sabato 31 agosto 2024
Carlo Dionedi, nel 2007, scoprì un errore tecnico sul computo degli assegni familiari, un errore che finiva con il ridurre l’importo versato alle famiglie
La grande famiglia di Carlo e Lorena Dionedi

La grande famiglia di Carlo e Lorena Dionedi

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Era il 2 agosto del 1980 quando un ordigno esplose nella stazione di Bologna, provocando la morte di 85 persone e ferite più o meno gravi a più di duecento persone. Quel giorno, nella sala d’attesa dove venne piazzata la bomba, c’era anche Carlo Dionedi, un giovane di 21 anni, allora studente universitario. Carlo era stato in vacanza al sud, stava tornando a Piacenza e per puro caso, a quell’ora, ancora si trovava nella stazione centrale di Bologna: il suo treno, infatti, aveva accumulato un ritardo di due ore. E mentre aspettava la coincidenza per Piacenza, esplose quell’ordigno. Lui, in modo inspiegabile, si ritrovò sopra le macerie e non sotto come tutti gli altri. E uscì, miracolosamente salvo, da quell’attentato.

Oggi Carlo ha 65 anni. Sposo di Lorena, papà di otto figli, è nonno di dodici nipoti. Insegnante di francese, ha avviato nella sua città una scuola parentale dedicata a papa Giovanni Paolo II, di cui è preside. «Era la fine del 2004 quando, con alcuni amici di Piacenza, sconcertati per la penuria di politiche familiari in Italia, ci dicemmo che sarebbe stato necessario dar vita ad un’associazione di famiglie numerose. Digitando sul web saltò fuori che quell’associazione c’era già, era appena nata a Brescia. Poche ore dopo eravamo già iscritti e pochi giorni dopo promossi, d’ufficio, coordinatori territoriali».

L’inizio di un lungo servizio associativo. Fu Carlo Dionedi, nel 2007, ad individuare un errore tecnico sul computo degli assegni familiari, un errore che finiva con il ridurre l’importo versato alle famiglie. «Quella segnalazione permise a tantissime famiglie di recuperare arretrati di anni, tanto che un nostro amico con dieci figli con quei soldi ha finalmente potuto comprare l’auto alla moglie».

Alla guida dell’unità politica di Anfn, Carlo Dionedi, guidò un incontro con il sottosegretario alla presidenza del consiglio con deleghe alle politiche per la famiglia Carlo Giovanardi. «Ricordo bene quell’episodio. Era il 1 settembre 2008 e ci ritrovammo in un ristorante a Modena, vicino all’Accademia militare. Mentre gustavamo i tortellini, raccontammo a Giovanardi tutte le iniquità di cui erano vittime le famiglie con più figli. Mentre mangiavamo il secondo – credo una scaloppina con le patatine fritte – l’affondo sulle tariffe energetiche. Il senatore sbarrò gli occhi: “Cioè voi state dicendo che, proprio in quanto famiglia numerosa, voi pagate di più ogni singolo kWh e ogni singolo m² di gas?” Il sottosegretario ebbe un sussulto. Smise di mangiare e, afferrando il cellulare, chiamò il presidente dell’Autorità per l’energia. “Senti, ma è vero che…?”. Il presidente confermò tutto. Il senatore si agitò al punto che si macchiò la cravatta. “Qui bisogna sistemare le cose!” – esclamò battendo un pugno sul tavolo (e non intendeva solo la cravatta). Anche lui fu di parola, perché di lì a qualche mese nacquero i famosi “bonus luce” e “bonus gas”, che oggi le famiglie numerose danno per scontati».

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