giovedì 11 febbraio 2021
Hanno votato in 75.537 su 119.570 aventi diritto. Di Maio: scelta la via europea. Ma resta il dissenso interno. Di Battista: lascio. Il Pd approva la linea Zingaretti
La piattaforma Rousseau

La piattaforma Rousseau - Ansa

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I sì per l'appoggio al governo di Mario Draghi sulla piattaforma Rousseau sono stati 44.167, con una percentuale del 59,3 per cento. I voti contrari sono stati 30.360 contrari, pari al 40,7 per cento. È stato il notaio Valerio Tacchini a fornire l'esito del voto online degli iscritti del Movimento cinque stelle alla piattaforma Rousseau che oggi, dalle 10 alle 18 si sono espressi sul via libera al nuovo esecutivo guidato da Draghi.

Questo era il quesito:



Gli aventi diritto al voto erano 119.570, e i voti espressi sono stati 74.537. Le preferenze espresse all'ora sono state 9.317. Il notaio ha fornito un raffronto con le due votazioni precedenti, per il Conte 1 e il Conte 2, quando si registrò un numero inferiore di votanti: "Su dieci ore di votazione nel 2018 l'affluenza fu di 4.480 votanti all'ora. Per il Conte 2 fu di 8.848 in 9 ore".

immediate le reazioni politiche, a partire dagli stessi grillini: per Di Maio, "in uno dei momenti più drammatici della nostra storia recente, il MoVimento 5 Stelle sceglie la via europea, sceglie un insieme di valori e diritti di cui tutti noi beneficiamo ogni giorno e dietro ai quali, purtroppo non di rado, si nascondono egoismi e personalismi".

Alla chiusura del voto il presidente dell'Associazione Rousseau si è detto soddisfatto "dell'esercizio di democrazia diretta al quale Rousseau ha dato vita anche questa volta. La votazione si è svolta regolarmente. Rousseau si conferma essere un modello di partecipazione unica dal basso che permette a tanti cittadini di avere voce nelle scelte politiche del Paese".

L'esito rispecchia i "desiderata" dei vertici del Movimento, che per tutta la giornata hanno fatto in modo di rendere pubblico il loro voto favorevole a Draghi. Quel restante 40,3%, cioè i voti contrari, ha in Di Battista il portavoce più in vista. In un video su Facebook Di Battista ha detto: "Accetto la votazione ma non posso digerirla. Da tempo non sono d'accordo con le decisioni del Movimento 5 Stelle e ora non posso che farmi da parte".

Dei circa 280 parlamentari M5s, sulla carta sono una cinquantina quelli sensibili alle sue posizioni. I più smaccatamente anti-governissimo lo hanno ribadito in giornata. Spingendosi, al massimo, ad accettare un'astensione in Aula. "Siete voi iscritti al M5s - ha detto la senatrice Barbara Lezzi - che potete decidere se accomodarvi accanto a Berlusconi, Salvini, Renzi, Calenda e gli altri oppure pretendere che tutto passi dal M5S". E l'ex ministro Danilo Toninelli: "Ho votato No. Per evitare di sedersi al tavolo con certi personaggi che sono tra i motivi per cui è nato il Movimento 5 Stelle".

Beppe Grillo

Beppe Grillo - Ansa

L'esito della consultazione su Rousseau, però, è vincolante per ogni eletto, pena l'uscita dal Movimento.

A questo punto, in Parlamento il nuovo governo può contare sull'appoggio di tutti i gruppi, tranne Fratelli d'Italia. Leu è in forse, in attesa di valutare punti del programma e composizione dell'Esecutivo. Una spinta forte al via libera dei militanti M5s è arrivata dalla decisione, fatta trapelare da Draghi, di prevedere un ministero per la transizione ecologica, che dovrebbe orientare la gran parte degli investimenti legati agli oltre 200 miliardi di fondi del Recovery. Per Grillo, dovrà trattarsi di una sorta di cabina di regia che riunisca i ministeri "della Finanza, dell'Economia Sostenibile, insieme al ministero dell'Ambiente e a quello dell'Energia", con "due o tre persone scelte, una da noi del Movimento, due da lui, di grande, di grosso spessore".

Che ci sia il timore di una tenuta dei gruppi, però, emerge chiaramente dalle dichiarazioni del capo politico, Vito Crimi, che si è affrettato a sottolineare: "Il mandato che gli iscritti ci hanno conferito oggi è chiaro: il Movimento 5 Stelle sosterrà il nuovo governo. La democrazia del Movimento passa per il voto degli iscritti che è vincolante".

E questa sera anche la direzione del Pd ha votato per l'appoggio al governo Draghi. La votazione si è chiusa alle 19.45. Il sì è stato unanime, dopo la relazione del segretario Nicola Zingaretti in cui si argomentava il sostegno al governo Draghi.

Ora la strada del premier incaricato è spianata. Vinte le resistenze dei 5 stelle con l'indicazione di un ministero dedicato alla Transizione ecologica, venerdì Draghi potrebbe salire al Quirinale con la lista dei ministri.

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