mercoledì 28 dicembre 2022
Le comunità ebraiche attaccano il presidente del Senato: grave esaltare un partito "erede" della Repubblica sociale di Salò. Il Pd chiede le dimissioni
L’immagine postata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, sulla pagina personale di Instagram. Sotto la foto La Russa ha scritto un breve testo, che ricorda l’impegno del padre nel Msi

L’immagine postata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, sulla pagina personale di Instagram. Sotto la foto La Russa ha scritto un breve testo, che ricorda l’impegno del padre nel Msi - .

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La ricorrenza del 76esimo anniversario della fondazione del Movimento sociale italiano, ricordato sui social prima da Isabella Rauti e poi da Ignazio La Russa, diventa un caso politico. «Onore ai fondatori ed ai militanti missini», afferma su Twitter la sottosegretaria alla Difesa, che pubblica anche alcune vecchie fotografie sia della Fiamma Tricolore, simbolo del partito, sia di suo padre Pino Rauti. Il presidente del Senato interviene invece su Instagram per ricordare suo padre, «fra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana», rimarca.

Protesta la comunità ebraica. Il Pd parte all’attacco. Alessio D’Amato, candidato alla presidenza della Regione Lazio arriva a chiedere le dimissioni di La Russa: «Un fatto gravissimo, che viola il giuramento sulla Costituzione antifascista», lo definisce. Per l’assessore alla Sanità della Giunta Zingaretti «La Russa è incompatibile con la carica di Presidente del Senato e auspico - aggiunge - che anche gli altri candidati alla Presidenza della Regione Lazio prendano le distanze». Anche per Simona Malpezzi, presidente dei senatori dem, queste «uscite nostalgiche verso il Msi sono gravi».

«Zero senso delle istituzioni. Il Presidente del Senato della Repubblica nata dalla Resistenza non può mortificare la Costituzione antifascista. Svilita la seconda carica dello Stato. Si dimetta», scrive su Twitter Laura Boldrini, da ex vicepresidente della Camera. Il senatore Walter Verini alza il tiro sulla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Ipocrita piangere per le leggi razziali e avallare questo schifo».

In difesa di Rauti e La Russa si schiera Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato: «Qualche nostalgico della guerra civile nega ad Isabella Rauti, Ignazio La Russa e con loro ad una intera comunità politica, il diritto di ricordare la fondazione del Msi e l’importanza che essa ebbe per la democrazia italiana. Come riconoscono gli storici più indipendenti - sostiene il senatore di FdI - il Msi consentì a tanti italiani di partecipare alla vita politica del dopoguerra accettando i valori costituzionali e la democrazia». Concetto ripreso dal portavoce di La Russa, Emiliano Arrigo: «Mi domando se chi strumentalmente sta polemizzando contro il Presidente del Senato abbia veramente letto il suo post nel quale ricorda il padre che “scelse con il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana“», cita testualmente.

Ma per il Pd queste argomentazioni non reggono. Parla di «esaltazione dell’Msi, partito fondato dai fascisti reduci di Salò, come Almirante e Romualdi», Emanuele Fiano. Se la prende con la seconda carica dello Stato, «del quale - afferma - ovviamente rispetto il ricordo del padre, ma non l’esaltazione dell’Msi. Un partito che sotto la guida di De Marsanich negli anni Cinquanta sosteneva che rispetto al fascismo bisognava “Non rinnegare, non restaurare”. Hai capito? - incalza Fiano -. E voi? Ex colleghi in Parlamento? Tutti zitti?», scrive su Facebook l’esponente dem.
Per il presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo il post del presidente del Senato, «è uno sfregio alle istituzioni democratiche».

Polemiche «pretestuose e ingenerose», per il vice capogruppo di Fdi alla Camera, Alfredo Antoniozzi. Quello di La Russa, sostiene, è «semplicemente il ricordo di un figlio verso il proprio padre e verso un partito che era inserito nelle regole costituzionali».

La Russa ricorda anche i 75 anni dalla promulgazione della Costituzione repubblicana: «Giornata di grande significato di libertà e democrazia per tutti noi», afferma la seconda carica dello Stato.

«Eppure, alla vigilia di una giornata così importante per l'Italia - rimarca la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni - c'è chi ritiene di esaltare un altro anniversario - quello della fondazione del Msi - partito che, dopo la caduta del regime fascista da poco sconfitto, si è posto in continuità ideologica e politica con la Rsi».

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