lunedì 13 maggio 2024
Per i magistrati la Regione potrebbe aver manipolato i dati sul corona virus per ottenere più sieri, mentre imprenditori del settore avrebbero finanziato la campagna di Toti in cambio di concessioni
 Nell'inchiesta della procura genovese anche vaccini Covid e sanità privata

Ansa

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Non solo il porto, i supermercati e il ponte Morandi. Nell'inchiesta della procura di Genova che ha portato all'arresto del governatore ligure Giovanni Toti, spunta anche una gestione opaca del processo di approvvigionamento di vaccini contro il Covid, assieme a nuovi finanziamenti da parte di imprenditori della sanità privata.

Per quanto riguarda la pandemia, l'ipotesi di reato formulata a carico di Toti e del suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani, è quella di falso. Per i giudici è infatti possibile che i numeri relativi al contagio in Regione siano tati gonfiati per ottenere più vaccini dalla struttura commissariale guidata dal Generale Paolo Figliuolo. Uno scenario che emerge da alcune intercettazioni carpite grazie a una cimice installata nell'ufficio del braccio destro del presidente. «Il problema qual è stato… che io avevo già truccato, lui li ha presi, cosa è accaduto li ha riaumentati», dice Cozzani. Quel "lui" è il presidente Toti: «Quando me li ha rimandati gli ho scritto: “ma cxxxo pres, ma sono fuori” e lui ha detto: “li ho un po' aumentati”, e io: «ma l'avevo già fatto io”, e lui “cxxxo dimmelo che l'hai già fatto te, aspetta un secondo”...vabbè».

Più complesso l'altro filone, che richiama quello principale dell'inchiesta. Gli inquirenti stanno infatti indagando sui finanziamenti che alcuni imprenditori legati al mondo della sanità avrebbero elargito ai comitati elettorali di Toti. Manovre del tutto legittime, da un punto di vista formale, ma il sospetto dei magistrati è che in cambio di queste risorse siano arrivati contratti e convenzioni. L'attenzione dei giudici si concentra su alcune entrate della Fondazione Change superiori a 40 mila ed effettuate, sempre secondo i pm, da alcune realtà attive nel settore sanitario convenzionato e privato. Tra queste ci sarebbe anche Casa della Salute, un network di poliambulatori specialistici controllati dal gruppo Italmobiliare della famiglia Pesenti, che in Liguria ha conosciuto un vero e proprio boom dalla sua nascita (nel 2013), e conta oggi 29 strutture, con 900 addetti impiegati fra cui 450 medici.

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