sabato 3 febbraio 2024
In dodici tra consiglieri e dirigenti cittadini, metropolitani e regionali firmano una missiva alla segretaria: "Si sta imboccando una strada pericolosa". I dubbi anche sulla selezione dei candidati
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Pubblichiamo la lettera che diversi esponenti del Pd di Reggio Calabria (prima firma Giuseppe Marino, consigliere comunale e metropolitano) hanno indirizzato alla segretaria dem Elly Schlein alla luce del caso che ha coinvolto Anna Maria Bigon, la consigliera regionale del Veneto destituita dal suo ruolo nel Pd di Verona a causa della libertà di coscienza esercitata in occasione del voto regionale sul fine vita.

Cara Elly,

gli accadimenti di Verona ed il provvedimento di revoca dell’incarico di vicesegretaria territoriale all’avv. Anna Maria Bigon, ci hanno fatto riflettere sull’attuale rischio di “mutamento genetico” del nostro partito.

La consigliera regionale, infatti, per ragioni di coscienza, ha scelto di astenersi sulla proposta di legge regionale con cui si volevano regolamentare tempi e modi di valutazione delle richieste di suicidio medicalmente assistito.

Questo nostro intervento non intende aprire un dibattito interno al partito, che sarebbe in ogni caso auspicabile, su un tema così delicato che investe la coscienza e la sensibilità di tutti, ma vuole concentrare l’attenzione sul metodo punitivo e sanzionatorio che il Partito Democratico del Veneto, con l’assenso tacito della segreteria nazionale, ha assunto contro una consigliera regionale del nostro partito.

Il nostro PD è un partito che nasce con un DNA pluralista e riformista, che ha raccolto il testimone di ideologie politiche e di partiti che hanno costruito dalle fondamenta il nostro Paese.

Il percorso storico che ha portato alla nascita del partito democratico ha radici lontane che, probabilmente, trovano il primo loro punto di incontro nella resistenza al fascismo e subito dopo nei lavori dell’assemblea costituente, quando attorno ai valori della Costituzione si raggiunse il primo compromesso storico tra la cultura cattolica e quella comunista, unitamente alle altre correnti di pensiero che scrissero la Costituzione Italiana.

Da lì, la storia della repubblica ha registrato numerosi momenti di incontro e di scontro tra le forze politiche di sinistra e quelle cattoliche.

È nel riformismo moderno che ci siamo incontrati, riuscendo a raggiungere un risultato storico, divenendo il partito di riferimento del centro-sinistra, baricentrico del campo progressista, capace di offrire una visione di governo alternativa sia alla destra liberista che a quella populista, traghettando il paese nelle difficili acque dell’epoca moderna.

Ci permettiamo di porti alcune semplici domande che poniamo anche a noi stessi:
Oggi il PD cosa è diventato e cosa vuole rappresentare per il futuro del nostro paese?
Il PD vuole rimanere un partito pluralista?
Cioè un partito capace di accogliere e valorizzare anche le idee del cattolicesimo riformista?

Lo statuto del Pd, scritto anche col contributo di cattolici come Pier Luigi Castagnetti, evidenzia non soltanto la natura plurale del PD, ma anche la libertà di coscienza sui temi etici.

Su questi temi, dovremmo tutti approcciarci con atteggiamenti più prudenti e, soprattutto, più rispettosi della sensibilità altrui, con la capacità di rendere il Partito un luogo di DIALOGO e di sintesi.

Viviamo un'era di grandi trasformazioni che investono la stessa natura umana e la convivenza civile. Ci chiediamo se la sfida del presente e del futuro possa essere affrontata con un partito che si chiude dentro un recinto ideologico o se invece servano il coraggio e la forza del dialogo per elaborare un nuovo pensiero di sintesi e prospettiva, che sappia disegnare il futuro del Paese all’interno di un’umanità in profonda trasformazione.

Inoltre, riteniamo che la scelta di non rispettare le primarie come metodo statutario di selezione dei candidati a Sindaco ed a Presidente di Regione, sia un altro segnale di “sbandamento” del partito rispetto alla direzione democratica, partecipativa, pluralista che ha sempre caratterizzato il nostro percorso politico.

Cara Segretaria, ci permettiamo di porgerti queste domande perché riteniamo molto pericolosa la strada che si sta imboccando: rinunciare alla pluralità di culture ed idee, vera ricchezza del pd, significherebbe tornare indietro rispetto al percorso storico che ci ha condotti alla fondazione ed alla costruzione del Partito Democratico Italiano.

Ti chiediamo, quindi, di farti promotrice e garante di azioni finalizzate a tenere unito il partito, rafforzando l’idea che le diverse sensibilità possono trovare, ancora oggi, una casa comune per il riformismo italiano.

Quel riformismo di cui abbiamo urgente bisogno per rendere l’Italia un paese più solidale, unito, accogliente, produttivo, salubre, più giusto e forte.

Reggio Calabria, 2 febbraio 2024

Firmatari:
Giuseppe Marino, consigliere comunale e metropolitano Pd Reggio Calabria
Calabrò Cosimo Antonio, Pd Villa San Giovanni, già presidente della Provincia di Reggio Calabria
Giuseppe Sera, capogruppo Pd Consiglio comunale di Reggio Calabria
Nancy Iachino, consigliera comunale Pd Reggio Calabria
Franco Barreca, consigliere comunale Pd Reggio Calabria
Stefano Priolo, già consigliere regionale Pd Calabria
Mimmo Richichi, Direzione regionale Pd Calabria
Pino Autelitano, Pd di Bova Marina
Costantino Tripodi, Pd Reggio Calabria
Carmine Gelonese, già delegato regionale Azione Cattolica
Antonio Cappellano, assemblea cittadina Pd Reggio Calabria
Giuseppe Postorino, Città metropolitana di Reggio Calabria
Enzo Marino, Pd Reggio Calabria
Paolo Caracciolo, Pd Cardeto
Gregorio Frosina, Pd Bagnara Calabra

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