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Meloni collegata a distanza con l'evento di Nicola Porro: da lì ha sferrato l'attacco a Lo Voi - ipa-agency.net
Si era sbagliato chi pensava che lo “stop” di qualche giorno delle aule parlamentari fosse un’opportunità per calmare le acque sul caso Almasri. Perché dopo la mancata informativa del governo al Parlamento, la premier Giorgia Meloni sfrutta la prima occasione pubblica per sferrare un nuovo attacco diretto al pm che le ha comunicato l’iscrizione nel registro degli indagati, Francesco Lo Voi (comunicazione arrivata anche ai ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio e al sottosegretario Alfredo Mantovano). «Era chiaramente un atto voluto», dice la premier mettendosi contro chi dice che l’azione di Lo Voi è stata, al contrario, un atto dovuto, inevitabile, dopo l’articolato esposto dell’avvocato Luigi Li Gotti.
L’occasione è il breve collegamento video di Meloni a La ripartenza, evento organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano. Per la premier l’iniziativa di Lo Voi ha fatto «un danno alla Nazione». E sarebbe l’esempio di come «un pezzetto di magistratura» vuole «governare », ma allora, incalza Meloni, «si candidino: non si può fare che loro governano e io vado alle elezioni».
I vicepremier la seguono in toto sulla linea dura, nonostante la legale e parlamentare Giulia Bongiorno abbia consigliato prudenza e nonostante ci siano buone possibilità che il Tribunale dei ministri archivi il procedimento. Antonio Tajani ritiene «bizzarro» che ogni atto del governo debba essere sottoposto, spiega, al giudizio della magistratura. E Matteo Salvini, partendo dall’archiviazione dell’indagine sul suo fedelissimo Armando Siri, afferma: «Un altro fallimento di una “giustizia” - è il leader leghista a usare le virgolette - che ha invaso il campo della politica».
Nel frattempo però il tempo che il governo si è preso prima di riferire alle Camere viene utilizzato per valutare un’altra opzione: mettere sul caso-Almasri il sigillo del “segreto di Stato”. Un’ipotesi, non di più. Ma che, se portata a fondo, l’esecutivo motiverebbe ricordando che Almasri nel suo curriculum ha anche la lotta contro i terroristi dell’Isis.
Quella contro Lo Voi sembra comunque una strategia studiata a tavolino. Sono emersi documenti, rilanciati dal Tg1 di mercoledì sera, che riguardano un ricorso di Lo Voi al presidente della Repubblica e al Consiglio di Stato contro un provvedimento adottato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, il quale nel gennaio 2023 ha sospeso l'uso dei voli di Stato per il procuratore di Roma, che in quel momento era “accusatore” di Matteo Salvini nel processo Open Arms, con sede a Palermo. Lo Voi in questo frangente è nella bufera anche per il rischio di incappare in una iniziativa disciplinare del Csm a causa di un documento riservato dei Servizi depositato agli atti di un procedimento.
Ma per le opposizioni quella di Meloni e del governo è una strategia per deligittimare il magistrato e non affrontare il confronto sul caso-Almasri, generale libico per cui ha spiccato un mandato di cattura per feroci crimini la Corte penale internazionale. Un mandato che però l’Italia non ha eseguito, liberando il generale dopo il primo arresto a causa della mancata comunicazione diretta con il Guardasigilli Carlo Nordio (anche l’azione della Cpi è nel mirino del governo, con l’accusa implicita di aver voluto mettere in difficoltà l’Italia dopo che Almasri era stato in altri Paesi europei).
«Meloni continua a scappare, dovrebbe riferire al Paese nelle sedi istituzionali e non ai propri follower», attacca la leader del Pd Elly Schlein. «Il danno d’immagine - dice il presidente M5s Giuseppe Conte - è avere fatto la scelta politica di sfregiare la legalità internazionale imbarcando su un volo di Stato, a nostre spese, un criminale».
Tajani, per replicare a Schlein, ricorda il caso-Ocalan, con un governo di sinistra. « Ai tempi Schlein aveva 13 anni», la replica dei dem.