Un ufficio dell'Agenzia delle Entrate - Ansa
Scoppia la polemica sulle lettere inviate dall’Agenzia delle Entrate ai contribuenti italiani, lavoratori autonomi, che a 7 giorni dalla seconda scadenza fissata ancora non hanno aderito al concordato. Un metodo che la Lega trova sbagliato «nel merito e nel metodo». Il Carroccio ritiene «che così si snaturi uno strumento nato per stabilire un patto di lealtà fra contribuente ed erario e quindi non condivide lo spirito nell'obiettivo di una simile comunicazione».
In ogni caso i tempi stringono e il pressing del Fisco sta crescendo. Finora le adesioni sono state circa 500mila, per un incasso stimato in 1,3 miliardi; altri soldi sono attesi ora per realizzare nei prossimi mesi la riduzione delle tasse per il secondo scaglione Irpef (ma un intervento ci sarà semmai non prima di febbraio 2025). Negli ultimi due giorni, dall’Agenzia delle Entrate sono state inviate altre 700mila Pec alle partite Iva che dichiarano meno di 15mila euro, ossia meno dei propri dipendenti. In totale sono state inviate oltre 2,2 milioni di lettere a quelli che sono ritenuti, a torto o a ragione, dei “finti poveri”. «È utile ricordare che per rendere il reddito coerente con il valore minimo di settore - è l’invito rivolto nelle comunicazioni - può ancora integrare i redditi dichiarati per il periodo d’imposta 2023; per i periodi 2024 e 2025 può aderire, entro il 12 dicembre, al concordato preventivo biennale. In tal caso può anche avvalersi, entro il 31 marzo 2025, del ravvedimento per le annualità dal 2018 al 2022». L’arrivo delle missive ha suscitato più di qualche malumore, per i toni usati, anche in aree da sempre vicine alla lotta all’evasione fiscale. E non sono mancate le polemiche sui social. Su X l’ex deputata Pd Alessia Morani scrive: «Faccio l’avvocato e non ho aderito al concordato preventivo proposto dal governo Meloni perché non ho pendenze fiscali da sanare e ho sempre dichiarato tutto. Mi è appena arrivata una pec dall’Agenzia delle Entrate che “minaccia” controlli e che, comunque, avvisa che si può sempre aderire entro il 12 dicembre. In sostanza, vogliono spaventarti con la minaccia dei controlli se non aderisci al concordato».
Al post di Morani ha risposto anche Roberto Burioni, il virologo e professore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano: «Ho sempre pagato fino all’ultimo euro, mi è arrivata la proposta di pagare ben di più di quello che ho guadagnato. Controllino pure».
Dure critiche anche dai commercialisti. «I re centi invii di lettere da par te delle Entrate non favoriscono la compliance fiscale, ma generano confusione e preoccupazione tra i contribuenti: si tratta di comunicazioni prive di reale contenuto tecnico- informativo, che provocano timori tra i cittadini e impongono ai commercialisti attività di assistenza a basso valore aggiunto, spesso difficilmente retribuibili», dichiarano in una nota congiunta i tre presidenti dei sindacati dei commercialisti Ungdcec, Aidc e Adc. «L'invio massivo di comunicazioni generiche contrasta con l'obiettivo dichiarato di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente. Queste lettere sembrano piuttosto un'ulteriore pressione per promuovere l'adesione a uno strumento che non ha riscosso il successo sperato. Da tempo abbiamo evidenziato le sue criticità e offerto il nostro supporto per avviare un confronto costruttivo, ma finora senza esito», si legge nella nota dei professionisti.