sabato 13 luglio 2024
L'omelia dell'arcivescovo Lorefice a bordo della nave simbolo dei salvataggio di naufraghi: «Il Mediterraneo attualmente è uno scenario di guerra e un cimitero di morte»
La nave Diciotti

La nave Diciotti - Ansa

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«Questa nave che solca il Mediterraneo deve salvare vite, non abbiamo altra legge, questa nave è fatta per dare vita, perché uomini e donne possano ritrovare il sorriso nella loro vita, trovare una sponda per essere liberi. Mi chiedo sempre perché don Corrado, figlio dell'Europa, può spostarsi dove vuole e perché a un figlio del Congo o dell'Africa subsahariana non viene riconosciuto il diritto a muoversi, a spostarsi. Forse è tempo che ritorniamo a fare sul serio con il Vangelo e la fede cristiana per contribuire a far sì che la Terra sia quel giardino fecondo con al centro l'albero della vita che Dio ha pensato nella prima pagina della Bibbia, non un campo di battaglia e un cimitero». Sono forti e commoventi le parole che l'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha pronunciato nella sua omelia a bordo della nave Diciotti della Guardia costiera, dove sono state portate le reliquie di Santa Rosalia, nei giorni in cui si celebra il 400esimo Festino dedicato alla patrona di Palermo.

«Santa Rosalia ci sprona a combattere la peste dell'onnipotenza. Il Mediterraneo attualmente è uno scenario di guerra e un cimitero di morte; voi avete incontrato chi muore nel Mediterraneo, avete incrociato sguardi, avete dovuto caricare su questa nave anche cadaveri. Il nostro corpo, il nostro cuore e le nostre mani - ha concluso - servono per accogliere e condividere speranza, non servono per respingere e per creare divisioni».

I migranti in attesa dello sbarco sulla nave Diciotti nell'agosto del 2018

I migranti in attesa dello sbarco sulla nave Diciotti nell'agosto del 2018 - Ansa

La Diciotti a Palermo e la sua storia recente

La Diciotti sosterà nel porto di Palermo nei giorni del Festino: la cittadinanza potrà effettuare visite a bordo, presso il Molo Sammuzzo, in tutta la giornata di domenica. Ha una lunghezza di 94 metri, con un equipaggio di oltre 40 donne e uomini e può essere impiegata in molteplici compiti operativi: ricerca e soccorso in mare (Sar), antinquinamento ed antincendio, vigilanza pesca, controllo del traffico marittimo, polizia marittima e protezione civile. La Diciotti fa base a Messina ed è parte della sesta squadriglia navale della Guardia Costiera. Il suo nome resta legato alla vicenda che la vide protagonista nell'agosto del 2018, quando dopo il salvataggio di 190 migranti nella zona Sar (Search and Rescue) maltese per cinque giorni la nave rimase al largo di Lampedusa, mentre Salvini polemizzava con Malta e altri Paesi europei circa la distribuzione dei naufraghi, minacciando un respingimento verso la Libia. Dopo interventi, appelli e lo sdegno del Paese, la vicenda si risolse con lo sbarco di tutti i naufraghi e l'accoglienza di larga parte di questi ultimi da parte della Chiesa italiana. L'allora ministro dell'Interno fu poi indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio: l'aula del Senato negò l'autorizzazione a procedere.



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