venerdì 3 gennaio 2025
Il procuratore del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria Di Palma fa il punto sull’applicazione del piano della Cei che offre un futuro libero dal giogo dei clan: da 9 a 26 ricorsi nel 2024
Cresce la voglia di libertà dei giovani dalla criminalità

Cresce la voglia di libertà dei giovani dalla criminalità - Dal Web

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«Ricordo quello che disse un collaboratore di giustizia sentito in udienza a Palmi anni fa: “Mio cognato, noto esponente di una famiglia di ‘ndrangheta di Gioia Tauro, si vantava che i maschi della sua famiglia non si erano mai dovuti rimboccare le maniche per lavorare”». Con questo ricordo dibattimentale, Roberto Di Palma, procuratore del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, commenta in esclusiva per Avvenire i dati dell’anno giudiziario dell’ufficio da lui diretto.

La mafia vuole smontare lo Stato a partire dal suo fondamento primo: il lavoro. «Noi insegniamo ai ragazzi che esiste un mondo diverso» chiarisce Di Palma. «Cerchiamo di far capire che non si lavora sulle spalle degli altri, ma si lavora con le mani proprie». Se la ‘ndrangheta “educa” i bambini a diventare i delinquenti del futuro, lo Stato, invece, si propone di far maturare i loro talenti e di metterli a servizio della comunità in un ambiente sano e scevro di condizionamenti criminali. Come? Attraverso il Protocollo “Liberi di Scegliere”, finanziato dalla Conferenza episcopale italiana coi fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. «Durante il 2024 abbiamo assistito ad un incremento significativo della applicazione del protocollo - spiega ancora il procuratore -. Siamo passati dai 9 ricorsi avanzati al Tribunale nel 2023 ai 26 del 2024». Il Protocollo prevede la sospensione della responsabilità genitoriale per i coniugi mafiosi e il consequenziale allontanamento dei minori che vengono affidati a strutture o famiglie lontane dal luogo di nascita e di residenza del nucleo di origine. L’incremento del 189% delle richieste di adesione fa ben sperare; tuttavia, il Protocollo è ancora in fase sperimentale ed è quindi una misura provvisoria: «Il nostro obiettivo - prosegue Di Palma - è che diventi una legge dello Stato. Questo ci permetterebbe di poter disporre di una copertura finanziaria e di strutture che vengano pagate regolarmente, due requisiti essenziali per poter avviare le procedure di “Liberi di scegliere” in maniera molto più sistematica».

Il procuratore del Tribunali dei minori di Reggio Calabria, Di Palma

Il procuratore del Tribunali dei minori di Reggio Calabria, Di Palma - Dal Web

Da quanto si evince dai dati del 2024, la Procura ha iscritto un numero più elevato di fascicoli rispetto al 2023, complessivamente l’aumento è stato del 30%. «Questo ci porta a due conclusioni - chiarisce il procuratore -. Da una parte c’è un maggior numero di persone che decide di denunciare e affidarsi alla magistratura, dall’altro è oggettivo che stiamo andando incontro a dei giovani che sono più propensi a commettere dei reati». Rispetto alla tipologia di crimine commesso dai minori, si registra un preoccupante incremento dei reati sessuali: «Dare in mano un telefonino in età ancora preadolescenziale - commenta Di Palma - comporta che i minori usufruiscano di un mondo del tutto artefatto e alterato della sessualità, perché nei siti pornografici che i ragazzi sistematicamente frequentano, la sessualità è intesa in maniera completamente diversa rispetto a come dovrebbe essere intesa, c'è una fruizione totalmente sbagliata, anticipata nel tempo, falsata nei suoi contorni».

Il magistrato, poi, fa riferimento ad atti processuali: «Abbiamo letto alcune chat frequenti tra ragazzini al di sotto di 14 anni, in cui si fa riferimento ad approcci con ragazze basati tutti quanti su violenza, su brutalità, che sono dovute solamente a ciò che apprendono su Internet». Anche in questo caso, quindi, il cattivo esercizio della responsabilità genitoriale porta ad esporre i propri figli a reati penalmente rilevanti.

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