I candidati Bucci e Orlando - Ansa
Vince Bucci e fa tre gol anche se ai tempi supplementari: due volte da sindaco di Genova ed ora come governatore della Liguria. Trascinando il centrodestra al tris in Regione: due volte Toti e ora Bucci, suo alleato e amico da anni. Quando mancavano solo una sessantina di sezioni da scrutinare, il neogovernatore era in testa con il 48,7 contro il 47,4 dell’avversario dem Andrea Orlando. Sventola ancora la bandiera del centrodestra sul palazzo di piazza De Ferrari con il candidato scelto con un’idea di Giorgia Meloni, dopo un pomeriggio di testa a testa e reciproci sorpassi che nemmeno Bartali e Coppi, tra proiezioni che lo davano vincitore e dati ufficiali che, invece, sembravano vedere la vittoria di Orlando, il quale poco dopo le 21 ha chiamato il rivale per augurargli «buon lavoro».
L’ex ministro del Pd ha comunque sottolineato l’ottimo risultato del suo partito, ha sottolineato come il centrosinistra debba darsi «un assetto stabile» e già guarda alla sfida per il Comune di Genova, « da giocare subito» perché «i numeri sono incoraggianti».
Finale thrilling, dunque, che non si ricorda in Liguria a memoria d’uomo e degno the end del periodo più angoscioso andato in onda nella storia ligure da quando esistono le Regioni. Con l’arresto choc di Toti e l’inchiesta che ha sconvolto la Liguria, smarrita per l’evento. Scossone fortissimo che tuttavia – e questo è certo il dato più rilevante - non ha alterato l’assetto politico di una parte d’Italia ex icona rossa per decenni. Minimo lo scarto ma molto significativo: circa 7mila voti, mentre è andato invece fortissimo il non voto, numericamente prima forza in Regione. Alle urne si è recato il 45,96% della popolazione. Tracollo rispetto al 2020 quando aveva votato il 53.42%. In questa tornata erano 1.347.736 gli elettori. A votare è stato il 48,29% a Genova, il 43,74 a Savona, il 47,23 a La Spezia ed il 38,1 nell’imperiese dove nelle scorse elezioni si era oltre il 50. Non salva dal crollo l’estremo Levante ligure essere terra di Orlando e di Toti che risiede ad Ameglia. Nel 2020 la percentuale era stata del 54,16. A Genova si è votato di più nelle zone cosiddette benestanti, come Castelletto, quelle del Levante, dove la percentuale ha in qualche caso persino superato il 70%. Scivola fino al 30 invece il centro storico dei carruggi.
Il Pd è nettamente il primo partito sotto la Lanterna, forte probabilmente anche del crollo 5s, che viaggia a meno del 4,6%. Fdl è attorno al 15 e la lista Bucci agguanta il 9,4%. Ma dal Pd si rimarca che Bucci ha perso nettamente nella città dov’è sindaco. Nel resto della terra ligure Orlando si afferma nei capoluoghi. Emblematica Savona dove, forse a causa del contestatissimo rigassificatore voluto da Toti, raccoglie quasi il 58%. Inutili dunque le prese di posizione di Bucci che in zona è stato ripetutamente dicendo no all’impianto. Vola Bucci a Imperia e fa il doppio sul centrosinistra. E dove conta molto il sindaco Claudio Scajola, ex ministro e mente di Forza Italia nell’era berlusconiana. Per lui «questa sinistra frammentata, confusionaria» doveva essere sconfitta da un candidato civico e «Bucci è il miglior civico». A Sanremo Bucci supera il 62 per cento, mentre Orlando è la metà. All’altro estremo della regione si rallegra il sindaco spezzino Pierluigi Peracchini: «Tenere Orlando nella sua terra a staccarci solo del 5% è un ottimo risultato, Nel passato la sinistra qui prendeva il 70%».