lunedì 7 ottobre 2024
La premier alla sinagoga di Roma per la cerimonia di commemorazione dell'attacco di Hamas. Mattarella «Scongiurare un allargamento del conflitto»
Meloni: «Ricordare e condannare. Pagina drammatica»

Ansa

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La presenza di Giorgia Meloni e di molti suoi ministri alla cerimonia di commemorazione dell’attacco del 7 ottobre dimostra quanto la premier non voglia lasciare dubbi sulla posizione dell’esecutivo rispetto al massacro messo in atto da Hamas. All’arrivo del capo dell'esecutivo alla sinagoga di Roma lunedì mattina ci sono già, tra gli altri, i titolari degli Interni e dell’Istruzione, Matteo Piantedosi e Giuseppe Valditara, assieme al ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Quartiere ebraico blindato e in tensione dopo la manifestazione pro-Pal di sabato e i disordini tra manifestanti e le forze dell'ordine.

​Le parole della premier

«Il 7 ottobre 2023 il popolo israeliano ha vissuto una delle pagine più drammatiche della sua storia», scandisce Meloni, «non dimentichiamo la disumana aggressione perpetrata un anno fa da Hamas. Abbiamo sempre negli occhi il massacro di migliaia di civili inermi, donne e bambini compresi, e il vilipendio dei loro corpi, mostrati al mondo senza alcuna pietà. Il nostro pensiero è rivolto costantemente agli ostaggi, strappati alle loro famiglie e ai loro cari, e che ancora oggi attendono di tornare a casa. Ricordare e condannare con forza ciò che è successo un anno fa non è un mero rituale - continua - ma il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché la reticenza che sempre più spesso si incontra nel farlo tradisce un antisemitismo latente e dilagante che deve preoccupare tutti. E le manifestazioni pubbliche di questi ultimi giorni lo hanno, purtroppo, confermato». Il capo dell'esecutivo conferma poi l'impegno italiano per la pace in Medio Oriente ribadendo però «il legittimo diritto di Israele a difendersi», così come «la necessità che questo sia esercitato nel rispetto del diritto internazionale umanitario». Il che significa non poter ignorare «l’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza», di fronte al quale il Paese «non rimane insensibile».
Per la premier è chiaro che «l’attacco di Hamas ha scatenato un’escalation che potrebbe avere esiti imprevedibili». Un rischio per scongiurare il quale, l'Italia, come Paese cui tocca la presidenza di turno del G7, «continuerà ad impegnarsi», guardando «a una soluzione politica duratura, basata sulla prospettiva dei due Stati».

​Mattarella: «Scongiurare un allargamento del conflitto»

Della necessità di «scongiurare un allargamento del conflitto» in corso parla anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio di ieri. Anche il capo dello Stato si fa interprete della più «ferma condanna e forte indignazione» rispetto al «barbaro attacco condotto da Hamas contro inermi cittadini israeliani» e della «grande vicinanza della Repubblica Italiana al popolo israeliano così ignobilmente colpito». «Partecipiamo con commozione al dolore delle famiglie delle vittime - prosegue Mattarella - e rinnoviamo l'appello affinché le persone prese crudelmente in ostaggio con pratica disumana, vengano liberate e possano ricongiungersi ai loro familiari».

​Di Segni: «La disinformazione offusca le menti»

Alle parole della premier si aggiunge il monito del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, che denuncia «la campagna sistematica di disinformazione» seguita all'attacco di Hamas, preludio «dell'ubriacatura collettiva che ha offuscato le menti di molti intorno ad analisi manichee di oppressi contro oppressori». Un atteggiamento pericoloso il cui risvolto più inquietante è «la celebrazione del terrorismo come atto rivoluzionario, che raccoglie consensi ecumenici dai giornali, alle scuole, alle università alle piazze». «Negli anni di piombo le istituzioni e i partiti italiani riuscirono a frenare questo processo - ricorda -. Oggi sta dilagando. Nessuno si illuda che la violenza auspicata da chi giustifica il terrorismo si fermi agli ebrei, sarebbe ingenuo».

​I messaggi delle opposizioni

Il ricordo della strage è unanime e anche dai partiti di opposizione arrivano messaggi di cordoglio: «È passato un anno da una strage che ha sconvolto Israele e il mondo - dice il capogruppo dem in Senato, Francesco Bnoccia -. Hamas ha ucciso più di 1000 persone e ora assistiamo a un conflitto che sta devastando tutto il Medio Oriente e provocando migliaia di vittime anche tra il popolo palestinese e libanese. È necessario che cessi il rumore delle armi e delle bombe». Di «orrore disumano» parla invece il vicepresidente M5s, Riccardo Ricciardi, che ricorda anche i «42mila morti di Gaza, di cui 14mila bambini», e le responsabilità del governo di Netanyahu. Il presidente dei deputati di Iv, Davide Faraone, si fa interprete di una posizione più netta, sostenendo che «ci ha a cuore la democrazia non può che stare dalla parte di Israele» e denunciando «l'antisemitismo schifoso mascherato da pacifismo».

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