La nave Libra - Ansa
Il Governo accelera per portare un nuovo gruppo di migranti in Albania. Non pochissimi come i primi 16, poi ridotti a 12 e poi “liberati” dopo la decisione del Tribunale di Roma. Ma neanche tanti. Le prime notizie, informali, parlavano di 60-70, ma quelle raccolte da Avvenire tra ambienti del Tribunale riferiscono di non più di 30-40. Sarebbe stato direttamente il ministero della Giustizia ad avvisare i giudici di tenersi pronti per la prossima settimana.
Sarà sempre il pattugliatore Libra della Marina militare a operare per raccogliere i migranti e portarli in Albania. Si troverebbe già in acque internazionali, zone Sar tunisine e libiche, in attesa che i mezzi della Guardia costiera e della Guardia di Finanza intercettino le barche coi migranti. Il tempo favorisce le partenze, il mare è quasi calmo anche se c’è vento di scirocco da sud, ma da oggi ci sarà una “piatta” completa. Dopo i 172 sbarcati tra giovedì e venerdì a Lampedusa e i 282 soccorsi da quattro Ong, ieri non si sono viste barche. Solo il ripetuto allarme di Alarm Phone per una barca alla deriva da 5 giorni con 44 persone, in zona Sar maltese, quindi più a est di dove opererà nave Libra.
La scelta di trasportare non più di 30-40 migranti è dovuta in primo luogo al poco spazio a bordo della nave militare, ma soprattutto all’inadeguato numero di personale in Albania per decidere sui singoli casi (asilo o no, trattenimento o no) nei tempi previsti dalla procedura accelerata. Ma non sarà lo stesso facile arrivare a quei numeri, pur ridotti. I “paletti” sono molti e non facilmente superabili. Ancor prima dell’eventuale intervento della magistratura che, comunque, avverrà solo dopo l’arrivo in Albania e dopo la decisione della Commissione ministeriale sul diritto d’asilo.
In primo luogo ricordiamo che in base al Protocollo con Tirana potranno essere portati nei due centri di Schengjin e Gjiader solo le persone intercettate in acque internazionali, cioè nelle zone Sar di Tunisia e Libia, a 15-20 miglia a sud-sud ovest da Lampedusa. Solo uomini adulti, quindi escluse donne e minori. Ricordiamo che dei primi 16 migranti portati in Albania, solo a sbarco avvenuto si è scoperto che due erano minorenni e quindi riportati in Italia e due risultati malati, e quindi soggetti fragili, anche loro esclusi dal Protocollo.
Se ci sono stati errori del 25% su appena 16 persone, si riuscirà a fare meglio con numeri più alti? Anche perché gli addetti ai controlli a bordo non potranno essere molti di più, visti gli spazi ridotti a bordo di nave Libra. Per questo a maggio era stato previsto il noleggio di un traghetto dove ospitare 200 migranti e 100 unità di personale. Una scelta poi abbandonata a favore della inadatta nave militare. C’è poi la questione più importante, quella che ha fatto intervenire il Tribunale di Roma, che ha applicato la sentenza della Corte europea di Giustizia sui cosiddetti Paesi sicuri. Non sarà facile trovare tante persone che vengano da questi ultimi.
Ce lo dicono i numeri degli ultimi sbarchi, quelli di tre giorni fa a Lampedusa, dopo alcuni giorni di zero sbarchi. Ebbene i 172 arrivati nell’isola e partiti da Libia e Tunisia appartenevano a otto nazionalità diverse, ma solo tre erano “Paesi sicuri”: Costa d’Avorio, Ghana e Senegal. Gli altri venivano soprattutto da Paesi subsahariani, quest’anno minoranza tra gli sbarcati. Infatti tra i primi dieci della “classifica” dei migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale quest’anno troviamo in testa Bangladesh, Tunisia, Egitto, tutti “Paesi sicuri”, destinati all’Albania (bengalesi e egiziani erano i primi 16). Ma negli ultimi sbarchi sono scomparsi. Mentre li abbiamo visti in uno sbarco proveniente dalla Cirenaica. Cambio di strategia dei trafficanti per evitare le nuove norme italiane? Lo vedremo nei prossimi sbarchi. Se così fosse sarebbe molto difficile arrivare ai numeri annunciati dal Governo. A meno che tornino a crescere i migranti di “Paesi sicuri”, in particolare i tunisini. Sarebbe però inspiegabile per le strategie “commerciali” dei trafficanti. A meno di pensare a “complicità” tunisine.