Un rider al lavoro - Ansa
«Lui era già morto e lo hanno licenziato: Glovo ha disattivato l’account per mancato rispetto di tempi e condizioni». Il racconto dei familiari di Sebastian Galassi è intriso di dolore e rabbia: era in sella a uno scooter quando, durante una consegna, si è scontrato con un suv. In seguito all’incidente, la catena “Glovo” aveva disattivato l’account del corriere, generando un equivoco con la famiglia della vittima che aveva ricevuto la notizia del «licenziamento» con una email generata automaticamente. «Il suo account è stato sospeso per proteggere l’identità del suo profilo – spiega Glovo in una nota –. Un messaggio automatico è stato inviato per errore. Siamo profondamente dispiaciuti perché ciò potrebbe aver causato ulteriori sofferenze alla sua famiglia e ci scusiamo per l’accaduto». Glovo ha aggiunto di essere «in contatto con la famiglia per sostenerla in questo momento difficile».
Mentre il Consiglio comunale di Firenze, in apertura di seduta, lunedì sera, ha osservato un minuto di silenzio per ricordare il 26enne morto durante una consegna, oggi i rider fiorentini si fermeranno. Uno sciopero proclamato da Cgil Firenze, Filcams Cgil Firenze, Filt Cgil Firenze, Nidil Cgil Firenze.
Nell’occasione, è in programma un presidio alle 18 in piazza Sant’Ambrogio. «Chiediamo alla cittadinanza di non ordinare e di partecipare al presidio. Non possiamo tollerare altri morti per una consegna» spiegano Cgil e le tre categorie interessate. Per fatti come la morte del 26enne, «credo che non ci si possa più indignare – aggiungono – bisogna che ci sia una cultura della sicurezza che parte dalle scuole, e bisogna smettere di fare una competizione tra lavoratori, perché di questo si tratta». «Basta cottimi, basta sfruttamento – ha detto Dalida Angelini, segretaria generale della Cgil Toscana – , perché io credo che questa sia una piaga che non è degna di un paese civile. In Toscana abbiamo siglato con l’assessore regionale Nardini un protocollo che riguarda proprio la sicurezza: bisogna che le aziende applichino quel protocollo seriamente, bisogna che ci siano i controlli, e bisogna soprattutto cambiare davvero il paradigma di questo paese, perché non si può lavorare per fare una consegna e ricevere 2,50 euro. Questo è sfruttamento».
«Non possiamo chiudere gli occhi davanti a queste tragedie. La vita umana vale più di qualsiasi altra cosa – ha dichiarato il sindaco Dario Nardella – quello che abbiamo chiesto al Governo e al Parlamento uscenti lo chiediamo ai nuovi con grande forza: occorre una legge semplice, ma chiara per disciplinare tutto il settore del delivery che ha molti margini economici a scapito dei clienti che pagano di più, dei ristoratori che pagano percentuali molto alte per avere questo servizio e soprattutto dei lavoratori che lavorano in condizioni davvero precarie con pochissimi diritti e zero tutele».
La Cisl chiede che la Regione Toscana riconvochi il tavolo «per verificare l’accordo firmato», per «applicare il contratto nazionale, superare la dittatura dell’algoritmo, ripensare le norme su salute e sicurezza alla luce dei nuovi lavori», inoltre annuncia per il 10 ottobre un flash mob a Firenze sulla sicurezza sul lavoro per sensibilizzare sul tema. La Procura di Firenze ha iscritto nel registro degli indagati il conducente del suv, un giovane di 26 anni di Scandicci (Firenze), con l’ipotesi di omicidio stradale. La Land Rover ha travolto Sebastian che viaggiava a bordo della propria moto alla periferia sud di Firenze. La procura ha anche disposto l’autopsia sul corpo del rider fiorentino.
Pax Christi: abbiamo staccato la spina all'umanità
Sulla vicenda è intervenuto anche Pax Christi, sulla sua rivista "Mosaico di pace", fondata da don Tonino Bello. "Cos'altro deve succedere per capire che ormai da troppo tempo abbiamo imboccato (e stiamopercorrendo) la strada peggiore? Quello che è successo a Sebastian Galassi, 26 anni, e alla sua famiglia non è soltanto una disgrazia con epilogo ancor più tragico ma l'icona perfetta della condizione perversa che siamo stati capaci di stabilire anche nei rapporti di lavoro".
"Sebastian, che lavorava nelle consegne a domicilio per conto di Glovo, muore mentre svolgendo il suo lavoro di rider la sua
moto si scontra frontalmente con un suv - scrive don Tonio Dell'Olio in un commento dal titolo 'L'algoritmo che licenzia i
morti' -. A breve distanza di tempo dalla sua morte, la famiglia riceve un'e-mail dall'azienda in cui si comunica che per non
aver rispettato le condizioni e i termini di lavoro sottoscritti, viene disattivato il suo account, ovvero è licenziato".
Secondo Mosaico di Pace, "le scuse successive del datore di lavoro appaiono peggiori del male prodotto: il sistema algoritmico fa scattare quella comunicazione se il lavoratore manca le consegne o non risponde alle chiamate. È esattamente in questo modo che abbiamo consacrato l'annullamento dei volti e delle relazioni".
"Abbiamo staccato la spina all'umanità - aggiunge don Dell'Olio -. Uno scivolamento lento e apparentemente inesorabile verso l'algoritmizzazione della vita. Sebastian perdonaci".