Il candidato premier di M5S Luigi Di Maio
Prosegue la bufera sul Movimento 5 stelle fra mancati rimborsi dei parlamentari e candidati in odor di massoneria. Dopo il servizio de Le Iene, che ha denunciato i casi di Andrea Cecconi e Carlo Martelli, rispettivamente deputato e senatore a 5 stelle, oramai di fatto espulsi dal Movimento per aver tradito la regola della restituzione di parte dello stipendio, la polemica non cessa. Sarebbe ancora superiore, infatti, rispetto a quanto raccontato dai media, l'ammanco nel fondo per le Piccole e medie imprese in cui i parlamentari versano la quota stabilita dal regolamento interno. Dallo staff del Movimento non trapela alcuna cifra, anche se ormai si parla di ben oltre 1 milione di euro. Tanto che è stata coniato anche il termine "Rimborsopoli"
Intanto un altro europarlamentare ha lasciato il M5S. E questa mattina l'eurodeputato David Borrelli ha ufficializzato il suo ingresso nel gruppo dei non iscritti. Borrelli ha comunicato alla delegazione italiana del MoVimento 5 Stelle che la sua è stata una scelta sofferta ma obbligata da motivi di salute. "Prendiamo atto che Borrelli non fa più parte del MoVimento 5 Stelle", scrive in una nota Laura Agea, capo delegazione M5S al Parlamento europeo. Borrelli è considerato molto vicino a Grillo, ed è uno dei tre soci fondatori della piattaforma Rousseau, insieme a Davide Casaleggio e Massimo Bugani.
E proprio Bugani ha lanciato un duro avvertimento: "Cacceremo a calci chi ha fatto finta di versare e non ha versato", ammettendo che "certi controlli e comportamenti di chi valutava in alcuni casi sono stati trascurati nel corso di questi anni. Ed è stato un errore".
La reazione di Di Maio: cacceremo le mele marce
Mentre i tecnici M5s proseguono le verifiche al Ministero dell'Economia, il Movimento tira dritto e mostra il pugno di ferro, rispendendo al mittente le accuse che piovono, in piena campagna elettorale, dagli altri partiti. "Questo è un Paese strano in cui restituisci 23,1 milioni e la notizia è che manca lo 0,1", scandisce Luigi Di Maio. "Ci sono 7mila imprese in Italia che lo testimoniano perché quei soldi hanno fatto partire 7mila imprese e 14mila lavoratori. Non sarà qualche mela marcia a inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi e, come sanno gli italiani, da noi le mele marce si puniscono sempre".
Secondo il servizio de Le Iene, la questione riguarda almeno una decina di parlamentari e non solo Cecconi e Martelli.
Intanto con un lungo post su Facebook il senatore M5S Maurizio Buccarella ha annunciato la sua autosospensione dal Movimento in merito al caso rimborsi "per tutelare anche la mia serenità personale e familiare". "Non me ne vogliano i colleghi, attivisti e candidati con i quali fino ad oggi mi sono impegnato nella campagna elettorale, continuo a sostenerli idealmente e cercherò di dare una mano comunque, finché mi sarà permesso", dice ancora.
Il candidato premier M5S Luigi Di Maio si è presentato stamattina negli uffici dell'Istituto di credito che è a Montecitorio, con lo staff M5S e l'inviato de "Le Iene", Filippo Roma, tra gli autori dell'inchiesta sulle "restituzioni" dei parlamentari M5S. "Ho effettuato bonifici al fondo del microcredito per un totale di oltre 150.000 euro, certificato dal direttore della banca. Ho anche rinunciato alle indennità aggiuntive da vice presidente della Camera. In tutto ho restituito o rinunciato in 5 anni di legislatura a più di 370.000 euro", ha poi scritto Di Maio Facebok aggiungendo: "Oggi ho incontrato Filippo Roma de Le Iene. Come promesso abbiamo verificato tutti i bonifici che ho effettuato"
Il candidato appartenente a una loggia massonica
Di Maio ha bollato come "game over" la corsa per le elezioni di Catello Vitiello, candidato M5s, che ha 'nascosto' di aver fatto parte di una loggia massonica. Ma tutto questo non basta a spegnere i fari sul Movimento. Da Firenze è il segretario del Pd a lanciare l'affondo: "Ci hanno detto per anni che noi eravamo la massoneria: i massoni li candidano loro. È in discussione il gioco stesso della democrazia, ogni giorno il capo dei 5 Stelle si alza e dice: questo non ci rappresenta... ".
A stretto giro arriva la risposta dei pentastellati: "Noi, se scopriamo che qualche candidato appartiene alla massoneria e non ce lo dice, lo cacciamo. Renzi, invece, ci fa il governo insieme. Infatti è stato al governo sia con Berlusconi, tessera P2 numero 1816, che con Verdini, di cui sono note le frequentazioni massoniche, come più volte ha affermato Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente democratico".
Nel fuoco di fila entra anche l'ex M5s Federico Pizzarotti: "Trattato come un appestato solo perché osavo dire le cose alla luce del sole, con totale chiarezza e davanti a tutti, con me hanno confuso la trasparenza con la mancanza di etica", scrive sul suo profilo facebook. "Invece la mancanza di etica e la disonestà intellettuale era tutta loro, che facevano pure finta di rendicontare. Allora lo dico chiaro e tondo: non siete il partito degli onesti. Siete il partito delle offese e della disonestà intellettuale. Io vado avanti a testa alta, come sempre. Voi da oggi non potete più dire né fare altrettanto", aggiunge l'ex M5s.
I versamenti, ciò che manca
I parlamentari 5 Stelle rivendicano di aver versato al fondo per le Pmi 23.418.354 euro e il documento del ministero dello Sviluppo economico certifica una somma di 23.192.331 - con un ammanco, calcolatrice alla mano, di 226mila euro - c'è da tenere in
considerazione che alcune regioni hanno versato i soldi sforbiciati a stipendi e rimborsi dei consiglieri in quello stesso conto,
contribuendo al tesoretto del Fondo per le Pmi.
Nello specifico, stando alle carte, i 5 Stelle dell'Emilia Romagna avrebbero versato al conto corrente numero 00000219222 ben 329.297 euro, la Liguria 145.704 euro, il Veneto 41.360 euro. Considerando gli importi versati dalle tre Regioni, si arriva a un totale di 516.361, che dunque non sarebbero stati elargiti da deputati e senatori.
Inoltre vanno aggiunti gli eurodeputati del M5s. Mancherebbero 606mila euro, come certificato dallo stesso blog giorni fa.