maglietta rossa anche la presidenza nazionale dell'Azione cattolica: «Rossa come la vergogna di un'Europa che gioca allo scarica barile con il problema dei migranti». L'Ac aderisce «con l'augurio che questa giornata sia per tutti l'occasione per analizzare le paure, i pregiudizi e il razzismo che sono alla base di un drammatico deficit di solidarietà, di umanità che sembra interessare il nostro Paese».

Dal Viminale l'ironia del ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Che peccato, in casa non ho trovato neanche una maglietta rossa da esibire oggi...». Polemizzando poco dopo col giornalista Gad Lerner, "reo" di avere al polso un oroglogio di marca: «Maglietta rossa e Rolex, fantastico». Immediata la risposta di don Luigi Ciotti: «Gliela porto molto volentieri una maglietta al Viminale, un piccolo gesto, fatto con rispetto», dice il fondatore di Libera e Gruppo Abele. «Credo che dobbiamo incontrarci - aggiunge don Ciotti - per metterci nei panni un po' degli altri. È importante riflettere, porsi delle domande, ragionare, anche nelle diversità. Per evitare queste semplificazioni e e queste paure verso il diverso che si stanno diffondendo».

Polemico anche il deputato Alessandro Morelli (Lega ) che critica i giornalisti di RaiNews 24 in maglietta rossa: «II servizio pubblico radio-televisivo smette di essere pluralista per diventare partigiano». L'esponente pentastellato Alessandro Di Battista pubblica un lungo post su Facebook: «Ehi tu che indossi una maglietta rossa sei lo stesso lacchè di Napolitano, colui che convinse il governo a dare via libera ai bombardamenti in Libia, preludio di una delle crisi migratorie più gravi della storia?». E prosegue accusando i manifestanti di "complicità" con le scelte guerrafondaie di Hillary Clinton, Obama, Sarkozy. Poi anche di Mafia Capitale e del muro in Cisgiordania. E di indifferenza per la povertà in Africa e in Messico, dei festini a base di coca che finanziano le mafie. Precisando, alla fine, di avercela col «mucchio di gente ipocrita che ha deciso di sposare quella solidarietà pelosa», ma che ci sono anche «tante bravissime persone» tra i manifestanti.




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