
Riprendono le partenze dalla Libia
Riprendono gli sbarchi di migranti a Lampedusa. In 114 sono stati soccorsi in alto mare da motovedette dell'assetto Frontex. Le due imbarcazioni erano salpate da Zuwara, in Libia, con a bordo eritrei, pachistani, bengalesi ed egiziani. Dopo il primo soccorso di 68 uomini, è stato richiesta un'evacuazione medica di un giovane in forte stato di ipotermia che è stato subito portato al poliambulatorio della maggiore delle isole Pelagie. I migranti hanno riferito d'aver pagato 5mila euro a testa per la traversata. In 113 sono stati portati all'hotspot di contrada Imbriacola dove c'erano già 55 ospiti.
Il “giallo” dei centri dismessi in Albania
Prosegue così il “rebus” delle persone soccorse in mare e la loro destinazione “finale” per la richiesta d’asilo. Questi ultimi, secondo i piani del governo (e solo chi avrebbe risposto ai criteri individuati cioè uomo singolo, maggiorenne e proveniente da paese sicuro) sarebbero dovuti essere trasferiti nei centri in Albania, cosa che invece non è avvenuta, dopo tre stop dai giudici e in attesa del pronunciamento della corte di giustizia Ue sui Paesi sicuri il prossimo 25 febbraio. Intanto il governo tira dritto. E ancora una volta, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, alla domanda se avessero iniziato a svuotare i due centri ha ribadito il suo ennesimo “no". Lo spunto nasce da un’inchiesta secondo cui «alcuni lavoratori della Medihospes, la società che ha in gestione i centri di Shengjin e Gjader» sarebbero stati licenziati, a causa di «una serie di pronunce giudiziarie contraddittorie e non conformi agli orientamenti della Corte di cassazione italiana nonché l'impossibilità momentanea di accogliere nuovi flussi di migranti». I centri per migranti in Albania, che «il governo aveva presentato come un modello, si sono rivelati un colossale fallimento: da sabato, nei centri di Shengjin e Gjader rimarranno solo pochi poliziotti di guardia e qualche medico, mentre tutti i lavoratori della Medihospes, la società incaricata della gestione, verranno licenziati – attacca Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs -. Quasi un miliardo di euro bruciato per un progetto mai realmente operativo».
Oim: 118 migranti morti in mare da inizio anno
Finora nel 2025 sono morte almeno 118 migranti lungo le rotte del Mediterraneo: 101 nel Mediterraneo centrale, 8 nel Mediterraneo occidentale 9 nel Mediterraneo orientale. Lo riferisce l'Organizzazione internazionale della migrazioni. «Dobbiamo fare di più per salvare vite», afferma l'Oim. «Il traffico di esseri umani - sottolinea Amy Pope, direttore generale dell'agenzia dell'Onu - mette a repentaglio vite e priva le persone della loro libertà. Lavoro forzato, sfruttamento sessuale e altri abusi sono in aumento. L'Oim collabora con i governi per combattere la tratta, proteggere i sopravvissuti e garantire la dignità di tutti».