La protesta degli studenti per il caro affitti davanti all'univerità Statale di Milano - ANSA
C’è un capitale umano che sfida la bolla immobiliare. Dare casa ai giovani studenti a prezzi simbolici, consentendo anche a chi abita troppo lontano – in valle, ai piedi della montagna – di vivere e studiare in una grande città. Scorrono oltre sessanta chilometri di distanza tra Zogno, all'imbocco della val Brembana, e Milano: un'ora abbondante di auto, o quasi tre se si prova ad affrontare il viaggio sfidando il dedalo dei mezzi pubblici tra bus, treno e metro. Eppure, c'è l’impegno concreto della parrocchia di Zogno a renderla così vicina a Milano, anche per i giovani nati in valle: per contrastare il caro-affitti, da tempo la parrocchia ha messo a disposizione degli studenti fuori sede circa 60 appartamenti a Milano. Un'iniziativa praticata da anni, ma che oggi – in tempi di tende e di dibattito sulla residenzialità – è diventata ancor più preziosa. Gli appartamenti sono distribuiti tra due palazzi in via Alserio, sul perimetro del quartiere Isola, e sono il frutto di un lascito in favore della parrocchia che risale a ormai trent'anni fa. Altri tempi, quelli, quando il caro-affitti non era un problema di così stringente attualità.
Oggi, invece, l'iniziativa della parrocchia diventa un'oasi per gli universitari: il canone è di 250 euro al mese, decisamente al di sotto dei prezzi di mercato, e gli appartamenti sono stati destinati – attraverso una sorta di scala di priorità – agli studenti universitari originari di Zogno, del resto della val Brembana o del resto della Bergamasca; in ciascun appartamento vivono fino a tre giovani, sulla base della dimensione di ogni alloggio. «Quest’opportunità c’è da tanti anni e ha coinvolto diverse generazioni di giovani che dalla valle scelgono di studiare a Milano, dove è quasi impossibile arrivare con i mezzi pubblici – racconta don Simone Pelis, direttore dell’oratorio di Zogno -. Visto il periodo e il dibattito legato alle difficoltà nel trovar casa, il passaparola è aumentato ancor di più».
L’idea su cui lavorare, ora, è anche quella di rafforzare le relazioni umane: «Stiamo pensando ad alcune iniziative anche di tipo più pastorale – riflette il sacerdote -. Passare dal contesto di piccolo paese della valle alla metropoli può essere un po’ disorientante, e aggiungiamoci le ansie e le aspettative di chi comincia l’università. Stiamo ragionando a come supportare una presenza educativa. Qualche ragazzo resta legato alla parrocchia dando una mano al Cre (il centro ricreativo estivo, ndr) come coordinatore o nel Gruppo adolescenti come educatore. Ci piacerebbe offrire qualcosa in più, una sorta di accompagnamento». Mentre le quotazioni immobiliari volano alle stelle e gli affitti muovono i grandi capitali, c’è chi dice no alla speculazione: «Questa è una zona valutata tanto – riconosce don Pelis –. Ma noi siamo convinti della bontà della nostra iniziativa e del servizio che offriamo a prezzi calmierati: vogliamo continuare a garantire quest’opportunità per i giovani della valle».