lunedì 18 dicembre 2023
Il Presidente dei 5 stelle replica alla Premier: «Ha offeso l'intero mio gruppo, danneggiato l'Italia, umiliato il Parlamento. Ho avvisato Mattarella». Esclusa una sua candidatura alle Europee
Conte con il fan che smentirebbe le accuse sul Mes di Giorgia Meloni

Conte con il fan che smentirebbe le accuse sul Mes di Giorgia Meloni - ANSA

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«Io ho appena consegnato al presidente Fontana una richiesta di istituire un giurì d'onore e una commissione deputata ad accettare le menzogne denigratorie e la dolosa condotta di Giorgia Meloni». Il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte convoca una conferenza stampa - senza anticipare l'argomento affrontato - per replicare agli attacchi della premier. Per Conte la Presidente del Consiglio «ha offeso l'intero mio gruppo, che sulla questione del Mes ha sempre assunto posizioni per quanto sofferte ma chiare, ha danneggiato l'Italia e umilia il parlamento. Non lo possiamo accettare - dice - ed è un precedente che non può essere derubricato come dialettica politica, sventolando un foglio che esso stesso smentisce il dichiarante».

Conte sottolinea di avere «prima avvertito Fontana e poi ho presentato il ricorso». Poi puntualizza: «Data la gravità di questi comportamenti ho ritenuto di dover avvertire anche il presidente Mattarella». Sul Mes aggiunge che «Meloni non ha mai chiarito cosa farà adesso che è presidente del Consiglio. Il Mes non è lo strumento che avrei mai introdotto, non è comunitario ma intergovernativo. Abbiamo lavorato per migliorarlo. Chi è venuto dopo di me, Draghi e Meloni, cosa hanno ottenuto? Quale modifica? Meloni ne venga a parlare in Parlamento. Lo ha introdotto e lo ratificherà, a compimento delle sue menzogne».

Sulla candidatura alle elezioni europee risponde secco: «Lo escludo nel modo più assoluto. Non vedo nessuna possibilità solo per, potenzialmente, incrementare i voti per il M5S. Da noi c'è serietà di condotta nei confronti degli elettori». E a chi gli chiede poi se la segretaria dem Elly Sclein possa svolgere un ruolo da federatrice, in vista di future alleanze, risponde: «Mi auguro che lo sia, perché il Pd ha bisogno di fare chiarezza al proprio interno dei vari passaggi. Noi non abbiamo bisogno di nessun federatore. Mi piacerebbe che il Pd possa, federando tutte le correnti, far chiarezza sulla questione morale. Non ho ancora visto una posizione chiara sulla questione morale - aggiunge poi - e mi aspetto che si chiariscano i contorni della transizione ecologica, che si chiariscano le posizioni sulla visione non solo europea ma estera». Secca la replica dal Nazareno: «Siamo impegnati a contrastare Meloni e il governo, non rispondiamo agli attacchi di Conte. Da quando è segretaria, Schlein non ha mai speso una parola contro le opposizoni, ma ha sempre lavorato per trovare un terreno comune con le opposizioni, come è successo con il salario minimo, avendo lei la responsabilità di guidare il maggior partito di opposizione».


Cos'è e come funziona il Giurì d'onore:
cosa dice il Regolamento della Camera

«Quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, può chiedere al Presidente della Camera di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza dell'accusa», il cosiddetto Giurì d'onore. Lo prevede il Regolamento della Camera, all'articolo 58. Nella prassi parlamentare la nomina di un Giurì d'onore presuppone tre elementi: innanzitutto l'addebito personale e diretto di un parlamentare nei confronti di un altro nel corso di una discussione; in secondo luogo l'attribuzione di fatti determinati e non quindi l'espressione di un giudizio o una opinione; e infine la possibilità che la Commissione di indagine - che non dispone di poteri coercitivi - possa acquisire elementi di conoscenza in ambito parlamentare o attraverso testimonianze spontanee degli interessati. Il Presidente della Camera assegna, recita ancora il Regolamento, «un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione».




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