giovedì 25 gennaio 2018
Da cinque anni nel centro storico Anna Hilbe raccoglie e dispensa libri gratis. Un gruppo di volontari sostiene l'attività.
Anna Hilbe nella sua libreria

Anna Hilbe nella sua libreria

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Al tempo degli ebook e degli acquisti online c’è un negozio che va controcorrente: una bottega che regala libri, un luogo fisico dove lasciare i propri, discutere insieme di opere letterarie e da dove si possono prendere volumi senza denaro o carte di credito. Si trova nel cuore di Bologna, (in via San Petronio vecchio, 57) e da cinque anni prosegue la sua attività grazie alla caparbietà di Anna Hilbe. Una persona gentile, esile ma determinata che crede nel valore della lettura e nella ricchezza straordinaria dei libri. «Vidi un articolo su un’esperienza di questo genere a Baltimora - racconta -. Un barista dedicò uno spazio del suo locale all’offerta gratuita di libri. Poi, visto il successo, si trasferì in un locale più grande che divenne punto di riferimento per tanti. Allora mi sono chiesta: “Perché non posso farlo anch’io a Bologna?”. Detto fatto, trovai questo antico e piccolo negozio in via San Petronio Vecchio, in zona universitaria e di grandi istituzioni culturali e cominciai a portare i miei libri e quelli in inglese di mio marito che è di origini americane».

Così è iniziata l’avventura che si regge sul negozio messo a disposizione da Anna Hilbe e prosegue la sua attività grazie ai volumi che quotidianamente vengono portati dai «cercatori di libri». L’orario di apertura di cinque ore al giorno è garantito anche da un gruppo di volontari che sostengono la capofila del progetto.

«Libri liberi» è l’insegna che campeggia su questa libreria dal sapore antico. Vi si accede da una piccola porta e una vetrina che racconta i tanti anni passati a esporre merce. L’ambiente è semplice: scaffali sui lati, un grande tavolo al centro con le ultime proposte e un tappeto che copre tutto il pavimento; in fondo due sedie per dialogare e prendersi una pausa culturale. L’aria, che odora di libri antichi, invita alla calma, a sfogliare le pagine. Nessun computer, registratore di cassa o altro marchingegno elettronico. Il tempo sembra essersi fermato a qualche decina d’anni fa. Ogni libro appare nella sua eleganza e unicità.

«Sì, perché – spiega ancora Anna Hilbe – abbiamo una sola copia di ogni libro che attende il suo lettore». Quanto ai clienti, «abbiamo un giro di affezionati ma anche tanti volti nuovi – spiega -. Vengono da Bologna ma anche appositamente da fuori città. Ci sono universitari, bambini, anziani, gente comune ma anche intellettuali». Come va il settore religioso? Tira? «Moltissimo – risponde decisa – più di quanto si possa immaginare. C’è molta richiesta di spiritualità. L’altro giorno mi è arrivato il libro della conversazione di Eugenio Scalfari con papa Francesco. È rimasto qui solo qualche ora».

L’opera della libreria prosegue anche virtualmente su Facebook («Libri liberi») che dispensa consigli di lettura e crea una piccola comunità culturale. «Pensi – sottolinea ancora – che a tenere aggiornata la nostra pagina è un ragazzo peruviano nostro amico della “prima ora” che ha studiato a Bologna e che ora prosegue questa attività dall’America latina».

Il negozio comincia ad avere un certo via vai di persone e così andiamo subito al cuore del discorso: il perché di questa attività. «A mio parere – racconta – le nuove proposte editoriali non sono di qualità. Si punta molto sul carattere commerciale per vendere il più possibile. Ecco, nel mio piccolo, vorrei ridare qualità a questo settore proponendo i tanti tesori che nel corso dei decenni abbiamo prodotto. Per questo non accetto tutti i libri che mi portano, per motivi di spazio ma anche di scelta culturale. Parecchio materiale, soprattutto di intrattenimento lo doniamo direttamente a case di riposo, centri anziani e opere caritatevoli. Mi piace dialogare con chi viene qui e consigliare qualche opera cercando di capire gli interessi».

Il suo libro preferito? «Impossibile privilegiarne qualcuno, sono affezionata a molti, farei degli sgarbi». La richiesta più curiosa? «Un signore mi ha chiesto un vecchio orario ferroviario. Non l’avevo. Gli ho dato un libro sui treni. Se ne è andato comunque contento». L’incontro più bello? «Ieri è passato una scolaresca con due maestre e quindici bambini. Si sono fermati qui una mezz’ora e sono ripartiti contenti, ognuno con un libro sottobraccio». Il film che più la rispecchia. «La ladra di libri, senza dubbio». E proprio in quella pellicola, oltre all’amore per le opere letterarie, si vede anche il rogo di libri di Hitler nella Germania nazista.

«Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini», scriveva Heinrich Heine. Allora forse da questa piccola libreria i «libri liberi» possono regalare agli uomini un mondo intero.

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