Luca Re Sartù, 24 anni, educatore e catechista impegnato nell'oratorio di Marnate - .
Una morte improvvisa. Una tragedia sconcertante. Che ha gettato in un dolore indicibile una famiglia e un’intera comunità. La famiglia è quella di Luca Re Sartù, 24 anni, morto venerdì 11 agosto all’ospedale San Gerardo di Monza a pochi giorni dal rientro dal Portogallo, dove aveva partecipato alla Giornata mondiale della gioventù. La comunità è quella di Marnate, provincia di Varese, diocesi di Milano, che ricorda Luca come ragazzo di fede, impegnato in oratorio come educatore e catechista.
Che cosa l’ha portato via, così implacabilmente? «Ipotizziamo che abbia contratto il batterio, lo stafilococco, a Lisbona – ha spiegato alla Prealpina Francesco, il papà, ex consigliere comunale –. Al suo ritorno, mercoledì 9 agosto alle 23,30 all’aeroporto di Bergamo, è stato portato al pronto soccorso della Mater Domini a Castellanza: qui ha avuto un arresto cardiaco. I medici sono stati bravissimi e lo hanno ripreso ma hanno capito la gravità della situazione e che fosse necessario un intervento differente e specializzato. Giovedì mattina l’hanno trasferito all’unità coronarica dell’ospedale di Monza ma non si è più ripreso, fin quando, venerdì pomeriggio, ci ha lasciati». A causa dell’infezione, il giovane è andato in setticemia. E questo – a rendere ancora più acuto il dolore – ha reso impraticabile l’idea di donare gli organi. «Ora – prosegue il papà – attendiamo che venga eseguita l’autopsia», programmata per lunedì 14 agosto. Allora si potrà fissare la data del funerale.
Il vicario episcopale per la Zona IV-Rho, il vescovo ausiliare Luca Raimondi (anch’egli a Lisbona per la Gmg) ha già assicurato che verrà a celebrare le esequie. Per Marnate, una nuova occasione per stringersi alla famiglia di Luca: com’è accaduto fin dalla notizia del ricovero e della morte. E com’è accaduto venerdì sera col Rosario recitato nella chiesa parrocchiale, nel corso del quale è stato letto un messaggio dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. «Mi unisco alla desolazione, alla preghiera di suffragio, all’invocazione del Consolatore per Luca, per i suoi cari e per tutti coloro che sono sconcertati per questa tragedia», ha scritto il presule. È stato letto anche un messaggio del parroco di Marnate, don Alberto Dell’Acqua, in questi giorni in Camerun per un viaggio missionario. «Vi sono vicino, come posso, da qui. Luca vi è ancora più vicino e soprattutto ora il suo sguardo vede più in profondità dei nostri», sono le parole arrivate dal cuore dell’Africa.
«Catechista, educatore, frequentava la chiesa e l’oratorio, dove si dedicava ai più piccoli, lavorava in una ditta a Gorla Minore ed era un ragazzo molto sereno e positivo»: così lo ricorda don Ugo Lorenzi, sacerdote del Seminario di Venegono che il sabato e la domenica presta servizio a Marnate. «Una presenza gioiosa e gentile, desideroso di vivere l’esperienza della Gmg e di mettersi in gioco pur nelle fatiche del pellegrinaggio e dei diversi appuntamenti», incalza don Alessandro Metre, responsabile della Pastorale giovanile del decanato Valle Olona (a cui appartiene Marnate) e che assieme a don Simone Seppi, vicario parrocchiale a Fagnano Olona, guidava il gruppo di 35 ragazzi – del quale facevano parte Luca, il suo fratello maggiore Davide e la fidanzata di questi, Valentina – «in Portogallo dall’1 al 9 agosto, prima a Lisbona, quindi, dal 7, a São Pedro de Moel, tre giorni in campeggio per rivivere insieme in un clima più rilassato la bellezza di questo incontro. Negli ultimi giorni – racconta don Metre – Luca si sentiva spossato e aveva febbre, i diversi medici che lo hanno visitato in Portogallo hanno riscontato una sindrome influenzale affrontata con Tachipirina. Il 9, al rientro a Orio al Serio, è arrivato senza forze». E la situazione è precipitata. Prima Castellanza. Poi il San Gerardo. «Dove don Simone ed io, venerdì pomeriggio, ci siamo recati in visita. Quando i medici hanno constatato la morte cerebrale, abbiamo benedetto Luca e abbiamo pregato con i suoi cari, cercando di essere loro vicini. Come sta facendo e farà l’intera comunità, a partire dai ragazzi del gruppo che ha vissuto con Luca l’esperienza della Gmg. E che ora è chiamato a essere ancora più unito, per accompagnare in questa prova la mamma, il papà, Davide e Valentina». Per essere voce e volto di quel “Consolatore” invocato dall’arcivescovo Delpini.