Quattro medici in servizio all'ospedale di Locri sono stati iscritti nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta, aperta dalla Procura della Repubblica, sulla morte della piccola Sara Sarti, 5 anni, deceduta ieri nel nosocomio del Reggino. I sanitari sono indagati per omicidio colposo ma, si fa notare negli ambienti giudiziari, l'avviso di garanzia è un passaggio obbligatorio per consentire il pieno svolgimento delle indagini. La bambina, residente con i genitori a Vecchiano, in provincia di Pisa, si trovava a Casignana, nel Reggino, in vacanza, ospite nella casa dei nonni. Era stata portata in ospedale perché da alcuni giorni vomitava ed aveva qualche linea di febbre. Dopo le visite era stata rimandata a casa, ma ieri mattina i nonni l'avevano riportata in ospedale, dove prima di entrare aveva perso conoscenza. Ricoverata in rianimazione, è deceduta poco prima della 18.
L'accusa della madre: «Me l'hanno ammazzata». "Se l'avessero ricoverata, mia figlia adesso sarebbe viva. Me l'hanno ammazzata e devono pagare". È un urlo di dolore quello che lancia la mamma della piccola Sara, Caterina Nicita, che è arrivata nella notte a Casignana (Reggio Calabria), in una corsa disperata da Vecchiano (Pisa), dove vive con il marito. La piccola Sara, 5 anni, era ospite dei nonni. Da domenica avvertiva dolori alla pancia. "Domenica ho portato Sara al pronto Soccorso di Locri, perchè mia moglie era preoccupata", racconta il nonno, Rocco, ai giornalisti. "L'ha visitata una dottoressa che era di turno. Ha detto che la bambina non aveva niente, neanche sintomi di appendicite. Le ha dato lassativi e supposte. Ha detto che non c'era bisogno di ricoverarla". E mentre il giardino di casa si riempie di parenti e amici, che portano il loro abbraccio ai due giovani genitori, il nonno continua il suo racconto. "Ieri stava malissimo, l'abbiamo portata subito in ospedale. Fino ad Ardore ancora rispondeva, poi è crollata", dice l'uomo. "Le hanno fatto la tac. Poi un medico mi ha detto che la bambina aveva vomitato e una parte del liquido era andata nei polmoni. Ma Sara non ha mai vomitato ieri", dice sconfortato il nonno. Il padre della piccola, Alfonso Sarti, non trattiene le lacrime: "Ancora ora - dice - non so perché mia figlia è morta. Dai giornali ho appreso che forse si tratta di una polmonite, io però so soltanto che mia figlia non c'è più".
Quattro morti sospette in un mese. Con la morte di Sara Sarti, sono quattro le morti sospette avvenute in Calabria nel mese di agosto in tre ospedali e una clinica privata calabresi. Il 10 agosto scorso, nell'ospedale di Cetraro, sul Tirreno Cosentino, è morta una bambina di otto anni, di Belvedere Marittimo. La piccola, ricoverata dopo giorni di persistenti fenomeni di diarrea e vomito curati a casa, ha avuto un improvviso peggioramento che ne ha impedito il trasferimento in eliambulanza nel più attrezzato ospedale di Cosenza, così come era stato deciso dai medici.Ad Acri, sempre nel Cosentino, il 15 agosto è morto un uomo di 50 anni, Antonio Abbruzzese, ricoverato a causa di un forte dolore ad una gamba. In una clinica, Villa Elisa di Cinquefrondi, nel Reggino, infine, sempre il 15 agosto, è morta Chiarina Gambettola, di 44 anni, deceduta dopo avere partorito il quarto figlio. Sulle vicende, oltre alle inchieste aperte dalla magistratura, anche la Regione si è subito attivata nominando commissioni di inchiesta che hanno già preso alcuni provvedimenti. In particolare, nel caso del decesso di Chiarina Gambettola, sulla base delle risultanze della Commissione che ha evidenziato "anomalie" nella cartella clinica, l'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria ha sospeso il contratto di ostetricia e ginecologia con la casa di cura.